Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta sul Castelliere di Nivize
Numero catasto: 1896
Numero catasto locale: 4616VG
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 77 m
Profondità: 17 m
Dislivello totale: 17 m
Quota fondo: 489 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 06/09/2015
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Monrupino / Repentabor Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,74335671 Lon. WGS84: 13,79446286 Est RDN2008/UTM 33N: 406222.002 Nord RDN2008/UTM 33N: 5066239.961 Quota ingresso: 506 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Carso
Area carsica: Carso (A) Morfologia: altopiano Geomorfologia: dolina Contesto attuale: prativo/arbustivo Distanza dal mare: 5.000-10.000 m Distanza da fonte d'acqua: 500-1.000 m
Caratteri interni
Andamento: Tratti verticali e orizzontali alternati
Pozzi: Sì
Planimetria: articolata: più vani
Grotta turistica: No
Acqua interna: No
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 45,74335671
Lon. WGS84: 13,79446286
Quota ingresso: 506 m s.l.m.
Morfologia: orlo dolina
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Archeologia
Data
Fine '800Autore
?Conservati
NoPubblicati
SiIndagine
Tipologia di indagine: recupero
Cronologia: Età romana
Materiali
Metallici: 2 monete (vedi Note)
Antropologici: 1 scheletro
Bibliografia: Puschi 1892; Durigon 1999
Note
Puschi riferisce di aver ricevuto comunicazione direttamente da Marchesetti "che in una piccola grotta di difficile accesso, che giace entro il recinto del castelliere di Nivize presso Repentabor, si rinvenne uno scheletro umano con appresso due bronzi mezzani di Alessandro Severo (222-235) con MARS ULTOR e di Giordano Pio (238-244) con VICTORIA AETERNA" (Puschi 1892, pp. 267-268). Il ritrovamento delle monete fu segnalato nel 1892 anche da Moser, che l’anno precedente visitò la grotta e ne disegnò la pianta (Flego, Župančič 2012, p. 180).Data
1965Autore
Società Alpina delle GiulieConservati
-Pubblicati
-Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Settore: Cumulo detritico alla base del pozzo di accesso.
Cronologia: Protostoria
Periodo: Età del bronzo-età del ferro
Materiali
Ceramici: manufatti non determinati
Paleontologici: ossi di animali prevalentemente domestici
Antropologici: resti di una ventina di individui
Bibliografia: Cannarella 1979
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati?
Denominazione deposito: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia
Indirizzo deposito: Piazza della Libertà 7, Trieste
Note
Durante i lavori di disostruzione della cavità furono rinvenuti in una nicchia una calotta cranica, un corno di cervo e vari frammenti di un vaso (Gherlizza, Halupca 1988, p. 225).Data
1984Autore
Associazione XXX Ottobre - Gruppo Ricerche di Paleontologia UmanaConservati
-Pubblicati
-Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Settore: Cumulo detritico alla base del pozzo di accesso.
Cronologia: Età romana
Materiali
Metallici: 1 moneta di Licinius Valerianus (253-260 d.C.); 1 ago di bronzo.
Bibliografia: Gherlizza, Halupca 1988; Durigon 1999
Depositi materiale
Situazione dei materiali: parzialmente conservati (moneta).
Denominazione deposito: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia
Indirizzo deposito: Piazza della Libertà 7, Trieste
Note
Nel deposito fu rinvenuta anche una "pallina fittile" di inquadramento e datazione non precisabili.Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'imbocco, quasi del tutto ostruito da un macigno, si apre al ciglio di una piccola dolina situata all'interno del Castelliere di Nivize, dolina che per la sua ubicazione e per la quota è una delle più singolari del Carso Triestino.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta venne individuata probabilmente già nel secolo scorso e ad essa si riferisce forse il Marchesetti, citando il rinvenimento di resti di epoca romana in una grotta.
In origine la parte accessibile era limitata al pozzo e ad un breve cunicolo discendente quasi del tutto ostruito da detriti, all'estremità del quale venne notato un pertugio di pochi centimetri, il quale, convenientemente allargato con un lungo e paziente lavoro, permise di accedere ad una spaziosa caverna, in parte abbellita da massicci depositi di concrezioni.
La grotta è importante per il rinvenimento, avvenuto nel 1965, di abbondanti resti scheletrici appartenenti ad individui vissuti presumibilmente nel Castelliere e la cui presenza nella cavità non può essere attribuita a cause accidentali, considerando anche quanto rinvenuto in una grotta vicina. Il mancato ritrovamento sul Carso triestino della necropoli dell'età del ferro potrebbe quindi essere spiegato da una diversa costumanza funeraria, per la quale i corpi venivano precipitati nelle cavità verticali dove l'accumularsi dei detriti, dovuto a fattori naturali o all'opera dell'uomo, ha sottratto finora i resti alle ricerche degli studiosi; le ossa infatti vennero messe in luce fortuitamente durante lo sgombero del pietrame che ostruiva il cunicolo terminale, lavoro questo intrapreso nell'intento di scoprire nuovi vani. Va ancora rilevato che la Grotta delle Mosche, nota per gli interessanti reperti archeologici, ha l'imbocco ugualmente protetto da un masso incastrato, per cui la coincidenza appare per lo meno strana.
Bibliografia
Dario Marini
Società Alpina delle Giulie (1975)
Collocazione: Alpi Giulie, 69 (1): 40-55, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Il lavoro trae origine dalla scoperta di resti antropologici avvenuta casualmente durante i lavori di disostruzione nella grotta sul castelliere di Nivize (VG 4616), nella grotta Francesco e nell’abisso Gianni Cesca (Poggioreale del Carso). Per la natura del deposito si ritiene che possano essere delle deposizioni intenzionali e non accidentali.
Puschi A.
Società di Minerva (1892)
Collocazione: Archeografo Triestino, 18: 263-268, Trieste
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nell'articolo l'autore illustra anche il ritrovamento di uno scheletro umano all'interno della grotta sul Castelliere di Nivize.
Maselli Scotti F.
Edizioni Quasar (1979)
Collocazione: Antichità AltoAdriatiche, 15: 345-381, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'articolo prende in esame il territorio compreso tra Tergeste e le foci del Timavo, dove numerose sono le attestazioni della presenza romana. Tra i siti presi in esame vi sono anche quelli rilevati nelle grotte carsiche. Ampio spazio viene dato all'analisi del Mitreo.
Leben F.
Inštitut za arheologijo ZRC SAZU (1978)
Collocazione: Arheološki vestnik, 29: 13-35, Ljubljana (Slo)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo l'autore offre una rassegna riassuntiva sulla vita spirituale e materiale degli uomini tra il Neolitico e l'età del ferro nel territorio delle Alpi sudorientali. Sono presi in esame i rinvenimenti di sepolture o resti scheletrici e di oggetti di culto, motli riguardano grotte del Carso.
Marzolini G., Paparella R.
Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia (1988)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nell'articolo gli autori danno notizia di una serie di rinvenimenti di interesse storico-archeologico effettuati sul territorio carsico. Tra essi si segnala il recupero di ceramica neolitica e di anfore romane nella grotta Lindner; di oggetti metallici e di una moneta nella grotta sul castelliere di Nivize; di oggetti in ferro e in ceramica nella grotta Moser; di monete romane e di frammenti di anfore nella Alexanderh