4377 | Abisso a N di Punta Medon
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Abisso a N di Punta Medon
Numero catasto: 4377
Numero catasto locale: 2457FR
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Alpi Giulie
Comune: Chiusaforte
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 46,375028
Lon. WGS84: 13,476667
Est RDN2008/UTM 33N: 382844.896
Nord RDN2008/UTM 33N: 5136844.544
Quota ingresso: 1821 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 137 m
Sviluppo spaziale: 273 m
Estensione: 101 m
Profondità: 184 m
Dislivello totale: 184 m
Quota fondo: 1628 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Scesi dalla telecabina del Canin, ci si inoltra verso Est a prendere il sentiero CAI n.636a. Passata la stazione meteo Osmer al Livinal Lung, si prosegue su sentiero per una ventina di minuti sino a trovarsi in linea sotto il rilievo di Punta Medon. Quando il sentiero affronta un tratto pianeggiante e svolta a destra, presso un piccolo larice, si esce dal sentiero a sinistra, verso valle, e in discesa per una trentina di metri si trova la piccola dolina di crollo d'ingresso della cavità
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso principale è costituito da una piccola dolina di crollo: un saltino di 3 metri d'accesso è arrampicabile. Percorsa una fessura di una decina di metri (spesso chiusa da neve sino a stagione inoltrata), s'apre uno stretto pozzo profondo 25m; dalla base di questo, a 4m dal suolo, si prosegue attraverso un breve passaggio che immette in un pozzo di dimensioni imponenti. Il primo tratto è quasi sempre ricoperto dal ghiaccio. Questo è impostato lungo una frattura ortogonale a quella che ha originato il primo ed è chiuso, sul fondo, da materiale clastico.
Per raggiungere il punto più profondo della cavità, anziché scendere il primo pozzo (punto rilievo 1.7), bisogna proseguire orizzontalmente in traverso e scendere il pozzo successivo (P.26). Questo si collega al pozzo descritto prima e, proprio in prossimità di questo punto, bisogna imboccare una finestra ove si apre il successivo P.28. Questo, verso W si collega al primo fondo, mentre verso E prosegue con un P13 e verso SW continua con alcuni pozzetti e con una galleria inclinata. Dopo un P.12, infine, si giunge fronte ad una fessura larga circa 10cm dalla quale soffia una fortissima corrente d'aria. Codesta fessura è stata forzata in luglio 2020 da parte di una squadra della CGEB Trieste. Dopo un passaggio basso in laminatoio, si scende un P.13 (a balzi) e un P.12: l'approfondimento del meandro qui presente, è sede di raccolta di un flusso costante d'acqua, stimato nel periodo di morbida in 3/4 litri/secondo. L'acqua s'infila in fessura strette e profonde e non verrà più incontrata nella progessione. Un ulteriore salto di 10 metri porta ad una piccola saletta ove innalzandosi di alcuni metri, e dopo un passaggio di modeste dimensioni, ci si affaccia su un pozzo di 20 metri. Da questo punto un meandro orrizzontale non particolarmente ostico, dopo pochi metri si biforca in due vie. La via diretta conduce ad un approfondimento di meandro, un salto di 5 metri è arrampicabile previa valutazione capacità: si atterra in una piccola sala di crollo, ove un breve cunicolo franoso raggiunge la massima profondità. Tornando al bivio qualche metro sopra, la biforcazione di destra si presenta come uno stretto passaggio in meandro che si allarga subito in una sala di crollo di 5x8 metri. Dalla sala parte un cunicolo che è stato seguito per 5 metri prima che chiuda in massi franati: un'arrampicata in libera è stata fatta al tetto della sala, senza esiti d'interesse. In nessuno dei due fondi si percepisce la forte corrente d'aria rilevata nella zona di scavo a -114m