567 | Grotta a N della Val Rosandra
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta a N della Val Rosandra
Numero catasto: 567
Numero catasto locale: 2723VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 02/01/2008
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: San Dorligo della Valle / Dolina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 45,620699
Lon. WGS84: 13,879435
Est RDN2008/UTM 33N: 412641.201
Nord RDN2008/UTM 33N: 5052516.556
Quota ingresso: 328 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 189 m
Sviluppo spaziale: 218 m
Estensione: 76 m
Dislivello positivo: 6 m
Profondità: 20 m
Dislivello totale: 26 m
Quota fondo: 295 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La piccola caverna si apre in Val Rosandra, ai piedi delle pareti chiamate "Le Vergini". Per raggiungere la cavità è utile partire dal sentiero che inizia subito dietro la trattoria "Al Pozzo", presso l'abitato di S. Lorenzo. Giunti sulla strada cementata che porta al casello "Modugno", tale viene seguita per circa 300m verso E, sino a una curva a sx e nel tratto ove la strada inizia a scendere ripidamente, sul fianco sx appare una traccia che s'inoltra risalendo nella macchia vegetativa. Si segue tale traccia che porta sotto a delle pareti di roccia, sinché giunti nel settore d'arrampicata denominato "Le Vergini, l'imbocco si presenta evidente ai piedi di una piccola parete.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso è costituito da una fenditura verticale alta, ma la volta si abbassa repentinamente e l'accesso si riduce così ad un bassissimo cunicolo che si supera strisciando. La volta, poi, si innalza nuovamente e si giunge in un piccolo vano ricco di concrezioni, chiuso da una colata. La parete è segnata dalla sigla B.O.A. 24/4/1932.
AGGIORNAMENTO 2022
Nel 2011 sono iniziati i lavori di rimozione del deposito di terra e calcite che intasava la parte finale della grotta così come conosciuta.
La fenditura in roccia che costituisce l’ingresso della cavità (0,80x1 m), dopo pochi metri disagevoli conduce in un vano più comodo, a suolo argilloso generalmente secco: sulla destra un piccolo vano si espande in salita. Scendendo seduti ancora per qualche metro, ci si affaccia a quello che era il termine della cavità e che è stato scavato, un cunicolo stretto a fondo detritico, che prosegue per 5 metri, al termine dei quali ci si alza in un vano ampio e concrezionato. Effettuata una svolta verso Nord, sopra la visuale d’orizzonte s’estende un camino che è stato risalito per 18 metri (probabilmente sede di un altro ingresso esterno in parete, ostruito). Superato il camino, è sufficiente seguire lo sviluppo principale degli ambienti, tralasciando piccoli vani ciechi marginali: qui la cavità ha un abbassamento della volta, breve, per poi rialzarsi, mentre le dimensioni medie sono sempre modeste (1,5x2m). Dopo una minima depressione del suolo, la struttura inizia ad orientarsi in direzione NE e compare a pavimento un ammasso di ghiaia non coerente, a granulometria media, non interessata da azione meccanica abrasiva, scaricato nella cavità in tempi relativamente recenti da un inghiottitoio soprastate (anche questo camino risalito senza risultati). La progressione in questo tratto si svolge in salita per una decina di metri, sempre con la ghiaia al suolo: all’apice, la massa incoerente diviene compatta, agglomerata da sedimento sabbioso-argilloso e dalle acque di lavaggio e sedimentazione degli inerti stessi. Un altro scavo è stato necessario per aprire il passaggio nella struttura, prima senza risultati verso una finestrella in direzione Nord, poi con successo in un pertugio con asse di sviluppo verso Est (inverno 2022). Entrando a carponi nella sezione regolare della frana compatta, dopo una decina di metri il sedimento si esaurisce e si sbuca in un piccolo vano concrezionato, che si estende verso Est, in ambienti piccoli e con depositi calcitici. Il proseguimento è strutturato nell’eseguire un’arrampicata su una colata, all’apice della quale un altro pertugio è stato reso fruibile con lavori di scavo: subito dopo (punto 21.1) dietro ad una colonna inizia uno scivolo concrezionato (P.6) che conduce in una prima saletta adorna di formazioni. Da questo punto l’asse principale della cavità si orienta decisamente in direzione E-O. Dopo pochi metri è apprezzabile, sulla parete di destra in basso, un pertugio stretto che rappresenta la partenza del pozzo interno di 12 metri: tale verticale inizia stretta per allargarsi subito dopo in vani comodi, dati alla base con misure di 3x7m: lasciata la corda, s’innesta un’ampia (ma breve) galleria disposta SO-NE con crolli, riempimenti d’argilla e vani concrezionati. In questo tratto si percepisce distintamente corrente d’aria in uscita, data da un probabile ingresso ostruito: triangolazioni sul versante esterno hanno permesso di individuare il punto d’ingresso, non reso agibile in quanto non comporta nessuna agevolazione o interesse alle esplorazioni.
Ritornando al punto 21.18 della poligonale, passata una volta ad arco, si entra nel tratto più vasto della grotta, una sala di 12x4m, alta mediamente 5 m: sul fianco S risale uno scivolo concrezionato che, attraversato verso O, a circa metà del suo sviluppo, conduce tramite un’ulteriore arrampicata ad un vano in salita, molto concrezionato, che termina con una fessura. In questo punto è disposto il maggior dislivello positivo della grotta, +6 m rispetto l’ingresso.
Il fianco O della sala è interrotto da un salto di 6 metri che se attraversato in alto, affaccia su una condotta forzata freatica discendente della lunghezza di 15 metri. Alla base del salto invece, un’altra sala pesantemente concrezionata segna due brevi rami distinti: uno scivolo in salita (di nuovo SO-NE) chiuso da potenti depositi calcitici e una breve galleria, verso O, dove a causa del concrezionamento è necessario procedere abbassati. Dopo un paio di metri e ripresa la postura verticale, un breve salto-scivolo di 4 metri riporta in ambienti comodi. Ancora 12 m in direzione sempre O e, dietro ad una colonna, la cavità termina con un brusco abbassamento della volta rocciosa, in un orizzonte che in epoca recente doveva essere sede di una piccola vasca d’acqua, ora asciutta.