Nome principale: Burrone a NW di Trebiciano
Numero catasto: 1400
Numero catasto locale: 4384VG
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1969
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Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Stato ingresso: Agibile
Note per Stato ingresso: scendibile facilmente dal lato NE scendendo la china detritica
Dimensione stimata ingresso: 35 x 25 m
Tipo ingresso: Verticale
Morfologia ingresso: Baratro
Profondità pozzo d'accesso: 6 m
Pericoli all'accesso: Caduta
Limitazioni: Nessuna
Accessibilità: Libera
Data di accatastamento: 18/05/2002
Targhettatura
Presenza targhetta: Si
Sigla targhetta: 1400
Data targhettatura: 01/01/2012
Gruppo targhettatura: SAS - Società Adriatica di Speleologia
Campagna targhettatura: 2012
Località
Comune: Trieste
Area geografica: Carso Triestino
Area provinciale: Trieste
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 110101 - Villa Opicina
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale
Tipo posizione: Aggiornamento Posizione
Tipo coordinate rilevate: Metriche Gauss-Boaga - Fuso Est
Latitudine: 5059978
Longitudine: 2427984
Lat. WGS84: 45,6870363
Lon. WGS84: 13,81822289
Est RDN2008/UTM 33N: 407977,868
Nord RDN2008/UTM 33N: 5059955,14
Data esecuzione posizione: 31/12/2001
Quota ingresso (s.l.m.): 319 m
Metodo rilevamento quota: Cartografico
Carta utilizzata: 1:5.000
Affidabilità posizione: 3º gruppo riposizionamento regionale GPS (2001)
Autori della posizione
Autore: Marco Manzoni
Gruppo appartenenza: RIP.REG. - Riposizionamento Regionale
Autore: Marco Restaino
Gruppo appartenenza: RIP.REG. - Riposizionamento Regionale
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 35 m
Profondità: 14 m
Dislivello totale: 14 m
Quota fondo: 305 m
Andamento cavità: Semplice verticale
Stato della cavità
Grotta turistica: No
Meteorologia ipogea
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Danneggiamenti
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Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati massivi
Ambiente: Depositi di piattaforma aperta
Età: Cretaceo sup.- Paleocene sup.
Formazione: | Calcareniti del Molassa Fm. dei Calcari del Carso triestino p.p Calcari di Monte San Michele |
Biologia
flora (14/04/1991)
Amelanchier ovalis
Note biologia
Durante il periodo estivo il baratro risulta quasi completamente in ombra a causa della continua copertura fogliare arborea e soltanto nel periodo invernale esso appare nella sua vera morfologia: ed è allora che se ne può apprezzare il singolare e caratteristico aspetto. Emergono dalla china detritica, stagliandosi imponenti ed avvolte dall’Edera, cinque poderose Robinie (Robinia pseudacacia), la più notevole delle quali presenta, ad 1,50 re dal suolo, la ragguardevole circonferenza di 1,20 m ed un’altezza complessiva di circa 25 m, distaccandosi quindi nettamente, come del resto le altre, dal baratro. Altre essenze arboree-arbustive presenti in esso sono l’Orniello (Fraxinus omus), il Carpino nero (Ostrya carpinifolia), il Nocciolo (Corylus avellana) ed il Sambuco (Sambucus nigra) che qui si sviluppa a suo proprio agio. Nello strato erbaceo abbondano l’Ortica mora (Lamiastrum montanum) con gli evidenti stoloni basali, l’Orvala (Lamium orvala), la Lattuga dei boschi (Mycelis muralis), la Moehringia muscosa (Moehringia muscosa), copiosamente abbarbicata sui più grossi massi muscosi ed emergente pure dalle fessure delle pareti strapiombanti, e le sinantropiche Ortica (Urtica dioica) e Vetriola comune (Parte-farla officinalis).
Nelle tre ampie nicchie ombrose e molto umide si sviluppano rigogliosamente numerosi ed estesi nastri della Felce rugginina (Asplenium trichomanes); l’Edera, per contro, tappezza letteralmente alcune pareti, specialmente quelle settentrionale e sudorientale.
Poiché il baratro si trova in una zona relativamente aperta, a landa in via di incespugliamento, i raggi luminosi possono penetrare, sotto particolari condizioni, al fondo di esso per cui, oltre alle specie tipiche d’ambiente umido e fresco testé considerate, se ne possono individuare alcune a carattere termofilo, quali la superba Campanula piramidale
Sorprendente appare tuttavia, sul margine settentrionale del burrone, la stazione di Amelanchier ovalis, immersa nella vegetazione di schietto carattere illirico. Essa è situata proprio alla sinistra del punto in cui inizia la discesa nella cavità ed è costituita da una trentina circa di esemplari, tutti adiacenti e traenti origine quasi dallo stesso sito. Due di essi, distanti mezzo metro, si distinguono dai restanti per le dimensioni: presentano infatti, quasi alla base, una circonferenza di 9 m. L’altezza massima di tali esemplari si aggira sui 2,30 m e, all’inizio della prima- vera, fioriscono compatti in modo vistoso ed assai suggestivo: ed è allora che riesce piuttosto agevole notarne la presenza che, in altri momenti, potrebbe sfuggire ad una superficiale osservazione.
La stazione di Amelanchier ovalis è esposta esattamente a sud e quindi gode di una cospicua fase di soleggiamento durante l’arco stagionale, anche se gli esemplari che la costituiscono sono parzialmente mascherati dalle ampie chiome ondeggianti delle Robinie emergenti dal baratro.
A stretto contatto con Amelanchier crescono altre familiari specie quali il Biancospino (Crataegus monogyna), il Ciliegio canino (Prunus mahaleb), l’Orniello (Fraxinus omus), la Rosa canina (Rosa canina), la Frangola triestina (Frangula rupestris), il Rovo (Rubus so.), il Sommacco (Cotinus coggygria) e, immediatamente retrostanti, le tipiche specie della landa.
Nello strato erbaceo si evidenzia rigogliosa l’Edera (Hedera helix) la quale copre pure quasi completamente la parete sottostante, inframmezzata talora dalla Moehringia muscosa (Moehringia muscosa) e dall’Erba ruggine (Ceterach officinarum).
L’attività di Amelanchier ovalis decade con l’inizio dell’autunno, allorché i frutti globosi si seccano e scompaiono mentre le foglie avvizziscono progressivamente ma non contemporaneamente.
La presenza del termofilo Amelanchier sul margine settentrionale della cavità potrebbe con buona probabilità essere in relazione con quella, molto più cospicua, esistente sul versante meridionale della Conca di Orlek. Infatti quest’ultima è situata esattamente 1250 m ad ENE della 4384 VG, direzione da cui fluisce la Bora, il freddo e secco vento continentale che potrebbe essere stato la causa dell’insediamento della specie sul margine della cavità. (E. Polli 1991)
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Vincoli
Descrizione dei vani interni della cavità
A poca distanza da una vastissima dolina si apre un grande sprofondamento dalle pareti verticali, diviso in due da un massiccio ponte naturale; l'accesso più agevole è quello dal lato NE, lungo una china detritica coperta fino al fondo da un'interessante vegetazione.
La cavità è il relitto di una ben più vasta caverna, la cui volta è crollata in quasi tutta la sua estensione, e nel futuro è destinata a divenire una dolina di crollo.
Data rilievo: 25/12/1986
Tipo rilievo: Aggiornamento rilievo
Autori del rilievo
Autore: Dario Marini
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Autore: Lorenzo Marini
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Data rilievo: 13/01/1965
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Romano Ambroso
Gruppo appartenenza: RGT - Raggruppamento Grottisti Triestini
Scarica rilievo originalePlanimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviBibliografia
Elio Polli
Club Alpinistico Triestino (2006)
Biblioteca del CSR
Collocazione: Tutto CAT 2006
Link: http://www.cat.ts.it/images/sezionecat/editoria/tuttocat_pdf/Tuttocat_2006_rid.pdf
Categorie: Geospeleologia e carsismo
Indici: Geologia e pedologia
Keyword: Carsismo Ipogeo
Caratteristiche del carso Triestino vista la sua conformazione con archi e ponti naturali
Elio Polli
Commissione Grotte "E. Boegan" (1991)
Collocazione: Progressione 25, Anno XIV, N. 1-2 (Dicembre 1991): 6-9.
Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2017/08/Progressione_025.pdf
Categorie: Biospeleologia
Indici: Botanica
Agenda
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