Nome principale: Grotta presso Padriciano
Numero catasto: 116
Numero catasto locale: 36VG
Numero totale ingressi: 1
Data primo accatastamento: 01/01/1969
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Descrizione ingresso
Numero ingresso: 1
Nome ingresso: Ingresso 1
Ingresso principale: Si
Stato ingresso: Ostruito
Tipo ingresso: Verticale
Morfologia ingresso: Pozzo
Profondità pozzo d'accesso: 13 m
Data di accatastamento: 13/07/2012
Targhettatura
Presenza targhetta: No
Località
Comune: Trieste
Area geografica: Carso Triestino
Area provinciale: Trieste
Tipo carta: 1:5.000
Carta CTRN 1:5.000: 110113 - Padriciano
Rilevamento posizione
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Tipo coordinate rilevate: Metriche Gauss-Boaga - Fuso Est
Latitudine: 5055884
Longitudine: 2429287
Lat. WGS84: 45,65036666
Lon. WGS84: 13,83571592
Est RDN2008/UTM 33N: 409280,778
Nord RDN2008/UTM 33N: 5055861,19
Quota ingresso (s.l.m.): 365 m
Affidabilità posizione: Corretto
Autori della posizione
Autore: Umberto Tognolli
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 56 m
Profondità: 22 m
Dislivello totale: 22 m
Quota fondo: 343 m
Andamento cavità: Tratti verticali e orizzontali alternati
Stato della cavità
Grotta turistica: No
Meteorologia ipogea
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Danneggiamenti
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Geologia
fonte: Carta geologica del Friuli Venezia Giulia alla scala 1:150.000
Litologia: Carbonati, talora con marne, stratificati
Ambiente: Depositi di piattaforma
Età: Paleocene - Eocene inf.
Formazione: | Liburnico: Vreme e Cosina |
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Vincoli
Descrizione dei vani interni della cavità
Una delle prime grotte visitate nella prima metà del 1800 per la ricerca delle acque sotterranee.
L'ingresso della grotta, situato in una piccola depressione all'interno della pineta demaniale, è ostruito da lungo tempo: è stato chiuso ad opera del Corpo Forestale onde evitare incidenti.
Data rilievo: 31/05/1931
Tipo rilievo: Primo rilievo
Autori del rilievo
Autore: Irakly Toumanoff
Gruppo appartenenza: CGEB - Commissione Grotte Eugenio Boegan
File rilievi presenti
Tipo file rilievo: Pianta e sezione
Scarica rilievo originale
Planimetria georiferita
La georeferenziazione della planimetria della cavità è comunque da intendersi indicativa, per l'accuratezza far riferimento alla scheda rilieviNon sono presenti informazioni
Bibliografia
Dario Marini
Gruppo Speleologico Flondar (2010)
Biblioteca del CSR
Categorie: Antropospeleologia, Documentazione speleologica, Speleologia tecnica
Indici: Guide e narrativa, Storia della speleologia, Topografia e rilievo
Spiegazione su come accedere alla grotta e storia del ritrovamento di un cadavere.
Peresani M., Tozzi C.
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Studi di Preistoria e Protostoria (2018)
Collocazione: In: Borgna E., Càssola Guida P., Corazza S. (a cura di), Preistoria e Protostoria del Caput Adriae, Atti della XLIX Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Udine-Pordenone ottobre 2014, 5: 45-60, Firenze
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Relazione generale di sintesi sul Paleolitico del Friuli Venezia Giulia. Tra le aree di notevole interesse per le conoscenze sul Paleolitico Medio e Superiore vengono in particolare ricordati i siti sull’Altopiano di Pradis, a partire dalla Grotta del Rio Secco (Musteriano Recente) dove i livelli datati tra 49 e 46.000 cal BP hanno restituito industrie litiche a tecnologia Levallois e Discoide associate a resti di orso delle caverne con tracce di macellazione, evidenza estremamente rara negli altri contesti europei neandertaliani. In Friuli, in assenza di evidenze riferibili all’Aurignaziano (inizi del Paleolitico Superiore), la Grotta del Rio Secco appare di estremo interesse anche per l’attestazione di una serie di manufatti e datazioni riferibili al Gravettiano (tra 33 e 30.000 cal BP). Per il successivo periodo epigravettiano la ricostruzione del processo di colonizzazione delle Prealpi Carniche e Friulane si basa sui dati acquisiti dagli insediamenti distribuiti nella fascia subalpina e sugli altopiani carsici tra 500 e 1000 m s.l.m, tra i quali si segnalano, insieme alle Grotte Verdi e alla Grotta del Clusantin sull’Altopiano di Pradis, anche il Riparo di Biarzo nelle Valli del Natisone. Tale contesto, che tra i siti mesolitici noti in regione è l’unico riparo sottoroccia, appare di estremo interesse anche per seguire il processo di transizione al Neolitico, qui recentemente definito sulla base dei studi paleogenetici e zooarcheologici (analisi del DNA mitocondriale di cinghiale).
Agenda
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