3 | Grotta di Trebiciano
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di Trebiciano
Nome principale sloveno: Labadnìca
Numero catasto: 3
Numero catasto locale: 17VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2000
Affidabilità posizione: 2º gruppo riposizionamento regionale GPS (2000)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,68533042 Lon. WGS84: 13,83354044 Est RDN2008/UTM 33N: 409167.844 Nord RDN2008/UTM 33N: 5059748.125 Quota ingresso: 342 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 1198 m
Profondità: 329 m
Dislivello totale: 329 m
Quota fondo: 13 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Da Trebiciano, nei pressi di una fontanella, ci si inoltra tra le case sino a raggiungere uno spiazzo (n. civico 211). Da qui si prosegue lungo una strada asfaltata, ma chiusa al traffico veicolare, fino a raggiungere la Stazione sperimentale ipogea della Società Adriatica di Speleologia e si continua lungo il viottolo che porta verso il confine (cartello: confine a 430m). Giunti ad un secondo cartello ( confine: 130m), si prende una carrareccia a destra, in leggera salita. Dopo circa 150m, all'inizio di una pineta, si gira a sinistra in una dolina alberata e delimitata da un muretto a secco, dove si trova l'ingresso della cavità.
Descrizione dei vani interni della cavità
La Grotta di Trebiciano è la più nota tra quelle esistenti sul Carso triestino, sia per la scoperta dell'acqua sotterranea che scorre nella sua caverna terminale, che per gli approfonditi studi effettuati in varie epoche ed in particolare verso gli inizi di questo secolo per iniziativa dell'Ufficio Idrotecnico Comunale di Trieste.
Essa ha avuto un ruolo assai importante per le indagini sulla continuità del corso del fiume Timavo, essendo l'unico punto intermedio dove riappare, sia pur per un breve tratto, l'acqua che scompare nelle Grotte di San Canziano.
Le scale che ne agevolavano l'accesso sono state sostituite varie volte durante il periodo in cui si effettuavano continue discese per misurazioni e prelievi di campioni d'acqua.
Successivamente il Comune non ha più curato la manutenzione delle attrezzature, cosicché le visite alla grotta richiedevano l'uso di almeno 120 metri di scalette speleologiche, risultando molto pericolose per lo stato dei manufatti. Numerosi infatti sono stati gli incidenti in quel periodo.
Nota del 17.7.1977:
Da un ulteriore esplorazione effettuata dalla Società Adriatica di Scienze nel 1977 la lunghezza del lago sifone è risultata essere di 290 metri.
Aggiornamento del 1989/1990 - Società Adriatica di Speleologia:
Già durante la posa in opera della "Ferrata Adriatica" è emersa la necessità di utilizzare un disegno in scala della cavità, che si presentasse preciso e dettagliato.
Tutti i rilievi eseguiti sino ad allora, pur essendo esatti per quanto riguarda il valore della profondità totale, non risultavano particolarmente veritieri nella fedeltà delle rappresentazioni e nell'evidenziazione dei particolari.
E' stato quindi deciso che venisse realizzato un nuovo rilievo topografico della cavità, con l'aggiunta di tutte quelle diramazioni inedite o già conosciute che non erano state comunque rappresentate nelle vecchie planimetrie.
Il nuovo rilievo ha evidenziato alcuni particolari molto interessanti.
Per prima cosa risulta variato il numero dei pozzi presenti nella parte verticale della grotta. Questo perché nei precedenti rilevamenti più saltini di poca profondità sono stati riuniti in un unico pozzo, o perché alcuni dislivelli sono stati considerati trascurabili.
Per esempio, nel rilievo Boegan-Kobau del 1896-97 vengono evidenziati 15 pozzi; nel lavoro "Lo stato attuale del Catasto Speleologico della Venezia Giulia" di W. Maucci (1961) sono citati invece solamente 13 salti, mentre nei dati riportati nella recente pubblicazione "-100" (monografia delle grotte del Carso Triestino con profondità superiore ai 100 metri, di Franco Gherlizza) sono indicate le profondità di 25 pozzi.
Il nuovo rilievo eseguito dalla Società Adriatica di Speleologia nel periodo 1989/90 ha evidenziato 20 pozzi distinti, lungo la via principale che conduce alla Caverna Lindner, di profondità variabile dai 2 ai 52,6 metri.
Tali pozzi sono stati tutti attrezzati con scale fisse per facilitarne la discesa. Vi sono inoltre vari pozzi laterali ed una serie di salti che conducono, quale secondo accesso, alla Caverna Lindner.
Per quanto riguarda le nuove vie rinvenute ed esplorate recentemente, sono da segnalare numerosi camini che sono stati risaliti anche per decine di metri, con lo scopo di rintracciare ulteriori diramazioni, ed una serie di pozzi laterali che scendono parallelamente al P.53.
Quindi nel nuovo rilievo le verticali risultano essere 20 lungo la via principale di discesa e 25 nelle diramazioni laterali, per un totale di 45 pozzi. Inoltre anche la forma della Caverna Lindner è stata variata notevolmente, rispetto ai rilievi precedenti. Da evidenziare infatti la presenza di un grande camino alto 62 metri, presso l'imboccatura della galleria Beram, ed uno scivolo di sabbia, orientato in direzione sud rispetto alla Caverna, che nelle precedenti piante era appena accennato, mentre in realtà presenta uno sviluppo planimetrico di 72 metri, per un dislivello positivo di oltre 40 metri.
Lo sviluppo planimetrico è stato portato a 920 metri, con un incremento di oltre 337 metri rispetto al vecchio rilievo.
Nota del 2021:
Dal 2013 sono in corso delle esplorazioni speleosubacquee nei sifoni di entrata e di uscita in collaborazione con il team francese Fédération Française d’Études et de Sports Sous-marins (FFESMM) di Marsiglia coordinato da Claude Toloumidjan.