8501 | Pozzo Splendido
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Pozzo Splendido
Numero catasto: 8501
Numero catasto locale: 6741VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 25/02/2024
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Trieste
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 45,67042
Lon. WGS84: 13,83113
Est RDN2008/UTM 33N: 408955.963
Nord RDN2008/UTM 33N: 5058094.314
Quota ingresso: 353 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 8,8 m
Sviluppo spaziale: 28,22 m
Dislivello positivo: 0 m
Profondità: 21 m
Dislivello totale: 21 m
Quota fondo: 332 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Dallo Stagno di Trebiciano si prende in direzione SE la carrareccia che conduce a Padriciano. Dopo una curva a destra, si passa sotto una linea elettrica e quindi si tralascia un cancello metallico, sempre sulla destra. Dopo pochi metri un evidente varco nel muretto che delimita a destra la carrareccia permette di scendere in leggera discesa in una depressione ricca di affioramenti rocciosi. Dopo pochi passi si apre l’ingresso del pozzo che evidentemente era stato occultato non si sa quando con grossi massi posti di traverso. Questo è il motivo per cui, dopo l’esplorazione e il rilievo, si è deciso di rimettere i pietroni originali sopra l’entrata nella stessa posizione in cui erano stati trovati al momento della scoperta, o riscoperta che dir si voglia.
Descrizione dei vani interni della cavità
I primi due metri del pozzo risultano piuttosto pericolosi per la presenza di massi di notevoli dimensioni, peraltro ben incastrati, che potrebbero essere naturalmente in loco oppure esservi stati appositamente gettati dall’uomo, considerata la vicinanza della grotta ad alcune case. Superata questa fascia delicata, si arriva in una parte decisamente solida dove una frattura orientata NO-SE scende per 17 metri presentando una parete decisamente concrezionata e l’altra caratterizzata da una notevole dissoluzione che ha lavorato magnificamente la roccia, incidendo anche una rigola verticale di notevoli dimensioni. In mezzo al piatto pavimento, caratterizzato da argilla cosparsa di pietrame caduto dall’alto, si apre l’imbocco di uno stretto saltino che chiude inesorabilmente dopo un paio di metri, alla massima profondità di 21 metri. Poco distante, una facile arrampicata di tre metri ha permesso di accedere ad una strettoia, parzialmente allargata da ignoti non si sa quando, che immette in un meandrino concrezionato assolutamente impraticabile, sia in avanti che verso il basso e che nella parte superiore si ricollega alla frattura principale del pozzo che in questa zona chiude in concrezione. A parte i segni di martellamento in questa fessura, non si sono notati altri segni di visita ad opera di speleologi quali sigle o nerofumo o chiodi, vecchi o nuovi, comunque necessari per poter scendere nell’ampia verticale in assenza di armi naturali.