411 | Grotta Fioravante
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Fioravante
Nome principale sloveno: Terezijina jama
Numero catasto: 411
Numero catasto locale: 939VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 18/10/2008
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,77699535 Lon. WGS84: 13,59516315 Est RDN2008/UTM 33N: 390784.333 Nord RDN2008/UTM 33N: 5070230.246 Quota ingresso (s.l.m.): 32 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 45 m
Profondità: 18 m
Dislivello totale: 18 m
Quota fondo: 14 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta si trova nell'ex Parco dei Cervi dei Principi di Torre e Tasso.
Descrizione dei vani interni della cavità
Il nome di questa grotta è legato alla leggenda del prode Fioravante, eroe valoroso, il quale sarebbe giunto fino alla Rocca di Monfalcone, conquistandola, attraverso un passaggio sotterraneo, a partire dalla grotta.
Verso la fine del secolo scorso il Moser vi eseguì alcuni scavi che dettero promettenti risultati e, data la posizione della cavità, non è da escludere che ricerche successive, più approfondite, avrebbero portato a scoperte molto interessanti.
In seguito la grotta fu chiusa dai proprietari con una piccola, ma robusta porta che immetteva in un primo vano creato con la copertura della dolinetta antistante, mentre una scalinata intagliata nella roccia agevolava l'accesso.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale la zona si trovò in pratica sulla prima linea dello schieramento austriaco e nelle vicinanze furono collocate alcune batterie; gli ufficiali soggiornavano nella grotta, resa abitabile con altri adattamenti. Alla fine del conflitto la cavità era già devastata e cosparsa di residuati inesplosi.
La sua scomparsa definitiva avvenne verso il 1950 quando l'esercito alleato la usò per lo scarico di rifiuti di ogni genere; i paesani di Duino riferiscono che ad un certo punto la volta sprofondò e che, in seguito, della grotta non rimase traccia alcuna.
NOTA 2013:
La grotta è stata disostruita dal Gruppo speleologico Flondar in collaborazione con la Cooperativa Gemina che poi la ha adattato alle visite turistiche.