2227 | Abisso dei Dannati
Ingresso principale
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Alpi Giulie
Comune: Chiusaforte
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 46,37836706
Lon. WGS84: 13,42307385
Est RDN2008/UTM 33N: 378730.644
Nord RDN2008/UTM 33N: 5137296.294
Quota ingresso: 2020 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 518 m
Sviluppo spaziale: 900 m
Profondità: 385 m
Dislivello totale: 385 m
Quota fondo: 1635 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta si apre a meno di 100m, in direzione SE, dal Bivacco Stefano Procopio. Per raggiungere l'ingresso sono possibili due diversi itinerari:
1°) scendere un ripido canalino erboso dietro al bivacco e quindi seguire la parete Est (destra), che dopo circa 30m è interrotta da una lunga frattura. Risalendola, in direzione Sud, si arriva all'imbocco.
2°) Da dietro il bivacco proseguire in piano, sui prati, tenendosi sulla sinistra, sino ad arrivare ad una paretina. L'imbocco si trova 15 sotto quest'ultima.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso è formato da un largo pozzo, originato da una delle numerose faglie N-S che tagliano il Foran del Muss (e che caratterizzerà tutta la grotta fino a -120m). Sul fondo di questo pozzo, profondo circa 20m, è sempre presente un notevole accumulo di neve. Da qui la grotta prosegue con un passaggio basso, dal suolo ingombro di massi, al quale segue una galleria, chiusa dopo pochi metri da una frana. All'inizio di questa galleria, dove è presente una discreta corrente d'aria (aspira d'estate: ingresso alto), una fessura sul pavimento, lunga circa 3m e piuttosto inclinata, porta ad un pozzo di 6m, al quale segue un vano abbastanza largo, dal pavimento instabile. Poco oltre si apre un pozzo di 10m, dalla sezione circolare e dall'imbocco piuttosto pericoloso per la presenza di una frana incombente. Alla base di questo salto, a sinistra, risale un bel meandro nel quale si apre una finestra, oltre alla quale parte un altro meandrino, in discesa, nel quale si sente una forte corrente d'aria (in aspirazione). Questo meandro è breve, stretto e molto inclinato e termina trasformandosi in un pozzo di 20m, articolato ed in parte franoso. A questo, segue un breve e largo meandro, un altro pozzo, di 25m, ed una breve galleria che sbuca in un ambiente abbastanza vasto, dal soffitto/parete perfettamente liscio (specchio di faglia con immersione 70°) e dal pavimento in frana, molto inclinato ed instabile. Alla base della frana, uno stretto passaggio permette di accedere ad un breve meandrino, che sfonda subito in un pozzo di 10m. Questo pozzo intercetta un grosso meandro, abbastanza concrezionato, il cui "a monte" è ancora da esplorare e che, verso valle, prosegue alzandosi gradatamente con comode cenge. Dopo 50m la morfologia cambia: il meandro si stringe ed il suo pavimento si sfonda; percorrendolo a metà altezza si incontra una serie di gallerie sovrapposte, di piccole dimensioni, molto articolate ( i Toboga), che sbucano, a varie altezze, sopra una sala di 15mx20m, che si raggiunge scendendo un pozzo, di circa 20m, che porta sulla china detritica della sala. Risalendo la china, si entra nelle sala vera e propria; discendendola, si giunge ad un meandro, non molto lungo, che sfonda in un pozzo profondo 30m. L'acqua che percorre questo meandro viene catturata da un pozzo parallelo, che dopo di 10m diventa impraticabile. Alla base del pozzo di 30m, un breve e fangoso meandro dà accesso ad un pozzetto di 5m, al cui fondo, sulla sinistra, dopo una risalita di 2m, si trova l'imbocco di un nuovo pozzo, non ancora disceso, e sulla destra si imbocca uno stretto meandro conduce, a sua volta, su di un pozzo valutato 20m, anche questo non sceso.
Traversando a 10m dal fondo del pozzo di 30m si giunge ad un largo ed alto meandro fossile. A questo punto, proseguendo circa 30m in alto nel meandro, che si risale facilmente su una ciclopica frana, si arriva sopra un pozzo di 50m. Se, invece, si continua in basso nel meandro, passando sotto la frana, si interseca un breve meandrino e si giunge sopra un pozzo di 14m. Tutti e due i pozzi permettono di raggiungere una grande sala (80mx20mx60m) che presenta varie possibilità di prosecuzione, ma tutte quante sono bloccate in frana. Solo a lato della base del pozzo di 14m esiste una prosecuzione che porta ad un pozzo di 72m (bagnato negli ultimi 30m). Dal suo fondo si prosegue per uno stretto e bagnato cunicolo che sbuca, dopo un saltino di 3m, in una piccola sala; qui una frattura si approfondisce, assorbendo tutta l'acqua. Traversando, in alto, si interseca un relitto di condotta freatica, sfondata subito da un pozzo di 15m, al quale segue un altro pozzo, molto ampio, di 20m, dove si rincontra l'acqua. Alla base di questo pozzo, una grossa frana sembra precludere ogni prosecuzione. La prosecuzione, invece, si trova tra i massi e la parete destra. Scendendo un paio di metri nella frana, si imbocca un breve meandrino che va a gettarsi in un pozzo di 20m, al quale segue un pozzetto di 3m. Qui si interseca una grande frattura che, con alcuni stretti passaggi, porta ad un pozzo di 5m, alla cui base, proseguendo ancora nella frattura, con passaggi abbastanza stretti e molto inclinati, si arriva sopra un pozzo, stimato 30m, non ancora disceso.
NOTA: 02-04-1997 - segnalazione di G. Benedetti (GTS):
la profondità dell'abisso è di 425m ed il fondo consiste in un sifone che è quasi sicuramente in comunicazione con l'Abisso Mornig (3511-1899FR). Questo nuovo tratto, più i rami nuovi recentemente rilevati dal GG TREVISO portano lo sviluppo della cavità a circa 1000m.