8497 | Grotta di Pasqua
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di Pasqua
Numero catasto: 8497
Numero catasto locale: 6738VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 03/02/2024
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Monrupino / Repentabor
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 45,70478
Lon. WGS84: 13,79812
Est RDN2008/UTM 33N: 406442.108
Nord RDN2008/UTM 33N: 5061949.773
Quota ingresso: 294 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 36 m
Sviluppo spaziale: 75 m
Dislivello positivo: 0 m
Profondità: 28,5 m
Dislivello totale: 28 m
Quota fondo: 266 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Provenendo da Opicina in direzione Monrupino lungo la SP9, si supera il cavalcavia sopra l’autostrada e si imbocca subito dopo a sinistra la strada bianca dell’oleodotto in direzione NO per 330 metri, fino a una grande dolina che si apre sulla destra. Seguendo un’evidente traccia, si scende nella dolina e sul suo fianco NO si trova l’imbocco di questo pozzo, subito sopra un modesto terrazzamento formato dai materiali di risulta dello scavo iniziale.
Descrizione dei vani interni della cavità
L’ingresso si presentava in origine come un modesto sprofondamento, ben modellato dalla dissoluzione carsica. Proprio questa caratteristica morfologica ha convinto gli esploratori ad iniziare un lavoro di scavo e allargamento che in breve tempo ha portato alla luce la prima parte del pozzo d’ingresso, da subito concrezionato e impostato su una frattura orientata sugli assi E-O, resa quasi impraticabile da dei ponti naturali di concrezione che è stato necessario eliminare per permettere un agevole accesso alla seconda parte del pozzo. Quest’ultima inizia da –10 ed è stata allargata con notevole lavoro fino a raggiungere finalmente un modesto slargo a 17 metri di profondità. A questo livello, la grotta ha intersecato un meandro dalle belle morfologie che si inoltra in direzione NE per pochi metri e in leggera salita, mentre si approfondisce in direzione SSO con un salto di 8 metri che si raggiunge con un breve traverso a soffitto, reso praticabile con un lungo lavoro di allargamento. La base del pozzo è costituita da una colata calcitica che funge da pavimento a un’ulteriore saletta sottostante che chiude anch’essa in concrezione coperta da frana in una fessura impraticabile che costituisce il punto più basso della grotta, a 28,5 metri di profondità. Sul lato E del meandro è stata poi raggiunta con una arrampicata di 4 metri, resa scivolosa dal fango che ricopre le pareti, una breve e bassa condottina caratterizzata da livelli di argille dei più svariati colori. Al suo termine, un breve saltino di 3 metri, reso praticabile con un ultimo lavoro di allargamento, conduce all’ambiente di maggiori dimensioni della grotta, impostato su una frattura con gli assi NE-SO, che si sviluppa verso l’alto. Qui è stata effettuata un’arrampicata di 15 metri che ha permesso di arrivare in stretti ambienti molto concrezionati e che risultano molto vicini alla superficie esterna, come testimonia la presenza di alcuni ciuffi di radici che escono dalle pareti.