569 | Grotta delle Perle
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta delle Perle
Numero catasto: 569
Numero catasto locale: 2699VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2000
Affidabilità posizione: 2º gruppo riposizionamento regionale GPS (2000)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Monrupino / Repentabor Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,70768598 Lon. WGS84: 13,81580983 Est RDN2008/UTM 33N: 407823.909 Nord RDN2008/UTM 33N: 5062252.104 Quota ingresso: 324 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 317 m
Profondità: 109 m
Dislivello totale: 109 m
Quota fondo: 215 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'ingresso della grotta si trova sul fondo di una dolina dirupata, a diciotto metri dal sentiero segnato N°43.
Descrizione dei vani interni della cavità
Il fianco meridionale della dolina è costituito da una parete strapiombante, alla base della quale sono accumulati massi e pietre di ogni dimensione: insinuandosi tra i massi e la roccia si entra in un passaggio basso che sbocca in un corridoio in discesa dal suolo argilloso; in questo punto nel 1959 sono stati rinvenuti alcuni cocci e manufatti preistorici, a testimonianza del fatto che la grotta era stata visitata già in tempi assai remoti. Risalito un gradino, si giunge ad una prima sala con massicce formazioni colonnari, alcune delle quali appaiono spezzate, forse a causa di un movimento sismico relativamente recente. La cavità si chiude da questa parte con due basse caverne sovrapposte, dove le concrezioni ostacolano il passaggio; alla massima profondità della grotta si giunge, invece, seguendo una lunga galleria discendente dal suolo fangoso e con segni di una viva corrosione sulle pareti.
Dopo la scoperta della nuova galleria nella vicina Caverna dei Ciclami (501/2433VG), si portò una poligonale tra il fondo di essa e l'estremità di questa grotta, accertando che tra i due punti vi è una distanza di 20m. E'indubbio che le due cavità erano un tempo unite in un unico ed esteso sistema sotterraneo.
Durante una visita alla cavità, venne scoperta un'apertura situata alla fine del ramo discendente, nel punto che allora era il più profondo raggiungibile. Aperto un passaggio ci si trovò in un angusto vano da cui ebbe inizio l'esplorazione di questo insospettato, e quanto mai interessante, sistema di pozzi e gallerie.
Due piccole camerette intervallate da strettoie conducono ad un ampio ripiano che si affaccia su di un grande pozzo profondo 21m. Alla sinistra si apre uno strettissimo meandro il cui fondo è situato alcuni metri più in basso, dove con uno scivolo si getta nel pozzo di 21m. Di fronte al ripiano, raggiungibile con una traversata in cengia, si apre una bella galleria, che dopo pochi metri si divide. A sinistra vi è un ramo ascendente che, dopo una breve paretina ed una strettoia, termina in una stanza ostruita da una frana, l'altro ramo, che probabilmente era l'originaria e più antica continuazione del ramo ascendente suddetto, è costituito da una galleria che termina in una stanza ostruita da depositi di argilla. Al bivio, sul fianco di un ampio vano, si apre un pozzo che costituiva una più recente via di scarico delle acque del ramo ascendente. Dopo una quindicina di metri, esso si getta nel pozzo di 21m. La grotta poi continua sul fondo di tale pozzo, formato da due pozzi comunicanti (il primo, attualmente concrezionato, è quello formato dall'antico torrente sotterraneo, il secondo è di origine più recente); una finestra, all'estremità occidentale del fondo, permette l'accesso ad una galleria, formatasi in tre diverse fratture e fortemente inclinata. Essa termina, con un salto di 4m, in un vano formatosi per erosione regressiva di una cascata, come dimostrano i costoloni sulle pareti ed una marmitta sfondata all'inizio del salto. Da qui si passa in una camera sovrastata da un camino, ed interessata da un fortissimo processo di ringiovanimento e ci si trova sotto il fondo del pozzo di 21m. Un'apertura nella volta comunica infatti con un camino che sbocca proprio sotto la finestra di cui si è detto poc'anzi. La cavità prosegue con un cunicolo basso e largo, probabilmente una pseudogalleria successivamente percorsa dal torrente, che viene interrotto da un pozzo di 5,5m. Il cunicolo continua sulla parete opposta, oltre ad una finestra raggiungibile in spaccata. Esso è quasi subito intersecato da un pozzo di 9m, e continua quindi con una condotta forzata, semiostruita dall'argilla, la quale si chiude del tutto dopo aver incontrato un ultimo pozzetto di 4m. Ritornando al pozzo di 5,5m si presentano all'esploratore due ulteriori passaggi. Quello situato al lato Nord del fondo, dà accesso ad un pozzo di 6m. Una stretta fessura, profonda 3m, porta ad un altro pozzo, dalle pareti estremamente elaborate da intensa corrosione. Scendendo per 10m si raggiunge il fondo (91m di profondità e 233m s.l.m.), dove, come si nota in un minuscolo pozzetto di 1,5m, avviene un netto mutamento litologico: da grigio scura e scarsamente fossilifera, la roccia diviene grigio chiara e ricca di frammenti di molluschi. Il camino che sovrasta questo pozzo comunica mediante una stretta fessura col pozzo di nove metri prima citato. Tornando nuovamente al pozzo di 5,5m si scende nel pozzo di 8m, che si apre in una nicchia nella parete Ovest. Questo pozzo in realtà è formato da due pozzi, uno di 3m aperto fra le lame ed uno di 5m, comunicanti tramite una difficile strettoia. Interessante è la presenza dei resti di crostello calcitico nella parte più alta dei camini, resti che, via via che si scende tendono a scomparire. Sul fondo di questo pozzetto si apre un ultimo pozzo di cui le pietre rotolano per 10m. Esso non è stato disceso per mancanza di materiale e di tempo per cui non è da escludersi che la grotta riservi ulteriori continuazioni.