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Catasto Speleologico Regionale

 

Aggiornamento scheda catastale




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10 | Grotta dei Morti


100m 500m 1000m
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Nomi e numeri catastali Scopritori Ingressi Morfometria Descrizione Rami/Pozzi Rilievi Planimetria Idrogeologia Meteorologia ipogea Ghiaccio/Neve Rifiuti Danneggiamenti Pericoli Geologia Biologia Aspetti culturali Vincoli Immagini Bibliografia Agenda Altri files Archivio storico

Nome principale: Grotta dei Morti

Nome principale sloveno: Jama v Griži

Numero catasto: 10

Numero catasto locale: 15VG

Numero totale ingressi: 1

Data primo accatastamento: 01/01/1969


Altri nomi

Grotta sul Monte Spaccato

Foro della Speranza

Todtenschacht

Abisso dei Morti

Non sono presenti informazioni

  • Ingresso 1

Descrizione ingresso

Numero ingresso: 1

Nome ingresso: Ingresso 1

Ingresso principale: Si

Stato ingresso: Agibile

Dimensione stimata ingresso: 0,8 x 0,7 m

Tipo ingresso: Verticale

Morfologia ingresso: Pozzo

Profondità pozzo d'accesso: 38,5 m

Pericoli all'accesso: Nessuno

Limitazioni: Chiusino

Accessibilità: Previa richiesta chiavi

Note per Accessibilità: chiavi presso club alpinistico triestino

Data di accatastamento: 01/06/2010


Targhettatura

Presenza targhetta: Si

Sigla targhetta: 10

Data targhettatura: 03/09/2013

Gruppo targhettatura: CAT - Club Alpinistico Triestino

Campagna targhettatura: 2013


Località

Comune: Trieste

Area geografica: Carso Triestino

Area provinciale: Trieste

Tipo carta: 1:5.000

Carta CTRN 1:5.000: 110102 - Trieste Nord-Est


Rilevamento posizione

Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale

Tipo posizione: Aggiornamento Posizione

Tipo coordinate rilevate: Metriche Gauss-Boaga - Fuso Est

Latitudine: 5056386

Longitudine: 2428108

Lat. WGS84: 45,65472905

Lon. WGS84: 13,82049346

Est RDN2008/UTM 33N: 408101,807

Nord RDN2008/UTM 33N: 5056363,2

Storico posizioni

Storico posizioni







Data esecuzione posizione: 31/12/2000

Quota ingresso (s.l.m.): 325 m

Metodo rilevamento quota: Cartografico

Carta utilizzata: 1:5.000

Affidabilità posizione: 2º gruppo riposizionamento regionale GPS (2000)


Autori della posizione

Autore: Marco Manzoni

Gruppo appartenenza: RIP.REG. - Riposizionamento Regionale

Caratteristiche

Sviluppo planimetrico: 107 m

Profondità: 254 m

Dislivello totale: 254 m

Quota fondo: 71 m

Andamento cavità: Semplice verticale


Stato della cavità

Prosecuzioni: Presenza di prosecuzioni non accessibili

Grotta turistica: No

Meteorologia ipogea

Non sono presenti informazioni

Danneggiamenti


Non sono presenti informazioni

Geologia

fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000

Litologia: Carbonati, talora con marne, stratificati

Ambiente: Depositi di piattaforma

Età: Paleocene - Eocene inf.

Formazione: Liburnico: Vreme e Cosina

Non sono presenti informazioni

Vincoli

Vincolo paesaggistico: Segnalata alla Regione per futura tutela

  • FONDO
  • LATERALE

Nome ramo: FONDO

Numero ramo: 1

Descrizione ramo:

Ramo attivo: No


Pozzo/risalita/scivolo

Tipo Dislivello Nome
Pozzo 12 m
Pozzo 7 m
Pozzo 4 m
Pozzo 2 m
Pozzo 23 m
Pozzo 5 m
Pozzo 11 m
Pozzo 4 m
Pozzo 22 m
Pozzo 1 m

Nome ramo: LATERALE

Numero ramo: 2

Descrizione ramo:

Ramo attivo: No


Pozzo/risalita/scivolo

Tipo Dislivello Nome
Pozzo 6 m
Risalita 6 m

Descrizione dei vani interni della cavità

Con il ritrovamento del Timavo sotterraneo nella grotta di Trebiciano, il problema del rifornimento idrico di Trieste era rimasto insoluto e, durante i periodi di siccità, la popolazione continuava a sopportare notevoli disagi. Nel dicembre del 1861 l'arciduca Massimiliano, che risiedeva a quel tempo nella città ed al quale la situazione era ben manifesta, invitò, di sua iniziativa, l'abate francese Richard, noto rabdomante e geologo, ad effettuare delle ricerche sul territorio circostante: tra le conclusioni che lo studioso riportò nella sua relazione si rilevava che il fiume doveva scorrere lungo il margine dell'altipiano, a poca distanza dalla città. Il Consiglio Municipale deliberò allora lo stanziamento di duemila fiorini per la ripresa delle indagini sul Carso e venne presa anzitutto in esame la Caverna sul Monte Spaccato, perché più vicina all'abitato e già nota ai locali per le correnti d'aria che ne scaturivano in certe occasioni.
I lavori iniziarono nel febbraio del 1862, sotto la direzione degli ingegneri Vallon e De Rin, e si procedette rimuovendo ostruzioni detritiche e forzando con le mine molti passaggi impraticabili. Un anno più tardi si raggiunse la profondità di 243 metri, ma qui l'avanzata subì un brusco rallentamento a causa delle difficoltà incontrate: i materiali dovevano essere sollevati per lungo tratto in sacchi di cuoio e sistemati precariamente negli anfratti di un grande pozzo inclinato nel quale l'aria, quasi irrespirabile, rendeva ancora più penoso il compito degli operai.
Nell'ottobre dello stesso anno (1863) si incontrò, a 245 metri, una fessura obliqua, all'estremità della quale venne scavata una galleria discendente, in fondo alla quale si udiva, da un pertugio angustissimo, un lontano stillicidio ed altri rumori; a tratti veniva inoltre avvertita una pulsazione dell'aria attraverso l'orifizio, per cui si ebbe la certezza di essere prossimi a vani più spaziosi.
A dare la conferma di poter raggiungere un bacino sotterraneo venne il fatto che per tre volte la galleria fu allagata da un metro d'acqua, che ritirandosi lasciò un deposito di sabbia.
Nel maggio del 1864, raggiunta la profondità di 254 metri, si dovette convenire che ogni ulteriore progresso era impossibile, soprattutto a motivo della scarsità di ossigeno che causava lo spegnimento dei lumi per cui, dopo 34 mesi dall'inizio, lo scavo venne sospeso in attesa di risolvere il problema della ventilazione. Si pensò allora di effettuare un estremo tentativo con una grande mina, nella speranza di aprire un varco e, dopo molte perplessità e consultazioni di esperti, si decise d'impiegare una colossale carica di 400 funti di polvere. Trascorso ancora un anno nel disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie ad ottenere il materiale,
il 28 ottobre 1866 venne trasmessa la scintilla elettrica per l'accensione, ma all'esterno della grotta ed in altre cavità carsiche, dove erano state poste delle vedette, non si avvertì alcun rimbombo.
Gli operai Andrea Fernetich e Luca ed Antonio Krall, scettici del funzionamento del misterioso strumento e convinti che l'esperimento fosse fallito, vollero scendere nell'abisso dopo 45 minuti, malgrado il parere contrario e le discussioni degli astanti; qualche tempo dopo, allarmati per la loro sorte, si calarono un pompiere ed un altro operaio, trovando a 130 metri il gas dell'esplosione ed il cadavere di uno dei tre sventurati.
La magistratura avviò un'inchiesta sull'incidente e, ad interdire l'accesso alla cavità, venne messo un guardiano, ma il giorno 8 novembre si accinsero alla discesa quattro villici di Corgnale, seguiti dal malaccorto custode Matteo Krall. Giunti appena a 70 metri, l'alterazione dell'acqua di calce che avevano portato seco rivelò la presenza del gas, inducendoli a precipitosa fuga. Al Krall vennero però meno le forze e, dopo un disperato tentativo di trascinarlo verso la salvezza, si dovette abbandonarlo al suo atroce destino.
La nuova tragedia indusse i responsabili dei lavori ad abbandonare il progetto, rinunciando altresì al recupero delle quattro salme. Onde evitare altre disgrazie l'ingresso venne chiuso e da allora la voce popolare indicò la cavità con il nome di "grotta dei Morti".
Successivamente vennero fatti due tentativi di raggiungere il fondo dell'abisso e conoscere l'esito della mina. Nel 1894 il Club Touristi Triestini, ignorando la proibizione delle autorità municipali, che avevano dato in precedenza il permesso alla Società Alpina delle Giulie, visitò nuovamente la grotta rinvenendo i resti delle vittime, al recupero delle quali il civico magistrato pose divieto. Il crollo di parte dei detriti ammassati lungo l'ultimo pozzo aveva però ostruito il passaggio, così la galleria finale non venne raggiunta.
Nel 1957 il Gruppo Grotte "Carlo Debeljak" intraprese a sua volta l'esplorazione dell'abisso, che fu preceduta da un lungo lavoro di disostruzione alla base del primo pozzo: in sei mesi di lavoro vennero estratte oltre 80 tonnellate di pietrame ed altri materiali, rendendo nuovamente praticabili altri passaggi, senza poter tuttavia superare il limite del C.T.T.
Appare peraltro improbabile che i restanti 36 metri della cavità siano completamente intasati, in quanto i vecchi terrapieni, pur pericolanti, non hanno ancora ceduto: è quindi da ritenere che il pozzo sia ostruito per qualche metro in prossimità di una strozzatura, ma la difficoltà di sistemare il materiale e la constatata scarsità di ossigeno, che si manifesta dopo poche ore, hanno sconsigliato ogni altro tentativo di scavo.
I lavori nella grotta dei Morti costituiscono un capitolo luminoso e straordinario nella storia della speleologia, soprattutto in relazione all'epoca in cui vennero effettuati. L'indagine sotterranea era ancora limitata alle iniziative di pochi audaci precursori, mentre l'esplorazione e lo studio sistematico delle cavità naturali sarebbero iniziati appena vent'anni dopo. Va quindi tributato un doveroso riconoscimento agli operai-minatori che per quasi tre anni lavorarono nelle profondità della grotta con gli scarsi sussidi tecnici del tempo. Tuttavia le opere da loro costruite oltre cent'anni fa sono ancora là a testimoniare la perizia e l'ingegno di questi villici che, compresi dell'importanza del progetto ed ansiosi a loro volta di strappare all'abisso il suo segreto, vi si precipitarono dopo lo scoppio, ignorando per una volta i limiti della prudenza, fino a quel momento rispettati, e trovando misera morte. Le loro ossa sono ancora sparse lungo i ripiani della cavità e nessuna lapide ne ricorda i nomi, davvero meritevoli di memoria.

  • 01/07/1995
  • 01/06/1958
  • 28/06/1894
  • 31/12/1866
  • 28/06/1864
  • 16/02/1862
  • Poligonale/3D

Data rilievo: 01/07/1995

Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo


Autori del rilievo

Autore: Angelo Dureghello

Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan

Autore: Massimiliano Palmieri

Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan


File rilievi presenti

Tipo file rilievo: Pianta e sezione

File del rilievo Scarica rilievo

Scarica rilievo originale

Data rilievo: 01/06/1958

Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo


Autori del rilievo

Autore: Vinicio Divo

Gruppo appartenenza: GGCD - Gruppo Grotte Carlo Debeljak

Autore: Giorgio Nicon

Gruppo appartenenza: GGCD - Gruppo Grotte Carlo Debeljak

Scarica rilievo originale

Data rilievo: 28/06/1894

Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo

Precisione rilievo: 2


Autori del rilievo

Gruppo appartenenza: CTT - Club Touristi Triestini


File rilievi presenti

Tipo file rilievo: Sezione

Scala rilievo: 1:500

File del rilievo Scarica rilievo

Scarica rilievo originale

Data rilievo: 31/12/1866

Tipo rilievo: Primo rilievo


Autori del rilievo

Autore: Non specificato

Gruppo appartenenza: CTT - Club Touristi Triestini


File rilievi presenti

Tipo file rilievo: Sezione

Note rilievo: Rilievo di mano ignota tratta dal libro di Dario Marini "Le grotte del Carso triestino, dalla preistoria ai giorni nostri, volume 1".

File del rilievo Scarica rilievo

Scarica rilievo originale

Data rilievo: 28/06/1864

Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo

Precisione rilievo: 2


Autori del rilievo

Autore: Non noto


File rilievi presenti

Tipo file rilievo: Sezione

File del rilievo Scarica rilievo

Scarica rilievo originale

Data rilievo: 16/02/1862

Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo

Precisione rilievo: 0

Scarica rilievo originale

Planimetria georiferita

La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilievi

Nome immagine

Data dello scatto: 03/09/2013

Didascalia: Ingresso con numero identificativo

Autore foto: Franco Gherlizza

Gruppo di appartenenza: CAT - Club Alpinistico Triestino

Nome immagine

Data dello scatto: 03/09/2013

Didascalia: Targhetta o numero identificativo

Autore foto: Franco Gherlizza

Gruppo di appartenenza: CAT - Club Alpinistico Triestino

Nome immagine

Data dello scatto: 31/08/2000

Didascalia: Ingresso con numero identificativo

Autore foto: Marco Manzoni

Gruppo di appartenenza: RIP.REG. - Riposizionamento Regionale

Bibliografia

Le grotte del Carso triestino, Dalla preistoria ai giorni nostri, volume 1
Dario Marini
Gruppo Speleologico Flondar (2010)
Biblioteca del CSR

Categorie: Antropospeleologia, Documentazione speleologica, Speleologia tecnica

Indici: Guide e narrativa, Storia della speleologia, Topografia e rilievo

Keyword: Soccorso, Esplorazioni, Studi idrologici


Storia dell'esplorazione e della strumentalizzazione della grotta al fine di seguire studi idrogeologici aventi lo scopo di rifornire d'acqua la città di Trieste. Il testo, inoltre, racconta della storie di umana solidarietà che si celano dietro le morti della grotta.

-100 Monografia delle grotte del Carso triestino con profondità superiore ai 100 metri.
Franco Gherlizza
Club Alpinistico Triestino (1983)
Biblioteca del CSR

Categorie: Documentazione speleologica

Indici: Guide e narrativa

Keyword: Incidenti, Padriciano, Pozzo


Descrizione della grotta e del motivo della sua denominazione (incidente) con successiva chiusura dell'ingresso, ma riaperto poi decenni dopo.

Geologia, geomorfologia e carsismo, geoidrologia e idrologia carsica, geologia tecnica, della zona di Trieste
Luciano Ballarin, Rino Semeraro
Gruppo speleologico San Giusto (1998)
Biblioteca del CSR
Collocazione: In Ipogea n.2 pp. 39-116

Categorie: Geospeleologia e carsismo

Indici: Geologia e pedologia, Idrologia

Keyword: Geomorfologia, Tettonica, Ipogeo, Idrologia


La Caverna sotto il Monte Spaccato da Foro Speranza a Grotta dei Morti
Daniela Perhinek, Maurizio Radacich, Moreno Tommasini
Gruppo Alpinistico Triestino Gruppo Grotte (2016)
Biblioteca del CSR

Categorie: Documentazione speleologica, Geospeleologia e carsismo, Speleologia tecnica

Indici: Depositi sotterranei, riempimenti, speleotemi, Esplorazioni, Fotografia, Idrologia, Topografia e rilievo

Keyword: Storia, Morfologia, Fotografie, Rilievi, Topografia, Esplorazioni,


Storia e morfologia, misure dimensionali e della temperatura con l'aggiunta di rilievi e fotografie. Vengono descritti i lavori nel '' Foro Speranza'' e la scoperta di acido carbonico all'interno della grotta, attraverso lettere datate tra il 1863 e il 1866, e le successive esplorazioni.

Ultime dalla Grotta dei morti
Moreno Tommasini
Notiziario interno del club Alpinistico Triestino (2000)
Biblioteca del CSR
Collocazione: in " Tuttocat", pag 11

Categorie: Geospeleologia e carsismo

Indici: Geomorfologia e speleogenesi

Keyword: carsismo, geologia, geomorfologia


descrizione della morfologia della grotta

LA GROTTA DEI MORTI
Mario Galli
Edizione del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (2000)
Biblioteca del CSR
Collocazione: In "La ricerca del Timavo sotterraneo" pp. 33-35.

Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2012/02/ricercaDel-Timavo_web.pdf

Categorie: Geospeleologia e carsismo

Indici: Idrologia, Geomorfologia e speleogenesi

Keyword: Timavo


Descrizione della scoperta della Grotta dei Morti e della sua idrologia.

Il " Foro della speranza" o " Grotta dei morti" presso monte Spaccato
Moreno Tommasini
Notiziario interno del club Alpinistico Triestino (2003)
Biblioteca del CSR
Collocazione: in " Tuttocat", pag 22-23

Categorie: Speleologia tecnica

Indici: Esplorazioni

Keyword: esplorazione, grotta, frana, bonifica


Storia delle prime esplorazioni della grotta dei morti fino ai giorni nostri

Il fiume Timavo: un problema carsico - geologico
Fabio Forti, Fulvio Forti
Società Alpina Delle Giulie (2017)
Collocazione: Alpi Giulie anno 111-N.2/2017

Link: https://caisag.ts.it/wp-content/uploads/2019/07/AG-2-2017-web.pdf

Categorie: Geospeleologia e carsismo

Indici: Geomorfologia e speleogenesi, Idrologia


Il fascicolo monografico di Alpi Giulie, rassegna di attività della Società Alpina delle Giulie, edito quale secondo numero semestrale del 2017, presenta un ulteriore contributo alla conoscenza del Fiume Timavo, che a partire da almeno due millenni ha destato la curiosità dei primi geografi e storici, a motivo del suo lungo e misterioso tratto sotterraneo.



  • Prefazione pag. 5

  • Un problema carsico-geologico: il Fiume Timavo; Aggiornamenti conoscitivi con premesse ed indicazioni storico-culturali pag. 7

  • Le attuali conoscenze sul Fiume Timavo; con il contributo concettuale esclusivo da parte delle ricerche carsiche  pag.13

  • Le attuali conoscenze sul Fiume Timavo; con il contributo concettuale esclusivo da parte delle ricerche carsiche pag. 22

  • Elencazione e descrizione tecnico - scientifica delle cavità che nell’area del Carso Classico, seguendo la linea principale lungo l’asse del “Solco di Aurisina”,intercettano le acque del Timavo le quali raggiungono il livello dell’attuale falda carsica pag. 44

  • Bibliografia “essenziale” per una corretta lettura del problema Timavo pag.73


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