Complesso del Foran del Muss
Morfometria complesso
Cavità componenti il complesso 15
Sviluppo planimetrico: rilevato 13588,2 m stimato 15000 m
Sviluppo spaziale: rilevato m stimato 0 m
Dislivello totale/profondità: rilevato 934 m stimato 1100 m
Quota ingresso più alto (s.l.m.) 2020 m
Quota fondo 901 m
Annotazioni
Il Complesso del Foran del Muss (2005) conta 24 ingressi, 1100m di profondità e più di 15Km di sviluppo planimetrico. 1- Abisso Giovanni Mornig (E10) (3511\1899FR) Q:1977 2- Abisso Emilio Comici (O12) (2009\856FR) Q:1985 3- Abisso Mornici (WZ8) (3636\1979FR) Q:1887 4- (WZ8bis) Q:1903 5- Viva Zio (WZ10) (4855\2723FR) Q:1870 6- (WZ10bis) Q:1868 7- Abisso dei Q.rdi (Q.rdi) (5626\3174FR) Q:2012 8- (Q1) Q:2002 9- (Q2) Q:2010 10- (Q3) Q:2011 11- Abisso a W del Comici ((25) (4170\2352FR) Q:1978 12- Abisso degli Occhiali Appannati (G1) (6937/4077FR) Q:2002 13- Dobra Picka (DP) NON CATASTATA Q:1835 14- Abisso O112 (O112) (4766\2677FR) Q:1951 15- Pozzo O104 (O104) (4569\2571FR) Q:1948 16- Abisso a SE del Picut (OME1009) (6141\3528FR) Q:1915 17- Abisso Kropka Piec (KP) NON CATASTATA Q:1835 18- Picia Jama 1 NON CATASTATA 19- Picia Jama 2 NON CATASTATA 20- Abisso Carlo Seppenhofer (O77) (2935\1395FR) Q:1887 21- Voragine 2° a N di quota 2009 (O76) (3435\1823FR) Q:1887 22- Abisso P2 (P2) NON CATASTATA Q:1784 23- NON CATASTATA 24- Pozzo 4° a NE del Col Sclaf (G 7) (3848/2128FR)
Idrogeologia del complesso
Il Complesso del Foran del Muss è una grotta ad andamento misto con le morfologie tipiche degli abissi d’alta quota, essendo costituita da diversi livelli di condotte freatiche (sia abbandonate dalle acque che attive) tagliate da ambienti ad andamento verticale e da forre strutturali. Il condizionamento tettonico nella genesi di queste morfologie è evidente: i grandi pozzi si sono formati in corrispondenza di discontinuità verticali persistenti (in genere una o due), i tratti orizzontali invece sono spesso stati guidati dalla stratificazione. Caratteristica principale è la coesistenza di morfologie freatiche e vadose alla stessa quota, indizio che gli ambienti del Complesso non hanno avuto un’origine unica e consequenziale, ma sono il risultato di più fasi evolutive e di diverse condizioni idrogeologiche. Di particolare interesse è l’analisi della distribuzione altimetrica dei livelli di condotte originatesi in condizioni freatiche o epifreatiche e che hanno permesso di effettuare i numerosi collegamenti tra grotte con ingressi differenti . Il Foran del Muss è interessato da tre livelli distinti di gallerie, il più alto a quote intorno ai 1.800 m, l’intermedio alla quota di 1.600 m e il più basso, corrispondente al livello tuttora attivo, a quote inferiori Le gallerie poste a quota 1.800 m s.l.m. sono meno continue e sviluppate: queste condotte si sono probabilmente formate lungo brevi tratti di trasferimento orizzontale dell’acqua e appartenenti a una zona di generale trasferimento verticale delle acque in ambiente vadoso. Nella loro genesi assume particolare importanza la presenza di discontinuità sub orizzontali (spesso piani di strato) che guidano il deflusso idrico, ad esempio tra due pozzi cascata impostati su fratture verticali. Le gallerie poste a quota 1.600 m s.l.m. sono più sviluppate e regolari. Attraversano tutto il Complesso del Foran del Muss in senso W-E, presentano spesso sezioni rotondeggianti con diametri fino a 10 m, sono intersecate da svariati ambienti di origine vadosa evidentemente più giovani, e talora sono dislocate da faglie riprese da movimenti recenti. Si tratta di una delle morfologie più antiche di tutto il Canin, collegate a un antico livello di base precedente all’erosione glaciale e post glaciale della Val Raccolana e generate in probabili condizioni climatiche e morfologiche diverse dalle attuali. I tratti orizzontali posti al di sotto di quota 1.200 s.l.m., in realtà non sono definiti da una quota netta in quanto l’andamento delle gallerie risulta a tratti influenzato dall’inclinazione degli strati (anche 15°). Si sviluppano 50-100 metri sopra il passaggio stratigrafico tra i Calcari del Dachstein e la Dolomia Principale, caratterizzato da una fascia di calcari dolomitici. È lecito pensare che la genesi di queste forme sia legata a un limite di carsificabilità definito, piuttosto che a una zona satura vera e propria. Durante le piene più significative queste zone vengono allagate in quanto le dimensioni dei vani non riescono a smaltire rapidamente gli apporti idrici. Il fondo della grotta DP arriva al contatto con la Dolomia Principale, dove gli ambienti ipogei sono condizionati da inter- strati e fratture allargate da processi prevalentemente erosivi piuttosto che dissolutivi.
Cavità componenti il complesso
Bibliografia
Pino Guidi e Aurelio Pavanello
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano - Udine, Provincia di Udine - Assessorato all'Ambiente (2011)
Biblioteca del CSR
Collocazione: In "Il fenomeno carsico delle Alpi Giulie" Mem. Ist. It. Spel., s. II, vol. XXIV, 2011, pp. 37-41.
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Incidenti e soccorso
Keyword: Incidente
Nell'articolo è riportato un incidente avvenuto presso l'Abisso Mornig
Fabio Stoch
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano - Udine, Provincia di Udine - Assessorato all'Ambiente (2011)
Biblioteca del CSR
Collocazione: In "Il fenomeno carsico delle Alpi Giulie" Mem. Ist. It. Spel., s. II, vol. XXIV, 2011, pp. 99-113.
Categorie: Biospeleologia
Indici: Fauna
Keyword: Fauna, Animali
Fauna locale
Maurizio Tavagnutti (1975)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Atti del primo convegno di speleologia del Friuli Venezia Giulia 8-9 dicembre 1973
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni
Keyword: Esplorazione, Carso, ricerca
Descrizione speleologica sull' abisso "Emilio Comici".
Alessandro Mosetti
Gruppo triestino speleologi (1992)
Collocazione: Bollettino del gruppo triestino speleologi N.12/92
Categorie: Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni, Guide e narrativa
Keyword: esplorazioni, scoperta, Abisso Mornig, Canin
L'articolo descrive l'abisso Mornig e le fasi esplorative.
gianni benedetti e alessandro mosetti
gruppo triestino speleologi (1985)
Biblioteca del CSR
Collocazione: BOLLETTINO DEL GRUPPO TRIESTINO SPELEOLOGI VOLUME 5
Categorie: Documentazione speleologica
Indici: Cartografia, Fotografia, Guide e narrativa
Keyword: abisso, esplorazioni
storia, descrizioni e curiosità di alcune grotte
Gianni Benedetti
Gruppo Triestino Speleologi (1991)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Bollettino del gruppo triestino speleologi N. 11/91
Categorie: Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni
Keyword: Storia, Esplorazioni, Descrizione
Storia delle esplorazioni e descrizione con alcune misure dimensionali e della temperatura.
M. Tavagnutti
Società Speleologica Italiana (1980)
Biblioteca del CSR
Collocazione: in "Speleologia" n. 4, Rivista della società speleologica italiana
Link: http://www.speleo.it/site/images/speleologia/Speleologia_04_Dic_1980%20OCR.pdf
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni
Keyword: esplorazione
Note sull'esplorazione fino a profondità di 375 metri e scoperta dell'ingresso laterale
Paolo Guglia e Franco Gherlizza
Società Speleologica italiana (1981)
Biblioteca del CSR
Collocazione: "Speleologia" n. 6, Rivista della società speleologica italiana
Link: http://www.speleo.it/site/images/speleologia/Speleologia_06_Dic_1981 OCR.pdf
Categorie: Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni, Guide e narrativa
Keyword: esplorazioni, scoperta, Abisso Mornig, Canin
Note sulle esplorazioni e descrizione della cavità.
Giacomo Casagrande
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano - Udine, Provincia di Udine - Assessorato all'Ambiente (2011)
Biblioteca del CSR
Collocazione: In "Il fenomeno carsico delle Alpi Giulie" Mem. Ist. It. Spel., s. II, vol. XXIV, 2011, pp 115-129
Categorie: Geospeleologia e carsismo
Indici: Geomorfologia e speleogenesi
Keyword: Evoluzione geomorfologica, Speleogenesi
Breve descrizione delle cavità a nord ovest del massiccio del Canin trattando aspetti storici e descrittivi e analisi dell'evoluzione geomorfologica
Franco Gherlizza
Federazione Speleologica Triestina (1998)
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2012/02/AnnuarioSoccorso_1998_WEB.pdf
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Incidenti e soccorso
Keyword: Incidente, soccorso, infortunio
Breve descrizione dell’incidente avvenuto in questa cavità il 3 novembre 1974
Gianni Benedetti
Società Speleologica Italiana (1984) (1984)
Biblioteca del CSR
Collocazione: “Speleologia” n.10, Rivista della società speleologica italiana
Link: http://www.speleo.it/site/images/speleologia/Speleologia_10_Gen_1984 OCR.pdf
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni
Keyword: Occlusione di ghiaccio, avventura
Resoconto dell'esplorazione
Franco Gherlizza
Federazione Speleologica Triestina (1998)
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2012/02/AnnuarioSoccorso_1998_WEB.pdf
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Incidenti e soccorso
Keyword: incidenti, soccorso, Canin
Tullio Ferluga
Commissione grotte Eugenio Boegan (1979)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Progressione n.4
Link: http://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/08/Progressione_004.pdf
Categorie: Documentazione speleologica
Indici: Guide e narrativa
Keyword: foran del muss, abisso
Descrizione ingresso e ubicazione
M.B.T.
Commissione grotte Eugenio Boegan (1980)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Progressione n.6
Link: http://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/08/Progressione_006.pdf
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni
Keyword: esplorazioni, profondità
Nuova profondità raggiunta.
Casagrande G., Mosetti A., Zamparo G.
Federazione Speleologica Regionale del FVG (1999)
Collocazione: in Atti dell’Vili Convegno Regionale del Friuli- Venezia Giulia, Federazione Speleologica Regionale del FVG, Trieste
Categorie: Documentazione speleologica, Geospeleologia e carsismo
G. Benedetti e A. Mosetti
Società Speleologica Italiana (2000)
Collocazione: in "Speleologia" n. 42
Link: http://www.speleo.it/site/images/speleologia/Speleologia_42_Nov_2000 OCR.pdf
Categorie: Documentazione speleologica
Keyword: Geomorfologia, Idrologia, Storia esplorativa, Foran del Muss, Monte Canin
Il Foran del Muss rappresenta una delle varie zone carsiche del Massiccio del M. Canin (Friuli-Venezia Giulia - Italia). Dai primi anni ’70 vi si compiono esplorazioni speleologiche che hanno portato alla scoperta di vari profondi abissi indi- pendenti (Ab. Comici, Ab. Seppenhofer, Ab. Momig, ecc.). Dagli anni ’90, a seguito di un primo collegamento (Ab. Viva Zio-Ab. Momig) gli esploratori, principalmente della Regione, hanno iniziato un lavoro sistematico al fine di collegare i vari abissi dell’area. Dopo una decina d’anni, grazie anche alle scoperte fatte da speleologi polacchi con i quali si è instaurato un rapporto di collabo- razione, è stato possibile formare un complesso ipogeo che per il momento conta 23 ingressi, oltre 15 km di sviluppo planimetrico e 1.110 metri di profondità.
Alessandro Mosetti
Società Speleologica Italiana (2017)
Link: http://www.speleologiassi.it/76-dobra-picka-2017/
Categorie: Documentazione speleologica
Indici: Cinematografia e filmati
Keyword: video
Il video testimonia il campo interno del 2017.
Ulteriore link:
https://youtu.be/jk90Rr2t6dA
S-Team
S-Team (2012)
Link: http://www.speleo-team.it/2012/08/dobra-picka-in-canin.html
Categorie: Documentazione speleologica
Indici: Articoli online e siti web
Keyword: Fotografie
Resoconto di un'uscita fotografica.
Fotografie
Graziano Cancian
Museo Friulano di Storia Naturale, Udine (2015)
Collocazione: Gortania, 37(2015), pp. 33-63, Udine,1.XII.2016 ISSN: 2038-0410
Link: http://www.civicimuseiudine.it/images/MFSN/Gortania/Gortania 37_GPP/G37_gpp_Cancian_LR.pdf
Categorie: Geospeleologia e carsismo
Indici: Depositi sotterranei, riempimenti, speleotemi
Nell’articolo vengono riportate le caratteristiche di 43 minerali di grotta finora identificati nel Friuli Venezia Giulia. Sono compresi in queste classi: ossidi e idrossidi, carbonati, solfati, fosfati, silicati. Le principali scoperte sono state effettuate a partire dal 1984, grazie soprattutto all’uso della diffrattometria a raggi X. Alcuni ritrovamenti sono stati i primi in Italia. Queste ricerche hanno dimostrato che nelle grotte sono presenti più fasi mineralogiche di quanto si ritenesse in passato. Il ritrovamento di questi minerali, pertanto, porta un utile contributo alla conoscenza del carsismo sotterraneo, poiché sono il prodotto di reazioni chimiche qui avvenute, inoltre, spesso sono stabili solo in determinate condizioni ambientali