403 | Grotta di Gabrovizza
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di Gabrovizza
Numero catasto: 403
Numero catasto locale: 2332VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 29/01/2012
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Sgonico / Zgonik
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 45,7332866
Lon. WGS84: 13,738406
Est RDN2008/UTM 33N: 401843.745
Nord RDN2008/UTM 33N: 5065188.413
Quota ingresso (s.l.m.): 259 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 80 m
Sviluppo spaziale: 100 m
Profondità: 9 m
Dislivello totale: 9 m
Quota fondo: 250 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
L'ingresso è situato in una proprietà privata, e per accedere alla cavità è necessario contattare preventivamente il proprietario all'indirizzo di posta elettronica info@grottacontinua.org.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta risultava introvabile nonostante le numerose battute di zona compiute dai gruppi speleologici triestini per rintracciarla.
Nota sul ritrovamento (2011):
Per le ricerche si è partiti dall'ipotesi (in seguito rivelatasi esatta) che il Prez per rilevare nel 1924 la posizione della cavità si fosse basato sull'ingresso dell'unica grotta già esistente e ben nota, situata nelle immediate vicinanze, ovvero la 162VG. Tenendo conto che, sulle carte dell'epoca, quest'ultima risultava segnata in una posizione spostata di circa 260 metri a SW rispetto alla posizione attuale, è stato semplice per i componenti del Gruppo Speleologico "Grotta Continua" traslare entrambi gli ingressi nella posizione corretta delimitando una zona abbastanza ristretta dove effettuare delle ricerche mirate. È stato così individuato un foro soffiante, rivelatosi l'imbocco di un pozzo (non ostruito artificialmente) che si è dovuto completamente svuotare dai detriti che lo riempivano sino a sette metri di profondità. Qui è stato finalmente raggiunto un vano libero che, dopo un ulteriore cunicolo discendente, ha permesso di raggiungere la cavità vera e propria: la presenza di scritte a nerofumo sulle pareti ed un confronto con il rilievo presente in catasto ha confermato che si trattava proprio della Grotta di Gabrovizza 2332VG, consentendo anche di individuare quello che all'epoca era l'ingresso originale e che al momento risultava completamente ostruito.
Un lungo lavoro di scavo ha permesso la riapertura di questo ingresso, sepolto sotto uno strato di terra e detriti di vario genere spesso più di tre metri e contenente una notevole quantità di immondizie: tra queste, molti farmaci e scarti palesemente provenienti da una farmacia o un ospedale... proprio questi ultimi hanno permesso di datare l'ostruzione della grotta alla fine degli anni sessanta.
Tutte le immondizie sono comunque state raccolte, differenziate e correttamente smaltite, farmaci compresi, mentre alcune concrezioni trovate spezzate frammiste ai detriti sono state ricollocate sulla loro base mediante un adesivo per pietra naturale, riportando alla fine la grotta alle sue condizioni originarie. Anche il pozzo di sette metri, scavato all'inizio delle esplorazioni ed ormai inutile, è stato nuovamente colmato per preservare le condizioni di umidità e temperatura della cavità.
Nota sulla prima esplorazione: Il fortunato rinvenimento di un rilievo originale, risalente a 11 mesi prima rispetto a quello di Cesare Prez (ma praticamente identico ad esso) e firmato Anton Meeraus
fa risalire a quest'ultimo la paternità della scoperta e prima esplorazione della Grotta di Gabrovizza - Höhle bei Gabrovica.
Descrizione dell'interno:
Attualmente dei muri di contenimento ed alcuni scalini in pietra permettono di raggiungere a tre metri di profondità circa imbocco originale che dà accesso ad una prima saletta ben concrezionata; più oltre il soffitto si abbassa in corrispondenza di una tozza colonna centrale per poi rialzarsi in una seconda ed ultima sala dal suolo inclinato ed argilloso. Un basso passaggio sulla sinistra (punto 14 del rilievo) permette di accedere ad una serie di vani piuttosto stretti scavati tra la parete ed il riempimento detritico che puntano in direzione della vicina 6759VG senza però raggiungerla a causa di un ingente frana. Dalla sala finale, un altro stretto passaggio (punto 7 del rilievo) dà accesso ad un cunicolo in salita, sempre assai angusto, che dopo aver raggiunto la base del pozzo da sette metri (ora ostruito) continua orizzontalmente per una decina di metri arrivando molto vicino alla superficie.