934 | Abisso Lucio Mersi
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Abisso Lucio Mersi
Numero catasto: 934
Numero catasto locale: 4050VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 20/03/2016
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,65613606 Lon. WGS84: 13,85101396 Est RDN2008/UTM 33N: 410481.968 Nord RDN2008/UTM 33N: 5056484.958 Quota ingresso (s.l.m.): 375 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 40 m
Profondità: 180 m
Dislivello totale: 180 m
Quota fondo: 195 m
Descrizione dei vani interni della cavità
La cavità venne scoperta nel 1957 sul fondo di una piccola dolina rocciosa, ma l'inizio dell'esplorazione fu possibile soltanto dopo un lungo lavoro di scavo per disostruire il pozzo d'accesso, ostruito da massi e terra per 5m di profondità.
L'abisso si sviluppa interamente lungo una vasta frattura che ha originato anche la dolina sovrastante ed è formato da quattro pozzi. Il primo ha il fondo cieco; con un pendolo si raggiunge la soglia del secondo salto, interrotto nella parte alta da un ripiano di detriti incastrati, mentre più sotto le pareti sono rotte da profonde nicchie. Alla base dello stesso vi è un baratro di pochi metri, di fronte al quale si interna nella roccia un vano basso dove la volta ed il suolo sono costituiti da due piani di strato. Qui si apre lo stretto imbocco del terzo pozzo, sormontato da un sottile camino il cui fondo si presentava chiuso da massi e argilla; rimuovendo il materiale addossato alla parete Nord, venne trovato lo stretto passaggio che immette nel salto parallelo. L'ultimo pozzo inizia con un'esigua fenditura divisa da ponti naturali ed in breve si giunge su un ammasso di blocchi rocciosi, ricoperti di fango, il quale segna la fine della cavità
L'abisso è pericoloso per la frequente caduta di pietre che si staccano, anche senza sollecitazione alcuna, dalle pareti dei pozzi, in particolare quelle del secondo e terzo pozzo. Nella cavità è stata rilevata un'intensa attività idrica rappresentata nel corso di una giornata piovosa addirittura da una violenta cascata che precipitava con fragore da un camino che sbocca sull'ultimo salto.
L'abisso è stato dedicato alla memoria del giovane speleologo Lucio Mersi, perito durante l'esplorazione di una grotta sulle Alpi Marittime.