Nome principale: Grotta sul Castelliere di Nivize
Numero catasto: 1896
Numero catasto locale: 4616VG
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1971
Altri nomi
Grotta di Nivize
Non sono presenti informazioni
Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Stato ingresso: Agibile
Dimensione stimata ingresso: 0,8 x 1,1 m
Tipo ingresso: Verticale
Morfologia ingresso: Pozzo
Profondità pozzo d'accesso: 8 m
Pericoli all'accesso: Nessuno
Limitazioni: Nessuna
Accessibilità: Libera
Targhettatura
Presenza targhetta: Si
Sigla targhetta: 1896
Data targhettatura: 06/09/2015
Gruppo targhettatura: CAT - Club Alpinistico Triestino
Campagna targhettatura: 2015
Località
Comune: Monrupino / Repentabor
Area geografica: Carso Triestino
Area provinciale: Trieste
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 110061 - Colle dell’Anitra
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Tipo posizione: Aggiornamento Posizione
Tipo coordinate rilevate: Metriche Gauss-Boaga - Fuso Est
Latitudine: 5066262,9
Longitudine: 2426228
Lat. WGS84: 45,74335671
Lon. WGS84: 13,79446286
Est RDN2008/UTM 33N: 406222,002
Nord RDN2008/UTM 33N: 5066239,961
Data esecuzione posizione: 06/09/2015
Quota ingresso (s.l.m.): 506 m
Metodo rilevamento quota: Cartografico
Carta utilizzata: 1:5.000
Affidabilità posizione: Corretto
Autori della posizione
Autore: Franco Gherlizza
Gruppo appartenenza: CAT - Club Alpinistico Triestino
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 77 m
Profondità: 17 m
Dislivello totale: 17 m
Quota fondo: 489 m
Andamento cavità: Tratti verticali e orizzontali alternati
Stato della cavità
Grotta turistica: No
Meteorologia ipogea
Non sono presenti informazioni
Danneggiamenti
Non sono presenti informazioni
Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati, talora con marne, stratificati
Ambiente: Depositi di piattaforma protetta
Età: Giurassico sup. - Cretaceo inf.
Formazione: | Mb. di M.te Coste, Calcari di S. Don� |
Aspetti culturali
archeologico/paleontologico
Catasto Ragionato Informatico delle Grotte Archeologiche
Note culturali
folklore e leggende:
folklore e leggende:
Esisteva dunque sul colle un castello di banditi che depredavano al valico sotto il Tabor i viaggiatori in transito su una strada proveniente dai Balcani. Quando le autorità si stancarono dei loro misfatti, il maniero venne preso d’assalto ed i grassatori furono trucidati sul posto, ma non venne trovata traccia del frutto delle rapine, che si diceva di enorme valore. Nella affannosa ricerca l’edificio venne diroccato fino alle fondamenta ed appena allora si pensò che il tesoro poteva essere stato riposto in due profondi pozzi esistenti all’interno del castello ed ormai ostruiti dalle macerie del medesimo. Da quel momento iniziarono attorno al colle le apparizioni di spettri inquieti, sicché la gente non osava più andarvi per far legna o pascolare. Il luogo abbandonato inselvatichì e roveti impenetrabili pieni di serpi chiusero le carrarecce che portavano all’altura, sopra la quale i rapaci roteavano in fosche volute. Questo accadeva molto tempo fa.
Verso la fine dell’800 fu nominato parroco di Repentabor un certo Sirca, uomo risoluto cui l’esistenza del posto maledetto parve intollerabile. Così verso le undici di notte egli partiva con il sagrestano munito di una croce ed una lanterna, per far ritorno verso l’alba lacerato dagli spini e stremato dalla lotta con le larve che non volevano abbandonare il monte. Dopo diverse spedizioni esorcistiche i fantasmi furono scacciati e molti corsero a scavare sulla collina, dove all’inizio di questo secolo si vedevano le buche dei cerca tesori, i quali, pur delusi nei loro sogni di ricchezza, trovavano conferma della veridicità del racconto dai frammenti di antichi vasi, conservati ancora oggi in certe case come oggetti di origine arcana. (Marini, 1978)
Vincoli
Nome ramo: Principale
Numero ramo:
Descrizione ramo:
Ramo attivo: No
Pozzo/risalita/scivolo
Tipo | Dislivello | Nome |
---|---|---|
Pozzo | 2,6 m |
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'imbocco, quasi del tutto ostruito da un macigno, si apre al ciglio di una piccola dolina situata all'interno del Castelliere di Nivize, dolina che per la sua ubicazione e per la quota è una delle più singolari del Carso Triestino.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta venne individuata probabilmente già nel secolo scorso e ad essa si riferisce forse il Marchesetti, citando il rinvenimento di resti di epoca romana in una grotta.
In origine la parte accessibile era limitata al pozzo e ad un breve cunicolo discendente quasi del tutto ostruito da detriti, all'estremità del quale venne notato un pertugio di pochi centimetri, il quale, convenientemente allargato con un lungo e paziente lavoro, permise di accedere ad una spaziosa caverna, in parte abbellita da massicci depositi di concrezioni.
La grotta è importante per il rinvenimento, avvenuto nel 1965, di abbondanti resti scheletrici appartenenti ad individui vissuti presumibilmente nel Castelliere e la cui presenza nella cavità non può essere attribuita a cause accidentali, considerando anche quanto rinvenuto in una grotta vicina. Il mancato ritrovamento sul Carso triestino della necropoli dell'età del ferro potrebbe quindi essere spiegato da una diversa costumanza funeraria, per la quale i corpi venivano precipitati nelle cavità verticali dove l'accumularsi dei detriti, dovuto a fattori naturali o all'opera dell'uomo, ha sottratto finora i resti alle ricerche degli studiosi; le ossa infatti vennero messe in luce fortuitamente durante lo sgombero del pietrame che ostruiva il cunicolo terminale, lavoro questo intrapreso nell'intento di scoprire nuovi vani. Va ancora rilevato che la Grotta delle Mosche, nota per gli interessanti reperti archeologici, ha l'imbocco ugualmente protetto da un masso incastrato, per cui la coincidenza appare per lo meno strana.
Data rilievo: 30/08/1970
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Dario Marini
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Claudio Cocevar
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Planimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviBibliografia
Franco Gherlizza, Lino Monaco
Club Alpinistico Triestino (2016)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Grotte e leggende del Friuli Venezia Giulia
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Leggende, folklore, culto
Keyword: Tabor, banditi
La leggenda narra di gruppo di banditi che depredavano, al valico sotto il Tabor, i viaggiatori in transito. Quando le autorità si stancarono il loro rifugio venne preso d'assalto e i banditi vennero uccisi.
Dario Marini
Società Alpina delle Giulie (1975)
Collocazione: Alpi Giulie, 69 (1): 40-55, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Il lavoro trae origine dalla scoperta di resti antropologici avvenuta casualmente durante i lavori di disostruzione nella grotta sul castelliere di Nivize (VG 4616), nella grotta Francesco e nell’abisso Gianni Cesca (Poggioreale del Carso). Per la natura del deposito si ritiene che possano essere delle deposizioni intenzionali e non accidentali.
Puschi A.
Società di Minerva (1892)
Collocazione: Archeografo Triestino, 18: 263-268, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nell'articolo l'autore illustra anche il ritrovamento di uno scheletro umano all'interno della grotta sul Castelliere di Nivize.
Maselli Scotti F.
Edizioni Quasar (1979)
Collocazione: Antichità AltoAdriatiche, 15: 345-381, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'articolo prende in esame il territorio compreso tra Tergeste e le foci del Timavo, dove numerose sono le attestazioni della presenza romana. Tra i siti presi in esame vi sono anche quelli rilevati nelle grotte carsiche. Ampio spazio viene dato all'analisi del Mitreo.
Leben F.
Inštitut za arheologijo ZRC SAZU (1978)
Collocazione: Arheološki vestnik, 29: 13-35, Ljubljana (Slo)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo l'autore offre una rassegna riassuntiva sulla vita spirituale e materiale degli uomini tra il Neolitico e l'età del ferro nel territorio delle Alpi sudorientali. Sono presi in esame i rinvenimenti di sepolture o resti scheletrici e di oggetti di culto, motli riguardano grotte del Carso.
Marzolini G., Paparella R.
Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia (1988)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nell'articolo gli autori danno notizia di una serie di rinvenimenti di interesse storico-archeologico effettuati sul territorio carsico. Tra essi si segnala il recupero di ceramica neolitica e di anfore romane nella grotta Lindner; di oggetti metallici e di una moneta nella grotta sul castelliere di Nivize; di oggetti in ferro e in ceramica nella grotta Moser; di monete romane e di frammenti di anfore nella Alexanderh
Pino Guidi
Circolo Speleologico Idrologico Friulano (2020)
Collocazione: in "Mondo Sotterraneo" numero XXV (1/2): 15-90, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Leggende, folklore, culto
Dario Marini
Società Alpina delle Giulie (1978)
Collocazione: in "Alpi Giulie" , 72: 71-74, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Leggende, folklore, culto
Franco Tauceri
Carso Segreto (2012)
Link: https://www.carsosegreto.it/2012/10/la-leggenda-del-castelliere-di-nivize.html
Categorie: Antropospeleologia, Documentazione speleologica
Indici: Leggende, folklore, culto, Articoli online e siti web
Agenda
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