690 | Grotta Fantasma
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Fantasma
Numero catasto: 690
Numero catasto locale: 4061VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 16/04/2023
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Sgonico / Zgonik Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,75645237364 Lon. WGS84: 13,737720122704 Est RDN2008/UTM 33N: 401831 Nord RDN2008/UTM 33N: 5067763 Quota ingresso: 385 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 244 m
Sviluppo spaziale: 301 m
Profondità: 63 m
Dislivello totale: 63 m
Quota fondo: 327 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta è facilmente raggiungibile trovandosi sul lato destro di un sentiero CAI che da Samatorza porta sulla vetta del Monte Coste, una settantina di metri prima della cima. L’ampio imbocco è in parte recintato.
Descrizione dei vani interni della cavità
Grazie al Club Touristi Triestini che visitò la prima parte di questa grotta nel secolo scorso sono state raccolte le prime notizie ad essa inerenti. Nella breve relazione apparsa sul Tourista l'ubicazone dell'ingresso era però indicata in modo approssimativo e la grotta non venne più rintracciata fino al 1959, grazie soprattutto alla sua singolare posizione. Per questo motivo è ora conosciuta come Grotta Fantasma.
Si trova a 77m in direzione NW dalla vetta del Monte Coste, sul ripido fianco che digrada verso il confine di stato e l'ampia bocca è mascherata da carpini e piccole querce; da questa inizia un pozzo cilindrico dalle pareti nude e nerastre che porta alla sommità di un esteso e ripidissimo cono detritico, molto ricco di terreno organico. Alla sua estremità vi è un salto concrezionato, dopo il quale la galleria, altissima, continua con uno scivolo ed un tratto occupato da grandi massi cementati, al quale segue una caverna pianeggiante con il suolo costituito da un sottile crostello e adorna sui lati di stalagmiti e colonnette; qui, ai tempi dell'esplorazioni, la volta si abbassava fino a sfiorare il terreno e una lieve corrente d'aria rilevava la presenza di altri vani. Il passaggio è stato forzato nel maggio del 1960, dopo un lungo lavoro, ed ora si passa attraverso un laminatoio lungo circa 4m, che è uno dei tratti più ardui che si possano incontrare nelle grotte del Carso; al di là si apre una vasta caverna, dove convergono da ogni lato colate scintillanti costellate di vaschette, mentre la volta è ricca di sottili cannelli. Due strettoie, la più bassa delle quali è meno agevole, portano in un angusto corridoio con delle vasche asciutte, il quale scende con moderata inclinazione, facendosi via via più ampio. Lasciata sulla sinistra una sala con grandi crolli concrezionati, si giunge ad un ultimo salto, alla base del quale la cavità ha termine in una piccola caverna dal suolo acquitrinoso.
Per la facilità di accesso e la varietà degli ambienti sotterranei la grotta è meta di molte visite e purtroppo molte concrezioni sono state asportate o distrutte. Essa rimane tuttavia una delle più belle cavità della fascia collinosa che limita il Carso triestino.
CGEB 2023:
Si è provveduto ad effettuare un rilievo preciso.
Alcune note per la progressione: la discesa del pozzo d’accesso va affrontata partendo dal lato opposto a quello del sentiero e prevede un unico spezzamento. I pozzetti che interrompono la ripida galleria iniziale, si superano con un’unica corda di una decina di metri. La strettoia detta laminatoio è bassa e larga e si può pensare di superarla solo in periodi di siccità. Si è notato infatti che in periodi piovosi si forma facilmente una pozza d’acqua che pure facilmente sifona. E’ possibile procedere con la testa in avanti, riuscendo a girarsi quando si sbocca sulla sommità del successivo scivolo. La seconda strettoia invece è preferibile affrontarla con le gambe in avanti.
Nella parte finale la grotta si divide in due rami. Sulla destra uno scivolo si trasforma in breve in un pozzo inclinato che conduce in una saletta sormontata da un alto camino, pure esso inclinato. Il fondo è estremamente fangoso, cosa che fa presumere che in periodi piovosi si allaghi completamente. Sulla sinistra si sviluppa una caverna dalla quale parte un cunicolo, abbastanza largo, ma molto basso, che sembra terminare con un pozzetto.
Al rilievo è stato pure aggiunto un nuovo rametto laterale che si apre con un pozzetto di 5m al di sotto di una stalagmite, sul lato sinistro della galleria iniziale, poco dopo i due pozzetti. Con esso si accede ad un vano concrezionato che si sviluppa sotto la galleria principale e termina con una stretta fessura.