6285 | Sorgiva del Rio Pricotic
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Sorgiva del Rio Pricotic
Numero catasto: 6285
Numero catasto locale: 3633FR
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 01/06/2012
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Alpi Carniche Comune: Pontebba Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 46,536342568704 Lon. WGS84: 13,242530121232 Est RDN2008/UTM 33N: 365237 Nord RDN2008/UTM 33N: 5155142 Quota ingresso: 1190 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 1303 m
Sviluppo spaziale: 1454 m
Dislivello positivo: 100,6 m
Dislivello totale: 100,6 m
Quota fondo: 1190 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Da Pontebba si prosegue lungo la strada che porta al passo Cason di Lanza e, oltrepassato l'abitato di Studena Bassa, si continua fino a raggiungere una vecchia cava di ghiaia posta sulla destra della strada, prima del punto in cui il Rio Pricotic si immette nel Torrente Pontebbana (stradicciola sulla destra, per entrare nella cava).
Dal margine della cava parte un sentiero in direzione Nord, che di balza in balza supera i roccioni soprastanti, risale un piccolo ghiaione, attraversa un rigagnolo, continua a salire in un bosco rado di pini ed abeti e qualche latifoglia ed infine oltrepassa una piccola e recente abetaia dove sono presenti i ruderi di uno stavolo. Qui il sentiero devia a sinistra, in direzione di un vecchio ciliegio, raggiunge i ruderi di un secondo stavolo ed entra in un bel bosco di faggi. Oltrepassato l'alveo di un piccolo rigagnolo, si risale per circa 200m (tracce di sentiero), fino a piegare a sinistra, scendendo nel piccolo vallone inciso da un affluente del Rio Pricotic (acqua abbondante). Attraversato quest'ultimo, il sentiero sale obliquamente verso destra fino ad un culmine, dopo il quale comincia a scendere, a sinistra, verso l'ormai evidente valle del Rio Pricotic. Prima di cominciare a scendere si abbandona il sentiero e si risale, verso destra, un ripido tratto di bosco caratterizzato dalla presenza, sulla sinistra, di grossi massi calcarei. In 5 minuti si raggiunge il campo base esterno posto in una ristretta area del bosco meno ripida, quasi sul bordo della valle del Rio Pricotic, che scorre circa 50m più in basso (sulla sinistra).
L'ingresso della cavità si trova poco più in alto del campo base, sul rigagnolo a quota 1230. Per raggiungerlo si prosegue sul sentiero in direzione Nord per altri 200m, deviando più verso sinistra e mantenendosi sull'orlo della ripida china boschiva che, quasi in piano, porta fino al greto del rio. Arrivati, lo si risale per pochi metri, superando alcuni massi, fino ad intravedere l'ampio ed evidente ingresso superiore, mentre a livello del greto si incontra l'angusto ingresso inferiore della cavità.
Descrizione dei vani interni della cavità
La cavità è impostata su di una faglia sulla quale sono allineati entrambi gli ingressi. Quello inferiore è in fase di temporanea, progressiva occlusione dovuta alla caduta occasionale di massi e detriti dalla parete sovrastante.
L'ingresso superiore immette in una grande sala la cui volta man mano si abbassa fino a ridursi ad una fessura sul pavimento. Superatala, dopo un piccolo salto di 3m, si entra in un'altra sala che comunica, poco più sotto, con il cunicolo proveniente dall'ingresso inferiore, bloccato da un piccolo sifone perenne (1° sifone). Risalendo la sala mantenendosi sulla destra, a contatto con il liscione di faglia si trova, al livello del suolo, uno stretto passaggio che, con un breve tratto dapprima verticale e quindi orizzontale, porta sull'orlo di un salto, in un'ampia sala con un lago perenne. Il 1° sifone rappresenta il collegamento tra il cunicolo dell'ingresso inferiore ed il lago, il livello delle acque del quale si può alzare anche di 4m. Dopo una pioggia insistente ma di normale entità, si è notato che il livello inizia a salire dopo circa 9 ore.
Superato il laghetto si giunge in una galleria (Galleria Genesis) a palese forma di condotta forzata, percorsa da un rivoletto che si risale in leggera salita.
Percorsi pochi metri e superate alcune pozze ci si trova in prossimità del 2° lago (o galleria allagata), che termina una trentina di metri oltre, nel 2° sifone (Sifone Ernesto).
Questo tratto di galleria, dal 1° al 2° sifone, durante le piene, (che non si sfogano velocemente), si riempie d'acqua fino alla volta. A dimostrazione di ciò, si possono notare consistenti depositi sabbiosi a più livelli, che si rinnovano periodicamente. Quando, all'ingresso superiore, appena sotto il primo salto, è presente dell'acqua, la galleria sicuramente non è praticabile.
Si prosegue bypassando sulla destra, tramite una tirolese, il secondo lago, fino al punto in cui la galleria, caratterizzata ora dalla presenza di due piani di faglia, si allarga notevolmente. Qui si prosegue risalendo un camino/scivolo che permette di raggiungere l'altro versante del 2° sifone attraverso tre diverse vie, la più breve delle quali è anche la più difficile. Tutte e tre le gallerie si trovano sullo stesso piano di faglia e vengono così a trovarsi praticamente sovrapposte. La via più breve, più bassa, porta direttamente al 2° sifone tramite un pozzetto in fessura seguito da uno stretto cunicolo a condotta forzata. Le altre due, (sempre in condotte forzate), dapprima separate, si congiungono in uno scivolo e dopo una retroversione raggiungono una galleria sottostante che porta anch'essa oltre al 2° sifone. Non si ritiene il caso di descrivere più particolareggiatamente l'andamento e le connessioni di questi cunicoli, in quanto la zona è simile ad un piccolo labirinto. Dal punto denominato "L'Incrocio", da cui si dipartono le tre vie sopra citate, risalendo un camino di 8m, si accede ad una galleria superiore, a condotta forzata, che prosegue in salita seguendo anch'essa la faglia principale. Questa galleria intercetta un ampio scivolo che risale in interstrato e che porta ai piani superiori della cavità ("Rami nuovi"). Proseguendo lungo la galleria senza risalire lo scivolo, si giunge ad un secondo scivolo, sempre in interstrato, detto "Scivolo della Concrezione Rossa" che, scendendo, intercetta una delle condotte provenienti dall'Incrocio. Questa condotta, superato un crollo del pavimento che dà accesso alla galleria del 2° sifone, porta, in discesa, al 3° sifone. Quest'ultimo tratto della galleria si sviluppa in interstrato.
Al contrario dei due precedenti sifoni, questo terzo ed ultimo, per ora, non è stato ancora superato, sia per la strettezza dell'ambiente, sia per l'intorbidamento dell'acqua. La profondità massima raggiunta dagli speleosub è di 9,5m. Sono stati vani anche i tentativi di svuotamento del sifone (pur essendo riusciti ad abbassare di circa 3m il livello dell'acqua).
Per raggiungere i "Rami nuovi" si deve risalire, carponi ma con buoni appigli, il primo scivolo in interstrato (cui si è accennato più sopra), detto "Nuove speranze". Dalla sua sommità parte, verso sinistra, in leggera salita, un cunicolo abbastanza stretto che, dopo una cinquantina di metri, diventa impraticabile. Contrariamente allo scivolo, questo cunicolo si sviluppa lungo la faglia principale.
Appena imboccato il cunicolo, dopo circa 3m, uno stretto passaggio permette di immettersi in una serie di 3 scivoli in interstrato, a tratti relativamente larghi, ma sempre molto bassi, con appigli sempre più radi e pendenze prossime ai 50° ("Via Crucis"). All'uscita di questa serie di scivoli la morfologia cambia nuovamente e consente di raggiungere un punto relativamente comodo (si può quasi stare in piedi) detto "il Trivio". Qui, tralasciati altri due cunicoli che proseguono per pochi metri, ci si immette, sulla sinistra in basso, tramite un breve e stretto scivolo, in un cunicolo fangoso e bagnato denominato "Il Calvario" al quale fanno seguito un laghetto ed una strettoia che porta in una sala abbastanza ampia ("Sala Piscio"), nella quale sono visibili alcuni depositi livellati di sabbia e fango. Da questa sala, risalendo un piccolo camino, ci si immette in una galleria (detta "Finalmente in piedi"), dove si prosegue agevolmente. Questa galleria ritorna nuovamente sulla faglia principale ed è caratterizzata da un susseguirsi di crolli. Dopo circa 130m si giunge, tralasciando altre vie laterali secondarie, in un grande salone (Salone Aldo) ingombrato da un enorme masso di crollo (più di 30m cubi) che si oltrepassa sulla destra, nel poco spazio rimasto tra lo stesso e la parete (liscione di faglia). Al di là di esso la sala scende ad imbuto sprofondando verso un fessura impraticabile. Il suolo è cosparso di ghiaia arrotondata, bagnata da un copioso stillicidio.
Sopra la Sala Aldo, una risalita di 8m in parete porta in un'altra sala, intersecata da un camino, risalito per oltre 20m ed abbandonato a causa della friabilità della roccia.
Verso Nord la sala, nella quale è stato allestito un "campo base", si amplia, per poi restringersi tutto d'un tratto. In prossimità di questa strozzatura, in parete, a circa 3m d'altezza, un pertugio permette di scendere in un budello elicoidale che, dopo una ventina di metri, finisce in una pozza d'acqua. Si pensa che questo cunicolo possa, in occasione di piene, riempirsi quasi completamente con l'acqua proveniente dalla pozza sottostante.
L'esplorazione della cavità è ancora in corso.
NOTE:
nella cavità è sempre presente un corso d'acqua di piccola portata. Le gallerie basse vengono spesso invase completamente dall'acqua e l'accesso è impossibile per gran parte dell'anno. E' stato rilevato che, dopo un acquazzone, in periodo di magra, il livello delle acque inizia ad alzarsi non prima di nove ore. Dopo un periodo di piogge intense è stato impossibile entrare nella cavità anche a distanza di 30-35 giorni. Si è pure notato l'alzarsi del livello in assenza di precipitazioni sul sito.
Nella cavità sono presenti sia punti di arrivo che di perdita d'acqua.
In tutta la cavità è percepibile un'intensa corrente d'aria e la direzione del flusso fa pensare alla presenza di altri ingressi a quote superiori.
La temperatura dell'ambiente, rilevata in più stazioni durante tutto l'arco dell'anno varia dai 2°C - 3°C.
E' stata constatata la presenza di altre risorgive nella zona, in corrispondenza della stessa quota.