3511 | Abisso Giovanni Mornig
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2024
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Alpi Giulie
Comune: Chiusaforte
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 46,37933733
Lon. WGS84: 13,42491795
Est RDN2008/UTM 33N: 378874.604
Nord RDN2008/UTM 33N: 5137401.278
Quota ingresso: 1977 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 3465 m
Sviluppo spaziale: 4430 m
Volume: 88600000 m
Profondità: 441 m
Dislivello totale: 441 m
Quota fondo: 1536 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'ingresso della cavità s'apre a 1977m di quota, nella zona nordoccidentale del Foran del Muss, in corrispondenza di una dolina di crollo. L'ingresso è costituito da una bassa galleria sub-orizzontale diretta verso SE.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta si apre con un basso cunicolo (Punto 0) che, dopo pochi metri, sbocca in un meandro discendente. Segue un pozzo profondo 8 m, seguito subito da un'ulteriore verticale di 17 m. Si superano alcuni passaggi in opposizione e passata una cavernetta, si continua per il meandro, che in questo punto si presenta alquanto angusto. Si giunge così al primo passaggio delicato: le esigue dimensioni del meandro permettono la progressione solamente ad una certa altezza e anche sbagliando di poco, è facile rimanere incastrati. Ci si cala sul fondo del meandro e, superata una piccola frana, si giunge all'imbocco di un pozzo di 13 m; bisogna fare molta attenzione nella discesa, perché le pareti sono costituite da materiali friabili ed instabili. La cavità continua con un meandro dalle ampie dimensioni e presto si giunge in una vasta caverna, interessata da notevoli fenomeni clastici (Punto 1).
Si aprono ora due possibili vie di prosecuzione: a destra ci sono due pozzi in rapida successione, rispettivamente di 37 e 13 metri, mentre a sinistra si sprofonda un'unica verticale di 46 m. Queste due diramazioni si congiungono (Punti 2 e 3) subito prima di un pozzo di 112 m, la maggiore verticale di tutto l'abisso. Disceso questo salto, si giunge, dopo una ventina di metri di meandro in discesa, ad una strettoia di difficile passaggio. Essa immette direttamente in un pozzo profondo 37 metri subito seguito da un altro salto di 15 m. Si procede poi in un meandro lungo una trentina di metri, fino ad incontrare una serie di pozzi che si aprono in stretta successione: due salti di 10 e 17 m, ne segue uno di 27 m ed infine tre pozzetti vicinissimi di 15, 15 e 27 m. L'ultimo salto è interessato da una notevole quantità d'acqua, che qui si riversa con una scrosciante cascata. A una quindicina di metri dal fondo, si intravvedono due possibili prosecuzioni rispettivamente a SE ed a NO, dove si aprono due ampie finestre (Punto 4). Prendendo quella che si apre a SE, dopo un pendolo con la corda di una decina di metri, si arriva in una condotta meandriforme, si affrontano un saltino di 2 m ed una arrampicata di 1,5 m e dopo una breve galleria, si arriva ad una strettoia. Bisogna strisciare per 6 m nel fango per sbucare in un complesso di ampie gallerie che si possono seguire per un centinaio di metri. Si giunge quindi ad un'arrampicata di 5 m, seguita da una galleria in leggera discesa dalle considerevoli dimensioni (larghezza 4 m e altezza max 8 m). Salite altre due brevi arrampicate di 4 e 3 m, si giunge in una condotta efforativa, con un diametro di 2 m. Superato questo caratteristico passaggio, si arriva sull'orlo di un pozzo di 15 m, seguito subito da un altro salto di 3 m. Dal fondo di questo, dopo una breve strettoia, inizia una serie di gallerie in leggera discesa, che si sviluppano per oltre 200 m. Si giunge così ad un bivio (Punto 6): a destra si apre un pozzetto di 8 m non ancora disceso, mentre a sinistra si diparte una condotta discendente. Seguita quest'ultima per qualche centinaio di metri, si arriva ad una verticale di 27 m. Il fondo di questo pozzo è interessato da cospicui depositi di fango nero e da un lato si diparte un alto meandro; lo si percorre, fino ad incontrare una grande frana. Qui bisogna alzarsi per 20 m tra i massi per poterla superare, per poi proseguire nuovamente nel meandro. Questo però chiude quasi subito, perdendosi in un alto camino; termina qui questo ramo che, estendendosi per oltre 800 m, raggiunge la massima profondità dell'abisso «G. MORNIG», a —619 m.
Prendendo invece la finestra che si apre in direzione N.O. (Punto 4), si giunge in una condotta che, dopo un saltino di 3 m, sbocca in un ampio meandro; si possono scorgere alti camini ascendenti, mentre il fondo è ricoperto da massi di frana. Dopo circa 300 m, si giunge ad una strettoia non ancora forzata; da questo punto soffia una forte corrente d'aria e si può sentire il rumore di un notevole corso d'acqua (Punto 5).
(La descrizione sovrastante è tratta dall'articolo: - Nuove esplorazioni all'abisso "G. Mornig"-, P. Guglia e F. Gherlizza del 1981, i numeri si riferiscono al rilievo del 1981)
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Alla base di un ampio P40, a 100m di profondità, la grotta prosegue con una serie di pozzi attivi che a -350 intercettano il vasto sistema di gallerie orizzontali del Complesso. Alla sommità del P40 s'innesta la grotta degli Occhiali Appannati che s'apre quasi sulla verticale, a 2004m di quota, e che presenta uno scarso sviluppo planimetrico. A -350 il sistema di gallerie prosegue in due direzioni. Da un lato si sviluppa il Ramo NW, interamente fossile che, dopo aver piegato bruscamente verso S, termina su di un piccolo sifone, forse pensile, che è quasi sicuramente lo stesso con cui termina l'abisso K12, cavità non legata al Complesso. Questa è la zona più occidentale di tutto il sistema. Dalla parte opposta, invece, dopo uno stretto cunicolo fangoso (sifonante nel luglio 1991!) la grotta imbocca una serie di ampie gallerie dirette prima verso N, quindi rettilinee verso E, infine verso NE, terminando in una vasta sala in frana (limite del 1981); questa si trova circa 40m più bassa del collegamento fra Mornig, WZ8, Comici e Grotta DP.
Alla base del P40, a -100, risalendo la parete SE dell'ampia sala, s'imbocca la via completamente fossile che porta poi nella Sala Tonda, dove confluisce il pozzo di collegamento con l'Abisso dei Q.rdi (ex BR1). La diramazione prosegue costantemente verso S, raggiungendo due fondi a circa -400, posti nella parte più meridionale del Complesso. Prima di raggiungere questi due limiti, la diramazione intercetta un sistema di condotte che proseguono in direzione N e che riconfluiscono poi nell'ampio sistema di gallerie del Mornig. In questa zona s'innesta l'Abisso Alfa25; da qui si diparte anche la via alta (Wiatru-Galleria del Vento) che ripercorre esattamente le gallerie del fondo del Mornig, ma che si mantiene ad una quota costante di 40m superiore. Questa diramazione intercetta la partenza dell'ultimo pozzo dell'Abisso Viva Zio, la cui base ricalca le gallerie del fondo del Mornig e permette di oltrepassare la caverna finale del Mornig portando verso i collegamenti con il Comici e DP.