5075 | Caverna degli Orsi
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Caverna degli Orsi
Nome principale sloveno: Medvedja jama
Numero catasto: 5075
Numero catasto locale: 5725VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2001
Affidabilità posizione: 3º gruppo riposizionamento regionale GPS (2001)
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: San Dorligo della Valle / Dolina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale
Lat. WGS84: 45,60425059
Lon. WGS84: 13,86749631
Est RDN2008/UTM 33N: 411684.653
Nord RDN2008/UTM 33N: 5050702.238
Quota ingresso: 367 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 135 m
Dislivello positivo: 14 m
Profondità: 11 m
Dislivello totale: 25 m
Quota fondo: 356 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Si segue il sentiero che da Crogle sale sul Monte Carso. Poco dopo la vedetta omonima, all'altezza della tabella che indica "confine a 300m", si prosegue sulla destra, lungo la mulattiera che porta alla "Grotta di Crogle" (535/2726VG). Al primo tornante si abbandona la mulattiera e si sale direttamente il pendio fino a raggiungere i 360m di quota. Sempre a questa quota, ci si dirige verso Sud, per circa 80m, su terreno accidentato, tra arbusti, fino ad individuare una fascia di rocce verticali alla base della quale si apre la cavità.
Descrizione dei vani interni della cavità
Il pozzo di accesso, di circa 11m, inizia in strettoia, rimanendo stretto per circa 2m ed aprendosi a campana subito dopo. Discesolo, si entra direttamente nella galleria principale.
La cavità, per certi aspetti, ricorda la vicina Grotta di Crogle, specie immaginando che la galleria sfociasse direttamente all'esterno, rimanendo in seguito ostruita da una frana caduta dall'alto. A conferma di quest'ipotesi, il pendio sottostante l'ingresso odierno della cavità è costituito proprio da massi di varia grandezza, scarsamente colonizzati da radi arbusti.
La grotta è costituita da un'unica galleria, con uno sviluppo planimetrico totale di 135m, a sezione costante e ricoperta da uno spesso rivestimento calcitico, via via più accentuato procedendo, in salita, verso il fondo della galleria.
Dopo il tratto iniziale, dal fondo livellato da uno strato di argilla solidificata con vistose screpolature, la galleria comincia a salire ed il pavimento si ricopre di calcite fino al tratto terminale, che torna pianeggiante e con depositi di argilla, per concludersi con un camino, interamente calcificato. Risalitolo interamente, il camino non ha offerto possibilità di prosecuzione, vista l'impraticabilità di una fessura nella nicchia terminale, che viene a trovarsi circa 14m più in alto dell'ingresso.
Numerosissime "unghiate" oblique, costituite da 3 o 4 solchi paralleli distanti pochi millimetri l'uno dall'altro e molto regolari, incise anche di recente sulla colata calcitica, fanno ritenere che la cavità sia frequentata (attraverso lo stretto pertugio in fondo alla nicchia terminale?), da qualche rapace notturno.
Lungo tutta la cavità si osservano numerose stupende concrezioni, specialmente stalagmitiche, alcune simili ad enormi marmitte finemente cesellate e di un candore immacolato. A circa metà della galleria un poderoso gruppo stalagmitico, in parte inclinato, riduce a metà la sezione della galleria. Dopo la prima curva della galleria, un esteso laminatoio è reso impraticabile da una selva di cannule fragilissime. Anche i depositi di argilla nel tratto pianeggiante iniziale della galleria, sono qua e là ricoperti da un leggero strato di calcite e, poco dopo il pozzo di accesso, vi sono alcune vaschette piene d'acqua.
Durante l'esplorazione della grotta sono stati rinvenuti almeno una decina di crani, mandibole, ossa femorali e grappoli di vertebre di "Ursus Spelaeus", assieme a crani ed altre ossa di animali di taglia più piccola.