Nome principale: Grotta a N della Val Rosandra
Numero catasto: 567
Numero catasto locale: 2723VG
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1969
Altri nomi
Grotta presso S. Maria di Rosandra
Non sono presenti informazioni
Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Stato ingresso: Agibile
Dimensione stimata ingresso: 1,5 x 3 m
Tipo ingresso: Orizzontale
Morfologia ingresso: Fessura
Pericoli all'accesso: Nessuno
Limitazioni: Nessuna
Accessibilità: Libera
Data di accatastamento: 26/07/2012
Targhettatura
Presenza targhetta: No
Località
Comune: San Dorligo della Valle / Dolina
Area geografica: Carso Triestino
Area provinciale: Trieste
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 110152 - Draga Sant’Elia
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Tipo posizione: Aggiornamento Posizione
Tipo coordinate rilevate: Geografiche WGS84
Latitudine: 45,620699
Longitudine: 13,879435
Lat. WGS84: 45,620699
Lon. WGS84: 13,879435
Est RDN2008/UTM 33N: 412641,201
Nord RDN2008/UTM 33N: 5052516,556
Data esecuzione posizione: 02/01/2008
Quota ingresso (s.l.m.): 328 m
Metodo rilevamento quota: GPS
Carta utilizzata: 1:5.000
Affidabilità posizione: Corretto
Autori della posizione
Autore: Aldo Michelini
Gruppo appartenenza: ISP FOR - Ispettorato Ripartimentale Foreste
Autore: Riccardo Corazzi
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 189 m
Sviluppo spaziale: 218 m
Estensione: 76 m
Dislivello positivo: 6 m
Profondità: 20 m
Dislivello totale: 26 m
Quota fondo: 295 m
Andamento cavità: Prevalentemente orizzontale
Stato della cavità
Artificiale: No
Introvabile: No
Esplorazione in corso: Si Prosecuzioni: Non visibili prosecuzioni Presenza rami: No Cavità attrezzata: No Grotta turistica: No
Presenza d'acqua
solo stillicidio temporaneo/a
Acque
Acque di fondo perenni: No
Acque di fondo temporanee: No
Sifoni
Presenza sifoni: No
Laghi
Laghi permanenti: No
Vaschette
Presenza vaschette piene: Si
Presenza vaschette vuote: Si
Grotte marine: No
Grotte marine
Meteorologia ipogea
Non sono presenti informazioni
Danneggiamenti
Presenza danneggiamenti: No
Opere abusive: No
Cavità distrutta: No
Ostruzioni interne: No
Non sono presenti informazioni
Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati, talora con marne, stratificati
Ambiente: Depositi di piattaforma
Età: Paleocene - Eocene inf.
Formazione: | Liburnico: Vreme e Cosina |
Litologia
Calcare
Depositi
sabbia
fango
Concrezioni: Si
Geosito ipogeo: No Presenza fossili: No La cavità si apre ad Est della cima del Monte Stena, Val Rosandra. Il Monte Stena è un blocco dalle radici calcaree, una scaglia tettonica compresa tra due faglie inverse direzione est-ovest e immersione verso nord. La stratificazione immerge di pochi gradi verso monte, così come le principali faglie. La morfologia esterna è ad ampi gradoni poco inclinati e scarpate subverticali, conseguenti alla serie di faglie inverse a basso angolo che portano più volte i calcari a sovrastare le torbiditi del Flysch. Alla base di una di queste scarpate, si apre la cavità in oggetto, nei calcari ad Alveoline e Nummuliti (Thanetiano sup. - Ypresiano m.), su di un asse di sovrascorrimento orientato in modo dinarico (NW-SE): un centinaio di metri prima dell'ingresso della cavità è possibile apprezzare i banchi di marne del Flysch di Trieste (Luteziano p.p.). Da un punto di vista morfologico, grossomodo, la Grotta delle Vergini consiste in una galleria suborizzontale in gran parte sviluppata a quote fra 330 e 315m slm, che intersecano vani di modeste dimensioni. La condotta iniziale, pochi metri dopo l'ingresso, era chiusa depositi d'argilla e materiale alluvionale eterogeneo. I vani interni sono adornati da colate parietali, gruppi stalagmitici e stalattitici da piccoli crolli che mascherano la forma originaria dei vani. Note geologiche
Nella cavità sono poche e di dimensioni limitate le condotte forzate, sviluppate secondo piani di discontinuità con deboli morfologie parietali erosivo-corrosive e pavimento occupato da concrezioni. L’ingresso della cavità, e le zone di sviluppo che fanno riferimento ai caposaldi 21.23 e 21.15, orientate tutte su asse NE-SW, potevano costituire le antiche condotte singenetiche di alimentazione della cavità (il cui asse interno principale è modellato debolmente verso NW-SE), oggi troncate per l’arretramento del versante del Monte Stena e da successivi riempimenti.
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Vincoli
Vincolo idrogeologico: Si
Vincolo archeologico: No
Nome ramo: Principale
Numero ramo: 1
Descrizione ramo:
Ramo attivo: No
Pozzo/risalita/scivolo
Tipo | Dislivello | Nome |
---|---|---|
Scivolo | 6 m | 1 |
Inizia come uno scivolo calcificato per poi divenire verticale | ||
Pozzo | 12 m | 2 |
Si apre al caposaldo 21.19 con una fessura in calcite per poi aumentare di dimensioni sino alla base | ||
Pozzo | 6 m | 3 |
Pozzo concrezionato di collegamento tra le sale dei caposaldi 21.4>21.8 | ||
Pozzo | 4 m | 4 |
Breve verticale calcificata, anche arrampicabile. |
Breve descrizione del percorso d'accesso
La piccola caverna si apre in Val Rosandra, ai piedi delle pareti chiamate "Le Vergini". Per raggiungere la cavità è utile partire dal sentiero che inizia subito dietro la trattoria "Al Pozzo", presso l'abitato di S. Lorenzo. Giunti sulla strada cementata che porta al casello "Modugno", tale viene seguita per circa 300m verso E, sino a una curva a sx e nel tratto ove la strada inizia a scendere ripidamente, sul fianco sx appare una traccia che s'inoltra risalendo nella macchia vegetativa. Si segue tale traccia che porta sotto a delle pareti di roccia, sinché giunti nel settore d'arrampicata denominato "Le Vergini, l'imbocco si presenta evidente ai piedi di una piccola parete.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso è costituito da una fenditura verticale alta, ma la volta si abbassa repentinamente e l'accesso si riduce così ad un bassissimo cunicolo che si supera strisciando. La volta, poi, si innalza nuovamente e si giunge in un piccolo vano ricco di concrezioni, chiuso da una colata. La parete è segnata dalla sigla B.O.A. 24/4/1932.
AGGIORNAMENTO 2022
Nel 2011 sono iniziati i lavori di rimozione del deposito di terra e calcite che intasava la parte finale della grotta così come conosciuta.
La fenditura in roccia che costituisce l’ingresso della cavità (0,80x1 m), dopo pochi metri disagevoli conduce in un vano più comodo, a suolo argilloso generalmente secco: sulla destra un piccolo vano si espande in salita. Scendendo seduti ancora per qualche metro, ci si affaccia a quello che era il termine della cavità e che è stato scavato, un cunicolo stretto a fondo detritico, che prosegue per 5 metri, al termine dei quali ci si alza in un vano ampio e concrezionato. Effettuata una svolta verso Nord, sopra la visuale d’orizzonte s’estende un camino che è stato risalito per 18 metri (probabilmente sede di un altro ingresso esterno in parete, ostruito). Superato il camino, è sufficiente seguire lo sviluppo principale degli ambienti, tralasciando piccoli vani ciechi marginali: qui la cavità ha un abbassamento della volta, breve, per poi rialzarsi, mentre le dimensioni medie sono sempre modeste (1,5x2m). Dopo una minima depressione del suolo, la struttura inizia ad orientarsi in direzione NE e compare a pavimento un ammasso di ghiaia non coerente, a granulometria media, non interessata da azione meccanica abrasiva, scaricato nella cavità in tempi relativamente recenti da un inghiottitoio soprastate (anche questo camino risalito senza risultati). La progressione in questo tratto si svolge in salita per una decina di metri, sempre con la ghiaia al suolo: all’apice, la massa incoerente diviene compatta, agglomerata da sedimento sabbioso-argilloso e dalle acque di lavaggio e sedimentazione degli inerti stessi. Un altro scavo è stato necessario per aprire il passaggio nella struttura, prima senza risultati verso una finestrella in direzione Nord, poi con successo in un pertugio con asse di sviluppo verso Est (inverno 2022). Entrando a carponi nella sezione regolare della frana compatta, dopo una decina di metri il sedimento si esaurisce e si sbuca in un piccolo vano concrezionato, che si estende verso Est, in ambienti piccoli e con depositi calcitici. Il proseguimento è strutturato nell’eseguire un’arrampicata su una colata, all’apice della quale un altro pertugio è stato reso fruibile con lavori di scavo: subito dopo (punto 21.1) dietro ad una colonna inizia uno scivolo concrezionato (P.6) che conduce in una prima saletta adorna di formazioni. Da questo punto l’asse principale della cavità si orienta decisamente in direzione E-O. Dopo pochi metri è apprezzabile, sulla parete di destra in basso, un pertugio stretto che rappresenta la partenza del pozzo interno di 12 metri: tale verticale inizia stretta per allargarsi subito dopo in vani comodi, dati alla base con misure di 3x7m: lasciata la corda, s’innesta un’ampia (ma breve) galleria disposta SO-NE con crolli, riempimenti d’argilla e vani concrezionati. In questo tratto si percepisce distintamente corrente d’aria in uscita, data da un probabile ingresso ostruito: triangolazioni sul versante esterno hanno permesso di individuare il punto d’ingresso, non reso agibile in quanto non comporta nessuna agevolazione o interesse alle esplorazioni.
Ritornando al punto 21.18 della poligonale, passata una volta ad arco, si entra nel tratto più vasto della grotta, una sala di 12x4m, alta mediamente 5 m: sul fianco S risale uno scivolo concrezionato che, attraversato verso O, a circa metà del suo sviluppo, conduce tramite un’ulteriore arrampicata ad un vano in salita, molto concrezionato, che termina con una fessura. In questo punto è disposto il maggior dislivello positivo della grotta, +6 m rispetto l’ingresso.
Il fianco O della sala è interrotto da un salto di 6 metri che se attraversato in alto, affaccia su una condotta forzata freatica discendente della lunghezza di 15 metri. Alla base del salto invece, un’altra sala pesantemente concrezionata segna due brevi rami distinti: uno scivolo in salita (di nuovo SO-NE) chiuso da potenti depositi calcitici e una breve galleria, verso O, dove a causa del concrezionamento è necessario procedere abbassati. Dopo un paio di metri e ripresa la postura verticale, un breve salto-scivolo di 4 metri riporta in ambienti comodi. Ancora 12 m in direzione sempre O e, dietro ad una colonna, la cavità termina con un brusco abbassamento della volta rocciosa, in un orizzonte che in epoca recente doveva essere sede di una piccola vasca d’acqua, ora asciutta.
Data rilievo: 12/02/2022
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Precisione rilievo: 6
Autori del rilievo
Autore: Riccardo Corazzi
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Federico Deponte
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Rossana Litteri
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta
Scala rilievo: 1:200
Tipo file rilievo: Sezione
Scala rilievo: 1:200
Note rilievo: La scala di restituzione originale è 1:300
Scarica rilievo originale
Data rilievo: 13/05/1959
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Dario Marini
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Data rilievo: 26/02/1930
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Livio Stefani
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Scarica rilievo originaleData rilievo: 12/02/2022
Precisione rilievo: 6
Poligonale
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3D
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Libretto
Scarica filePlanimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviData planimetria: 12/02/2022
Accuratezza: Da disegno
Campo note
Digitalizzazione da rilievo del 12/02/2022
Bibliografia
Non sono presenti informazioni
Agenda
Non sono presenti informazioni
Altri files
Nome file: 567_poli_12022022.KML
Descrizione file: Poligonale con splay e caposaldi relativa al rilievo CGEB del 12/02/2022
Relativo a: Poligonali