395 | Abisso ad E della Stazione di Aurisina
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Abisso ad E della Stazione di Aurisina
Numero catasto: 395
Numero catasto locale: 1489VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 10/12/2011
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 45,75065289
Lon. WGS84: 13,68621943
Est RDN2008/UTM 33N: 397815.162
Nord RDN2008/UTM 33N: 5067183.183
Quota ingresso (s.l.m.): 156 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 4 m
Profondità: 64 m
Dislivello totale: 64 m
Quota fondo: 92 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Questo profondo pozzo, scoperto, esplorato e rilevato dal Battelini nel 1924, si trova sul lato SE di una dolina che ospita una ricchissima vegetazione, situata al limite del complesso del Sanatorio di Aurisina.
Descrizione dei vani interni della cavità
Esplorato dal Battelini ai tempi del Duemila Grotte, questo abisso di 64 metri di profondità fu poi ignominiosamente adibito per ben 37 anni (1933-1970) allo smaltimento degli scarichi fognari del vicino “Sanatorio” di Aurisina e ne fu persa ogni traccia.
Nonostante la profondità coincida quasi perfettamente con quanto indicato nel vecchio rilievo (attualmente un paio di metri in meno, sempre che le misurazioni dell'epoca fossero esatte…), la morfologia della grotta risulta in determinati punti piuttosto differente: subito sotto all'imbocco, ad esempio, non vi è traccia nè della breve parte orizzontale con la nicchia nè del masso ivi incastrato, per cui il “baratro” dal tombino precipita direttamente in verticale; gli ambienti, con l'eccezione della parte iniziale, sono ben più larghi e comodi, mentre la famosa lama di roccia di trentacinque metri che ostacolava la discesa da -15 a -50 è in gran parte scomparsa, essendone rimasto solamente un impressionante moncone alto una dozzina metri a metà pozzo… (e forse i due metri di detrito in più riscontrati al fondo della cavità). Nel corso dell'esplorazione non è stata purtroppo notata alcuna possibilità di ulteriori prosecuzioni. Semisepolto in una rientranza della parete, durante la discesa è stato notato un elmetto italiano del 1915-18.