Nome principale: Grotta Lazzaro Jerco
Numero catasto: 2305
Numero catasto locale: 4737VG
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1973
Altri nomi
Grotta nella Dolina Soffiante di Monrupino
Grotta Meravigliosa di Lazzaro Jerko
Grotta Lazzaro Jerko
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Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Stato ingresso: Agibile
Dimensione stimata ingresso: 1 x 1 m
Tipo ingresso: Verticale
Morfologia ingresso: Pozzetto
Profondità pozzo d'accesso: 4 m
Limitazioni: Griglia
Accessibilità: Previa richiesta chiavi
Note per Accessibilità: CH:SAG: chiusa: chiavi presso societa' alpina delle giulie
Data di accatastamento: 26/06/2013
Targhettatura
Presenza targhetta: Si
Sigla targhetta: 2305
Data targhettatura: 09/11/2019
Gruppo targhettatura: AXXXO - Associazione XXX Ottobre
Campagna targhettatura: 2019
Località
Comune: Monrupino / Repentabor
Area geografica: Carso Triestino
Area provinciale: Trieste
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 110062 - Monrupino
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale
Tipo posizione: Aggiornamento Posizione
Tipo coordinate rilevate: Metriche Gauss-Boaga - Fuso Est
Latitudine: 5062416
Longitudine: 2427047
Lat. WGS84: 45,70885021
Lon. WGS84: 13,80572597
Est RDN2008/UTM 33N: 407040,925
Nord RDN2008/UTM 33N: 5062393,114
Data esecuzione posizione: 31/08/2001
Quota ingresso (s.l.m.): 302 m
Metodo rilevamento quota: Cartografico
Carta utilizzata: 1:5.000
Note rilevamento quota: 312 m - Quota altimetrica
Affidabilità posizione: 3º gruppo riposizionamento regionale GPS (2001)
Autori della posizione
Autore: Marco Manzoni
Gruppo appartenenza: RIP.REG. - Riposizionamento Regionale
Autore: Marco Restaino
Gruppo appartenenza: RIP.REG. - Riposizionamento Regionale
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 450 m
Profondità: 300 m
Dislivello totale: 300 m
Quota fondo: 2 m
Andamento cavità: Semplice verticale
Stato della cavità
Artificiale: Si Esplorazione in corso: Si Prosecuzioni: Presenza di prosecuzioni accessibili Cavità attrezzata: Si Grotta turistica: No
Presenza d'acqua
corsi acqua interni perenne
Acque
Acque di fondo perenni: Si
Presenza sifoni: Si
Presenza vaschette piene: Si
Presenza vaschette vuote: Si
AFPER: acque di fondo permanenti - SIFONI: presenza di uno o piu' sifoni
Sifoni
Vaschette
Note idrogeologia
Meteorologia ipogea
Non sono presenti informazioni
Danneggiamenti
Non sono presenti informazioni
Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati massivi
Ambiente: Depositi di piattaforma aperta
Età: Cretaceo sup.- Paleocene sup.
Formazione: | Calcareniti del Molassa Fm. dei Calcari del Carso triestino p.p Calcari di Monte San Michele |
Litologia
Calcare
Note geologiche
La cavità si apre nei calcari grigi chiari a granulometria fine (packstone) privi di evidenti macrofossili con potenza decimetrica e giacitura di direzione NE-SW ed immersione verso SE con un’inclinazione di circa 10° appartenenti al “Membro di Borgo Grotta Gigante”. La presenza in superficie di ricche e numerose morfologie carsiche quali campi solcati, doline ed uvala sottolinea come ci si trovi di fronte a calcari a carsificabilità teorica da alta ad altissima. L’ingresso della grotta si apre appunto sul fondo di un’antica dolina di crollo, ad una quota di circa 300 m. Bisogna scendere per ben 40 metri tra imponenti massi prima di raggiungere il primo vero pozzo che immette nel Ramo E del complesso ipogeo Lazzaro Jerko. Una serie di pozzi impostati lungo fratture orientate N-S, NNW-SSE e lungo una faglia di orientamento WNW-ESE, portano ad una galleria caratterizzata da ricco concrezionamento, da locali fenomeni di crollo e condizionata nel suo sviluppo da diaclasi ad orientamento NW-SE, N-S e da una faglia subverticale a direzione N-S.
Il ramo W, quello principale, si approfondisce invece ulteriormente nella frana fino ad una profondità di circa 70m dove si apre una cavernetta ben concrezionata ed impostata lungo un piano di faglia WNW-ESE e da cui si dipartono una serie di pozzi dapprima strettissimi e poi più ampi strutturati secondo una serie di discontinuità orientate WNW-ESE, NE-SW, NW-SE e caratterizzati da un intenso stillicidio. Arrivati ad una profondità di –270 m si intersecano una serie di gallerie freatiche riempite da potenti depositi argillosi che sboccano infine nella grande galleria sul cui fondo dapprima da SE verso NW e poi con repentina deviazione da E verso W scorre il Timavo.
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Vincoli
Nome ramo: INIZIALE CIECO
Numero ramo: 1
Descrizione ramo:
Ramo attivo: No
Pozzo/risalita/scivolo
Tipo | Dislivello | Nome |
---|---|---|
Pozzo | 3,5 m | |
Pozzo | 4,5 m |
Nome ramo: RAMO EST
Numero ramo: 2
Descrizione ramo:
Ramo attivo: No
Pozzo/risalita/scivolo
Tipo | Dislivello | Nome |
---|---|---|
Pozzo | 10 m | |
Pozzo | 14 m | |
Pozzo | 11 m | |
Pozzo | 14,5 m | |
Pozzo | 30,5 m | |
Pozzo | 6 m | |
Pozzo | 7,4 m | |
Pozzo | 5 m | |
Pozzo | 6,2 m | |
Risalita | 8 m | |
Pozzo | 9 m | |
Risalita | 3 m | |
Pozzo | 7 m | |
Pozzo | 10 m | |
Pozzo | 9 m |
Nome ramo: RAMO OVEST
Numero ramo: 3
Descrizione ramo:
Ramo attivo: No
Pozzo/risalita/scivolo
Tipo | Dislivello | Nome |
---|---|---|
Pozzo | 8 m | |
Pozzo | 4,5 m | |
Pozzo | 16 m | |
Pozzo | 5 m | |
Pozzo | 2 m | |
Pozzo | 3,5 m | |
Pozzo | 6 m | |
Pozzo | 4 m | |
Pozzo | 11 m | |
Pozzo | 7 m | |
Pozzo | 6 m | |
Pozzo | 5 m | |
Pozzo | 18 m | |
Pozzo | 5 m | |
Pozzo | 5 m | |
Pozzo | 45 m | |
Pozzo | 48 m | |
Pozzo | 8 m | |
Pozzo | 9 m | |
Pozzo | 8 m | |
Pozzo | 45 m | |
Pozzo | 4 m | |
Pozzo | 12 m |
Descrizione dei vani interni della cavità
L'esplorazione della cavità iniziò 1967, quando un gruppo di speleologi della Commissione Grotte E. Boegan, constatata la presenza di notevoli correnti d'aria sul fondo della dolina in cui ora si apre la cavità, inizia una campagna di scavi che venne abbandonata nel 1971, dopo aver raggiunto la profondità di 27m, praticamente tutti artificiali (solo 5m furono trovati liberi, dei restanti, 10m furono aperti con mine e 12 vuotati dai detriti), ed uno sviluppo di 5m.
Nel 1987 la Commissione Grotte ricominciò le esplorazioni, seguendo l'aria che fuoriusciva dalla frana a 9-10m di profondità. Venne scavato un nuovo pozzo, scaricando il materiale di scavo nel vecchio pozzo: dopo 7 mesi gli scavatori giunsero nuovamente a quota -27, alla base di un pozzo semiartificiale, franoso, parallelo a quello costruito negli anni '60, in un ambiente estremamente instabile che comunicava, attraverso un esiguo passaggio, con il vecchio pozzo.
Dieci anni dopo si riprendono le esplorazioni, dopo aver puntellato (ed in qualche punto cementato) le pareti da -4 al fondo (-21) dove alcuni grossi massi incombenti vengono bloccati con putrelle d'acciaio cementate alle pareti.
Iniziano così gli scavi in quello che diverrà il "Ramo Est", che viene scavato fino a -40, incontrando strada facendo una piccola galleria concrezionata e sboccando, nel febbraio del 1998, in un pozzo naturale, profondo 12m cui segue un altro pozzo che scende per oltre 40m portando in una serie di belle gallerie e caverne riccamente concrezionate, che portano la profondità della cavità a -123m ed il suo sviluppo a 220m. Tutta la prima parte della cavità viene attrezzata con scale fisse e luce elettrica.
Questo nuovo ramo, pur essendo molto bello, non presenta traccia della corrente d'aria originale, che viene in seguito rintracciata nella frana, a quota -35. Lo scavo viene perciò ripreso da capo a quota -10, spostandosi qualche metro più ad Ovest. Viene così scavato un terzo pozzo parallelo, profondo una decina di metri, che torna a raggiungere la zona di massi bloccati dalle putrelle dove viene sistemato un campo base per depositare gli attrezzi. Le pareti del pozzo, in frana su tre lati, sono imbrigliate da tubi Innocenti e reti d'acciaio elettrosaldato e la discesa viene armata con scale fisse. Da -21, gli scavi proseguono sempre in frana, in direzione Ovest, procedendo tra grandi massi che vengono via via messi in sicurezza. Lungo tutto questo ramo, che diventerà il Ramo Ovest, vengono installate scale fisse e viene prolungata la linea elettrica. Raggiunta quota -38, strisciando tra i massi, si riesce ad intravedere nuovamente una parete, sia pure molto fessurata. Lo scavo prosegue nella frana in verticale, fino a -45, con la parete sempre a qualche metro di distanza. Da qui, con alcuni ardui e pericolosi passaggi si raggiunge quota -60, dove il pozzo torna a presentare una parete in roccia viva. A -73 si apre, in direzione Ovest, una caverna concrezionata con un bacino d'acqua sul fondo, Verso Est, invece, un diedro di roccia rinserra la frana, dove l'aria indica la prosecuzione.
Dopo un pozzo artificiale di 8m (quota -92), la cavità continua con delle fessure in roccia viva, nelle quali viene "costruito" un pozzo di 5m, poi uno di 4 ed uno di 8. Vengono così superati i 100m di profondità. Gli scavi proseguono in pozzi strettissimi fino a -132, dove si incontra una cavernetta nella quale viene scavato un cunicolo che sbocca su un ampio pozzo di 45m (che verrà intitolato a Carlo Milic, proprietario del terreno in cui si apre la cavità), che chiude sul fondo. Qui, dopo uno scavo in una nicchia laterale, da cui sembrava provenire l'aria, si apre un secondo grande pozzo, di 48m, dedicato a Federico Tietz, speleologo della Commissione Grotte tragicamente morto durante un'escursione di torrentismo.
Alla base del pozzo Tietz viene aperto un pozzo di 8m che porta ad una fessura che raccoglie le abbondanti acque di stillicidio. Aperto un cunicolo artificiale di una dozzina di metri, si giunge ad una serie di piccoli pozzi a cui segue una galleria, larga 4m ma alta pochi centimetri, intasata da argille, sabbia, roccia e depositi concrezionali. Dopo averla disostruita, si giunge in un'ampia caverna sul cui fondo scorre il fiume Timavo. Questa grande sala, attraversata per un centinaio di metri dal corso d'acqua, è dedicata a Saverio Luciano Medeot, speleologo triestino attivo negli anni '30.
Dalla caverna Medeot, il fiume è stato risalito ad Est, lungo una galleria larga ma non molto alta, sino ad un secondo salone interamente occupato da un profondo lago. Il salone è stato dedicato ad Antonio Polley, ingegnere e possidente di Sesana che, alla fine del 1800 e nei primi anni del '900, si dedicò alla ricerca di una nuova via che portasse al fiume sotterraneo.
Nella caverna Medeot, il fiume termina, ad Ovest, in un lago in cui è stato individuato il sifone d'uscita, percorso da uno speleosub per un breve tratto: oltre, la galleria allagata prosegue molto ampia ed in accentuata discesa. Nell'acqua, che anche in regime di magra scorre vorticosamente, sono stati visti dei protei ed un paio di pesci.
Data rilievo: 31/12/1999
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Non noto
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Data rilievo: 31/12/1998
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Umberto Mikolic
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Luciano Filippi/Filipas
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Scarica rilievo originaleData rilievo: 31/12/1997
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Pino Guidi
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Nico Zuffi
Gruppo appartenenza: PRIVATO - Nessun gruppo di appartenenza
Scarica rilievo originaleData rilievo: 31/12/1971
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Dario Marini
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Scarica rilievo originalePlanimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviBibliografia
Mario Galli
Edizione del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (2000)
Biblioteca del CSR
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2012/02/ricercaDel-Timavo_web.pdf
Categorie: Geospeleologia e carsismo
Indici: Geologia e pedologia, Idrologia
Keyword: Timavo
Il fiume Timavo all'interno della grotta, descrizione (pag 8, premessa)
Profilo litostratografico della grotta ( pag. 96.)
Schema e descrizione dell'andamento dei valori di temperatura, conducibilità e livello dell'acqua nella Grotta Lazzaro Jerko. (pag 118)
Umberto Tognolli
Commissione Grotte C.G.E.B. (2009)
Link: https://www.boegan.it/2009/01/il-libro-fotografico-della-lazzaro-jerko/
Categorie: Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Fotografia, Monografia, Esplorazioni
Fabio Forti, Fulvio Forti
Società Alpina Delle Giulie (2017)
Collocazione: Alpi Giulie anno 111-N.2/2017
Link: https://caisag.ts.it/wp-content/uploads/2019/07/AG-2-2017-web.pdf
Categorie: Geospeleologia e carsismo
Indici: Geomorfologia e speleogenesi, Idrologia
Il fascicolo monografico di Alpi Giulie, rassegna di attività della Società Alpina delle Giulie, edito quale secondo numero semestrale del 2017, presenta un ulteriore contributo alla conoscenza del Fiume Timavo, che a partire da almeno due millenni ha destato la curiosità dei primi geografi e storici, a motivo del suo lungo e misterioso tratto sotterraneo.
Natale Bone
Commissione Grotte Eugenio Boegan (1987)
Collocazione: Progressione 18
Link: http://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/08/Progressione_018.pdf
Categorie: Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Articoli online e siti web, Esplorazioni
Racconto di un'esplorazione
Agenda
Non sono presenti informazioni