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Catasto Speleologico Regionale

 

Aggiornamento scheda catastale




645 | Risorgiva delle Argille


100m 500m 1000m
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Nomi e numeri catastali

Nome principale: Risorgiva delle Argille

Numero catasto: 645

Numero catasto locale: 3223VG

Numero totale ingressi: 1

Nome immagine

Ingresso principale

Data esecuzione posizione: 06/07/2014

Affidabilità posizione: Corretto

Presenza targhetta: Si

Area geografica: Carso Triestino

Comune: San Dorligo della Valle / Dolina

Area provinciale: Trieste

Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS

Lat. WGS84: 45,619212336543

Lon. WGS84: 13,876127051695

Est RDN2008/UTM 33N: 412381

Nord RDN2008/UTM 33N: 5052355

Quota ingresso (s.l.m.): 168 m

Caratteristiche

Sviluppo planimetrico: 50 m

Sviluppo spaziale: 62,2 m

Dislivello positivo: 26,3 m

Dislivello totale: 26,3 m

Quota fondo: 168 m

Breve descrizione del percorso d'accesso

Per raggiungere questa singolare cavità si deve risalire il marcato canalone che incide il fianco della Val Rosandra dalla seconda galleria fino al torrente, sboccando nei pressi della paretina detta "del Chiodo". Una macchia di arbusti ne cela l'ingresso, altrimenti ben visibile dal sentiero di Bottazzo, costituito da un piccolo portale, alla destra del quale la parete è rotta da una grande nicchia dalle pareti levigate.

Descrizione dei vani interni della cavità

Il primo tratto della cavità è quasi pianeggiante, ma più avanti il suolo inizia a salire rapidamente con una china che si fa sempre più erta, fino a formare una barriera, che si eleva fino alla volta, chiudendo la cavità; si tratta di una risorgiva ormai abbandonata, che deve però esser stata attiva in epoca relativamente recente. Il suolo è formato da argilla asciutta e tenace, che si stacca in blocchetti regolari. Un assaggio di scavo effettuato presso l'imbocco non ha dato resti preistorici.


Aggiornamento Mauro Kraus dd. 10/5/2024:
Attirato dalla descrizione della cavità e dalla tipologia del sedimento che occludeva il naturale proseguimento della risorgiva, il GSSG ha intrapreso una pesante campagna di scavi a cavallo tra il 2015 e il 2017, con successive uscite sempre più rade, ma che sono comunque arrivate alla quarantina di giornate complessive. Messo a nudo un primo gradino (punto 8), si è proseguito abbastanza facilmente in leggera salita, asportando un deposito sabbioso stratificato, reso tenace dalla presenza di argilla e intervallato da modesti crostoni calcitici, mettendo a nudo una condotta magnificamente modellata dall’azione dell’acqua. La morfologia è cambiata al punto 11 dove, superata una strettoia parzialmente ostruita da grossi massi, oltre che dal sedimento, la natura del riempimento è passata da sabbie argillose ad un brecciame tenuto insieme da un cemento piuttosto incoerente, forse di natura flyschoide. A questo punto, seguendo la parete di roccia viva, si è scavato in salita per circa 3 metri asportando il brecciame che riempiva l’intera sezione per poi obliquare fino ad un nuovo gradino (punto 20). In questa zona si è quasi perso il contatto con la parete rocciosa, ritrovato poi sul lato opposto in prossimità di un bivio. Da un lato è stata trovata una fessura libera che risale verso l’alto e che probabilmente arriva a poca distanza dalla superficie esterna, vista la quantità di radici notate su volta e pareti. Dall’altra la condotta sembra finalmente scendere con leggera pendenza, sempre parzialmente intasata dal brecciame, ed è anche interessata da una leggera corrente d’aria, ma la difficoltà non tanto dello scavo, quanto del trasporto del materiale di risulta fino alla grande caverna principale, hanno suggerito l’abbandono dei lavori. Rimane un po’ il mistero sulla natura di questo immane riempimento, di cui non si è riusciti a capire l’origine, ovvero se provengano dall’esterno o da qualche vano interno al corpo del Monte Stena .

Rilievo: Pianta e sezione (10/05/2024)

Risorgiva delle Argille

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