724 | Grotta Costantino Doria
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 27/07/2024
Affidabilità posizione: 5º gruppo riposizionamento regionale GPS (2006)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Sgonico / Zgonik Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,70537042 Lon. WGS84: 13,77306497 Est RDN2008/UTM 33N: 404492.763 Nord RDN2008/UTM 33N: 5062044.962 Quota ingresso: 276 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 198 m
Profondità: 37 m
Dislivello totale: 37 m
Quota fondo: 243 m
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso della grotta, individuato e liberato dai massi che l'ostruivano, nel 1950, dà su di un pozzo d'accesso di 20m, il cui fondo è costituito da un ammasso di detriti. Da qui si dipartono due gallerie le quali si sviluppano una in direzione Est e l'altra in direzione Ovest. La prima, il cui suolo è costituito da un'enorme quantità di terriccio misto ad argilla che, nell'ultimo tratto, arriva a toccare la volta non permettendo di procedere oltre, è in salita. Il pavimento della seconda galleria invece dapprima scende occupato da un cumulo di detriti, per alcuni metri, e poi continua fino a raggiungere un banco argilloso perfettamente orizzontale. In tutto questo tratto la grotta è ben concrezionata. La galleria poi piega verso SW, allargandosi ed innalzandosi in una caverna concrezionata dal suolo in discesa, al cui termine si erge un gruppo stalagmitico che forma una serie di fitti colonnati riuniti tra loro. Da questo punto la grotta continua riprendendo la direzione EW in una galleria dal suolo orizzontale, costituito da un altro banco d'argilla dove si raggiunge la massima profondità della grotta. Quest'ultima galleria finisce in una caverna occupata per la maggior parte da una colossale frana, oltre la quale c'è ancora una piccola caverna, la cui volta si abbassa repentinamente chiudendo la cavità, in quanto i massi franati arrivano a toccare la volta. E' probabile che un tempo, in questo punto, sia esistito un passaggio verso la Grotta delle Geodi (29/21VG). Nel 1951 questa grotta è stata catastata con il nome di Costantino Doria, insigne figura di pioniere della speleologia triestina e di fervido esponente dell'irredentismo giuliano.
La Commissione Grotte, che già da molti anni stava effettuando delle rilevazioni di meteorologia ipogea nella Grotta Gigante, decise di installare in questa grotta una serie di strumenti, per la raccolta dei dati sul clima sotterraneo e su altri fenomeni che si manifestano nelle grotte, considerata la sua favorevole ubicazione e le caratteristiche del suo sviluppo interno. Acquistato il fondo dove si trova l'ingresso, la bocca della cavità venne allargata e delimitata da una cordonata di cemento, mentre 4 scale metalliche, fissate sulle pareti ed intervallate da ripiani, rendono più comodo il superamento del pozzo di 20m.
Ultimati i lavori, con la costruzione di brevi gradinate nei punti più ripidi, il 16 settembre 1956 la grotta venne inaugurata come stazione sperimentale, e così per vari anni, con una complessa strumentazione disposta in vari punti della galleria, è stata rilevata una quantità di dati che, assieme a quelli raccolti nella Grotta Gigante e nella Grotta di Padriciano (1/12VG), hanno permesso di acquisire nuove cognizioni sul clima ipogeo. Inoltre, in un bacino naturale, situato in una nicchia, vivono da molti anni alcuni esemplari di Proteus anguinus e Niphargus sp., raccolti in altre località , che però qui non hanno trovato, purtroppo, le condizioni necessarie per la riproduzione.
La grotta, oltre a rivestire un notevole interesse per le ricerche scientifiche che vi si svolgevano, costituisce, assieme alle vicine Grotta delle Geodi e Grotta II ad Est di Borgo Grotta Gigante (1151/ 3876VG), un esteso sistema sotterraneo, residuo di un più vasto inghiottitoio che nel tempo è stato limitato nel suo sviluppo da fenomeni di crollo e riempimento; l'abbondante concrezionamento maschera per gran parte i profili originari delle pareti e delle volte, le quali perciò conservano ancora solo in alcuni tratti i modellamenti dovuti all'antica attività idrica.
NOTA SUL RILIEVO DEL 03 MAGGIO 2006:
Negli anni 2002, 2003 e 2004 è stata effettuata una campagna di scavi da parte della CGEB diretta da L. Filipas, che ha permesso di collegare la Grotta Doria 724/3875VG con la 1151/3876VG (tramite un passaggio impercorribile), nonché di aprire un complesso di cunicoli e pozzetti nella parte finale della Grotta delle Geodi 29/21VG.