500 | Grotta del Frassino
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Frassino
Numero catasto: 500
Numero catasto locale: 2432VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 08/09/2005
Affidabilità posizione: 4º gruppo riposizionamento regionale GPS (2005)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Monrupino / Repentabor Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,70260823 Lon. WGS84: 13,82134213 Est RDN2008/UTM 33N: 408246.228 Nord RDN2008/UTM 33N: 5061681.606 Quota ingresso: 320 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 65,8 m
Sviluppo spaziale: 75 m
Profondità: 15 m
Dislivello totale: 15 m
Quota fondo: 312 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta si trova a 300m dal limite dell'autoporto di Fernetti, a poca distanza dalla dolina che ospita la Caverna delle Tre Querce (481/1102VG), assieme alla quale un tempo formava un unico sistema.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ampio baratro è accessibile senza attrezzatura speleologica dal lato Ovest, sfruttando dei comodi gradini naturali; si giunge così su un cumulo formato da grossi detriti, coperti da muschio e piante umbrofile; in direzione SE un caratteristico portale costituisce l'ingresso di una galleria in discesa dal fondo terroso. Alla sua estremità, nella parete, si apre uno stretto passaggio dove si avverte a tratti una sensibile corrente d'aria che esce dagli anfratti di una piccola cavernetta; il fenomeno deve probabilmente la sua origine alla relazione, per ora ignota, con una insignificante cavità che si trova nei pressi. La diramazione che va verso la Caverna delle Tre Querce, e che è formata da un'altra caverna e da un vano complesso dalla volta a cupola, si interna in direzione NO.
Nella grotta, durante uno scavo archeologico compiuto nel 1949, è stata rinvenuta una tavoletta in terracotta con alcune righe di una scrittura che non si è riusciti a decifrare. Essa rappresenta l'unico esempio di espressione culturale a livello preistorico finora riscontrato sul Carso triestino. Nel corso delle epoche preistoriche, infatti, i frequentatori delle caverne carsiche non lasciarono alcuna incisione sulle pareti, nè di figure, nè di forme di scrittura, al contrario di quanto venne a verificarsi in altre zone del mondo.