Nome principale: Abisso Paolo Fonda
Note nome: Abisso dedicato allo speleologo Paolo Fonda (Trieste 1959 – Golfo di Trieste 1982)
Numero catasto: 4264
Numero catasto locale: 2400FR
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1985
Data scoperta: 27/09/1984
Scopritore: Maurizio Glavina
Gruppo scopritore: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Stato ingresso: Agibile
Tipo ingresso: Verticale
Morfologia ingresso: Pozzo
Profondità pozzo d'accesso: 11 m
Targhettatura
Presenza targhetta: No
Località
Comune: Chiusaforte
Area geografica: Alpi Giulie
Area provinciale: Udine
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 050022 - Sella Prevala
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Tipo posizione: Aggiornamento Posizione
Tipo coordinate rilevate: Geografiche WGS84
Latitudine: 46,372885
Longitudine: 13,463562
Lat. WGS84: 46,372885
Lon. WGS84: 13,463562
Est RDN2008/UTM 33N: 381832,417
Nord RDN2008/UTM 33N: 5136625,915
Note rilevamento posizione: affidabilità 5/10 metri
Data esecuzione posizione: 12/10/2023
Quota ingresso (s.l.m.): 1830 m
Metodo rilevamento quota: Cartografico
Affidabilità posizione: Corretto
Autori della posizione
Autore: Michele Potleca
Gruppo appartenenza: SGEO - Regione FVG - Servizio geologico
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 849 m
Profondità: 712,5 m
Dislivello totale: 712,5 m
Quota fondo: 1117,5 m
Andamento cavità: Prevalentemente verticale
Stato della cavità
Prosecuzioni: Presenza di prosecuzioni accessibili
Grotta turistica: No
Sifoni
Presenza sifoni: Si
Sifoni permanenti: Si
Meteorologia ipogea
Non sono presenti informazioni
Danneggiamenti
Non sono presenti informazioni
Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati, talora con marne, stratificati
Ambiente: Depositi di piattaforma
Età: Trias sup.
Formazione: |
Non sono presenti informazioni
Vincoli
Vincolo paesaggistico: Segnalata alla Regione per futura tutela
Nome ramo: FONDO
Numero ramo: 1
Descrizione ramo:
Ramo attivo: No
Pozzo/risalita/scivolo
Tipo | Dislivello | Nome |
---|---|---|
Pozzo | 23 m | |
Pozzo | 7 m | |
Pozzo | 8 m | |
Pozzo | 30 m | |
Pozzo | 30 m | Pozzo conglomerati |
Pozzo | 17 m | |
Pozzo | 14 m | |
Pozzo | 286 m | Infinito |
Pozzo | 40 m | |
Pozzo | 25 m | |
Pozzo | 10 m | |
Pozzo | 10 m | |
Pozzo | 19 m | |
Pozzo | 15 m | |
Pozzo | 15 m | |
Pozzo | 13 m |
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'abisso si apre a circa 1850m di quota, sull'altopiano su cui sorge il Rifugio Gilberti. Si segue la strada sterrata che parte dal terminale della funivia e, dopo un centinaio di metri, si incontra l'antenna del rifugio. Qui ci si cala verso conca Prevala; dopo pochi metri, sulla parete di un Karren poco profondo, la scritta CGEB segnala l'ingresso, poco evidente perché ricoperto da un tetto di roccia.
Descrizione dei vani interni della cavità
Una piccola apertura immette subito in un pozzetto di 13m, con il fondo occupato da un nevaio perenne. A circa due metri dal fondo, nel detrito, una stretta fessura immette nel secondo pozzo, ampliato da evidenti crolli di massi che occupano l'ultima parte della verticale ostruendone la prosecuzione. A questo pozzo segue un breve cunicolo in discesa che conduce, dopo un pozzetto di 7m, in un saloncino con il fondo in frana, tra i massi della quale la cavità prosegue, in direzione NW, con una serie di stretti passaggi meandriformi e pozzettini in parte arrampicabili, dalle pareti lavorate dall'acqua. A circa -100, dopo una stretta fessura (la Fiepa), si aprono in successione un p.28 ed un p.30 impostati su fratture parallele, con direzione approssimativamente E-W ed ampliati, perpendicolarmente all'asse, dall'arretramento di una cascata. A-140 ciò ha provocato lo sdoppiamento del p.30, creando una stretta ed attiva prosecuzione inesplorata. A questa profondità iniziano anche i grandi depositi di conglomerati e brecce, formati da detrito che probabilmente per lungo tempo ha ostruito completamente la cavità a questo livello.
Alla base del p.30, uno stretto passaggio tra i massi porta in un ripido meandrino, dapprima impostato sulla frattura E-W e poi con direzione all'incirca SSW. La grotta compie quindi un ampio giro su se stessa e compare un rigagnolo che, alla base del successivo p.17, ha inciso una stretta e profonda forra nel riempimento di conglomerati.
L'ambiente diventa più grande e fa presagire la profonda verticale sulla quale si affaccia un terrazzino franoso, 19m più in basso. Il pozzo raggiunto è molto articolato, con sezione variabile da ellittica a sub-circolare. La verticale è interrotta da alcuni terrazzi franosi a -225, -300 e -320 ca.
A -340m di profondità il pozzo interseca la grande faglia con andamento E-W che interessa tutto l'altopiano, generando un ambiente di grandi dimensioni. La discesa prosegue lungo una quinta di roccia che permette di raggiungere, a -445, una cavernetta con il pavimento in blocchi di frana. Proseguendo oltre a questo vano si possono percorrere circa 30m ad andamento sub-orizzontale, tra massi di crollo e brecce di frizione, fino ad un piccolo ambiente chiuso. Fra i massi del fondo si apre un pozzo dalle pareti molto instabili, che porta alla base della faglia 35m più in basso. Il percorso più veloce evita la cavernetta e raggiunge, con un p.20 contro parete, il torrentello proveniente dall'amonte della faglia. Il suo percorso è stato solo parzialmente risalito a causa della discreta portata e della presenza di una cascata. Da questo punto la discesa prosegue all'interno di un'altra forra delimitata dalle pareti della faglia, verticali ed altissime, a tratti con il caratteristico aspetto a specchio.
Il fondo è ricoperto da grossi massi di frana e, spesso, si abbassa bruscamente, generando alcuni pozzi, dei quali il più profondo è di 45m. Dopo circa 250m di percorso in direzione Ovest, la faglia interseca una frattura con direzione quasi perpendicolare, in cui l'acqua si getta con un p.15, puntando verso Nord.
La morfologia della grotta cambia, divenendo quella tipica di condotta con fase primaria a pieno carico e approfondimento secondario che ha creato il successivo p.20.
questo sprofondamento conduce in un ambiente molto basso, anch'esso generato dall'incrociarsi di due fratture, che può essere risalito, per un tratto, tra grandi blocchi di frana, fino ad un pozzo ascendente.
In questa zona siamo ormai sotto al Bila Pec, le cui pareti sono interrotte esternamente da grandi fratture. Il torrente fin qui seguito si infila tra i massi e devia nuovamente proseguendo in direzione SSW. Il suo percorso è raggiungibile tramite una breve condotta sub-circolare, parzialmente ostruita da massi, ed un p.12.
Questo nuovo tratto della grotta è ad andamento tipicamente meandriforme e raccoglie alcuni arrivi, in corrispondenza dei quali è evidente l'originaria condotta sotto pressione, impostata su giunto di strato sub-orizzontale. All'altezza dell'ultimo affluente, risalito per circa 50m e chiuso si fessura, la direzione dalla grotta torna ad essere, grosso modo, E-W e l'ambiente assume l'aspetto di grossa condotta forzata, dal diametro di circa 3m, approfondita gravitazionalmente dal torrente, che ha scavato un sinuoso meandro sul fondo. Compaiono grossi depositi di fango che rivestono uniformemente le pareti e, dopo 140m circa di percorso orizzontale la galleria sprofonda nel limpido sifone terminale a quota -700.
Nel 1987 il sifone, di 5m, è stato superato dallo speleosub del CAT, R. Tomè, che ha scoperto due nuove prosecuzioni. La prima, sommersa, è stata esplorata per una trentina di metri di lunghezza ed una profondità di 5m e consiste in una condotta cilindrica, dal fondo ingombro di una sabbia pesante che, una volta rimossa, si deposita immediatamente.
La seconda consiste in un meandro attivo, che si esaurisce nel sifone stesso, e nel quale è presente una forte corrente d'aria.
Nel 1993 uno speleosub della CGEB, M. Baxa, ha continuato l'esplorazione della via sommerso. Percorsi 90m di galleria allagata, a sezione semicircolare e fondo ghiaioso, caratterizzata da ingresso angusto e da buona limpidezza dell'acqua, è uscito alla fine del sifone, in una galleria ascendente.
Da un ramo laterale del sifone, lo speleosub è riemerso sul fondo di quello che sembra essere un pozzo con "arrivo d'acqua", della larghezza di circa 8-10m. (Collegamento con l'Abisso del Laricetto 5834)
SEGNALAZIONE 2009 collegata con l'Abisso Sisma 5325 (Gruppi Ungheresi)
Data rilievo: 07/02/1993
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Massimo Baxa
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Data rilievo: 25/01/1987
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Roberto Tomè
Gruppo appartenenza: CAT - Club Alpinistico Triestino
Scarica rilievo originaleData rilievo: 31/12/1985
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Alberto Lazzarini
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Maurizio Glavina
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Paolo Pezzolato
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Patrizia Squassino
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Tullio Ferluga
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Aldo Fedel
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Guido Sollazzi
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Gianpaolo Sussan
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta
Scala rilievo: 1:500
Tipo file rilievo: Sezione
Scala rilievo: 1:1000
Scarica rilievo originale
Planimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviBibliografia
Squassino Patrizia
Società Speleologica Italiana (1985)
Biblioteca della SSI
Collocazione: in "Speleologia" n. 13
Link: http://www.speleo.it/site/images/speleologia/Speleologia_13_Lug_1985%20OCR.pdf
Categorie: Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni, Topografia e rilievo
Pino Guidi e Aurelio Pavanello
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano - Udine, Provincia di Udine - Assessorato all'Ambiente (2011)
Biblioteca del CSR
Collocazione: In "Il fenomeno carsico delle Alpi Giulie" Mem. Ist. It. Spel., s. II, vol. XXIV, 2011, pp. 37-41.
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Incidenti e soccorso
Keyword: Incidente
Nell'articolo è riportato un incidente avvenuto presso l'Abisso Fonda
Cirillo Daniele
Unione Speleologica Pordenonese (1995)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Esplorare 1995
Categorie: Geospeleologia e carsismo, Speleologia tecnica
Indici: Esplorazioni, Idrologia
Keyword: immersioni, esplorazioni, Monte Canin
L'articolo descrive l'Abisso Paolo Fonda e menziona un'immersione
Franco Gherlizza
Federazione Speleologica Triestina (1998)
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2012/02/AnnuarioSoccorso_1998_WEB.pdf
Categorie: Speleologia tecnica
Indici: Incidenti e soccorso
Patrizia Squassino
Commissione Grotte Eugenio Boegan (1985)
Collocazione: Progressione 13
Link: http://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/08/Progressione_013.pdf
Categorie: Documentazione speleologica
Indici: Articoli online e siti web, Topografia e rilievo
Szabó Lénárd (2008)
Collocazione: KARSZTFEJLŐDÉS XIII. Szombathely, 2008. pp. 247-267.
Link: https://epa.oszk.hu/03100/03192/00013/pdf/EPA03192_karsztfejlodes_2008_13_247-267.pdf
Categorie: Geospeleologia e carsismo
Indici: Geomorfologia e speleogenesi
The Michele Gortani cave system is in the Canin Plateau at the north of Italy. The 930 meter deep and nearly 40 kms long cave has 4 different stages. The mixing corrosion zone replaced in parallel with the the rising of the tectonical unit, and dissolved the stages which are connected by pit-systems developed by the ways of the descending karstic water. The tectonical units those constructs the Canin Plateau has risen in different movement, and the differently moving neighbour units has different cave-development circumstances, so in small area we can find caves with different morphology. The essay shows the morphology of the Michele Gortani, and after is about the demarcating of its tectonical unit.
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