110 | Grotta di Viganti
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/12/1999
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Nimis Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 46,24481326 Lon. WGS84: 13,28992013 Est RDN2008/UTM 33N: 368170.585 Nord RDN2008/UTM 33N: 5122669.719 Quota ingresso: 534 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 1450 m
Profondità: 252 m
Dislivello totale: 252 m
Quota fondo: 307 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La Grotta di Viganti si apre con un ampio portale, a 540m s.l.m. sui Monti Bernadia (Tarcento), ai piedi di una parete calcarea sottostante le case di Borgo Vigant, al termine di una valle chiusa che si sviluppa in terreni eocenici.
Descrizione dei vani interni della cavità
Le prime esplorazioni della cavità iniziarono nel 1896 con l'intento di indagare dal punto di vista idrografico quella che diventerà successivamente una delle zone più interessanti del Friuli, e durante ulteriori indagini, svolte nel 1904 e nel 1912, vennero rinvenuti numerosi resti di fauna risalente all'ultima fase glaciale.
La grotta, formata da un insieme di gallerie e di pozzi di modeste dimensioni (a parte i due maggiori, profondi circa 40m l'uno), inghiotte nei periodi piovosi le acque del Rio Tanaloho che poi, attraverso un sifone lungo 32m e posto alla profondità di 248m, smaltisce nella sottostante Grotta Pre-Oreak. In occasione di piene eccezionali quest'ultima viene completamente invasa dalle acque che si gettano poi nel Torrente Cornappo.
L'esplorazione del sifone che congiunge le due cavità, avvenuta negli anni 1963-1965 ad opera dei subacquei della Commissione Grotte "E.Boegan", risolse un problema idrologico che aveva appassionato varie generazioni di studiosi. Nello stesso periodo la Commissione Grotte completava il rilievo dell'abisso, scoprendo nel contempo un nuovo ramo, non percorso da acque correnti, che, partendo dalla profondità di 160m, porta all'inizio della galleria terminale, alla profondità di 208m: questa nuova via permette ora di raggiungere il fondo della cavità evitando il tratto intermedio, piuttosto scomodo per la presenza in ogni stagione di acque correnti.
Alla fine del 1977 l'Associazione Friulana Ricerche ha scoperto un secondo ramo fossile il cui rilievo è stato aggiornato dal Gruppo Triestino Speleologi nel 1984.