3236 | Grotta del Ginepro 2°
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Ginepro 2°
Numero catasto: 3236
Numero catasto locale: 5075VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2001
Affidabilità posizione: 3º gruppo riposizionamento regionale GPS (2001)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Monrupino / Repentabor Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,70862576 Lon. WGS84: 13,79804819 Est RDN2008/UTM 33N: 406442.934 Nord RDN2008/UTM 33N: 5062377.124 Quota ingresso (s.l.m.): 299 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 50 m
Profondità: 58 m
Dislivello totale: 58 m
Quota fondo: 241 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La cavità s'apre sul bordo di una vasta dolina imbutiforme a 500m, in direzione NNW, dalla conca di Percedol. L'ingresso si trova ai piedi di un arbusto di ginepro.
Descrizione dei vani interni della cavità
Dalla base del pozzo d'accesso parte una china detritica calcificata, lunga poco più di 10m, che scende con inclinazione 30°; la volta è alta circa 4m e presenta numerose varietà di stalattiti, il fondo è coperto da detriti cementati l'uno all'altro da concrezioni di splash e, verso la fine della galleria tra i massi di crollo, c'è una grossa stalagmite dalla sommità biancastra, alla cui base si sono formate delle belle micro vaschette d'acqua cristallina. Sul lato sinistro, scendendo, due bassi passaggi danno accesso ad un unico vano, molto largo ma basso, al punto che per passare è necessario strisciare, purtroppo, nel fango e pozze d'acqua. Poco oltre s'apre il pozzo interno, profondo 31m, sulla cui sommità si nota una colata calcarea bianchissima. Verso il fondo, c'è una grossa frana che occlude quasi completamente il pozzo; uno stretto passaggio tra i massi permette di proseguire ancora qualche metro ma poi, un'altra frana calcificata, preclude ogni ulteriore prosecuzione. Sopra la prima frana, c'è una fessura dalla quale esce una debole corrente d'aria, che potrebbe rappresentare una possibile prosecuzione.
Ritornando alla china detritica inclinata iniziale, sulla sinistra, scendendo, c'è una breve diramazione, lunga una decina di metri; dalla base del pozzo d'accesso, invece, in direzione W si sviluppa un modesto ramo superiore, raggiungibile con una breve arrampicata, che si conclude in uno spazioso terrazzino riccamente concrezionato. Da qui, attraverso uno stretto passaggio tra alcune colonne stalagmitiche, si giunge ad uno scivolo inclinato circa a 30°, reso particolarmente scomodo per la presenza di concrezioni a fiori, che giunge in una modesta cavernetta lunga 4m e alta altrettanto. Alla base dello scivolo, sul terreno argilloso, si erge una solitaria stalagmite alta circa 1m; sulle pareti si osservano alcune larghe marmitte e antichi livelli di riempimento (acqua e fango).
NOTA: nel primo tratto del ramo discendente, furono trovati alcuni frammenti ossei di corno di bue; all'interno della cavernetta del ramo superiore si raccolse un cranio concrezionato di mustelide (faina o martora).