2318 | Pozzo nella Cava presso la Caverna Lesa
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Pozzo nella Cava presso la Caverna Lesa
Numero catasto: 2318
Numero catasto locale: 4750VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/03/1973
Affidabilità posizione: Da verificare
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 45,75898265
Lon. WGS84: 13,69523091
Est RDN2008/UTM 33N: 398531.165
Nord RDN2008/UTM 33N: 5068097.156
Quota ingresso (s.l.m.): 230 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 12 m
Profondità: 30 m
Dislivello totale: 30 m
Quota fondo: 200 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Questa cavità si apre nelle vicinanze della cava presso la Caverna Lesa (o Lesa Pecina). Per raggiungerla è necessario risalire la strada che all'altezza della casa n°71 si diparte dalla provinciale per San Pelagio verso la collina delle fornaci di calce. Si percorrono circa 1000 metri e si giunge al piazzale della cava, dove sulla sinistra della strada è possibile vedere la china cespugliosa ed ingombra di rifiuti della Lesa.
La grotta si apre sotto una parete di sbancamento alta circa 14 m, molto fessurata, con abbondanti intrusioni di calcite appartenenti alla parte superiore della cavità.
Descrizione dei vani interni della cavità
Quando iniziarono i lavori di estrazione del calcare, si aprì una piccola cavernetta, molto concrezionata, che immetteva in un pozzo, allora inaccessibile.
Con l'abbassamento, di circa 7 metri, della trincea di sbancamento l'imbocco del pozzo divenne agibile.
La cavità è impostata su fratture ad andamento NW-SE.
Dopo la strettoia iniziale, il pozzo si allarga e le pareti e la volta sono alquanto concrezionate (pur mancando le formazioni stalattitiche). Dopo qualche metro di discesa il pozzo diventa perfettamente verticale e, mano a mano che si scende, si vedono cessare le concrezioni ed il calcare diventa sempre più compatto.
La forma del pozzo è molto regolare tranne verso il fondo, dove assume un aspetto più allungato ed irregolare dato dall'incrocio di alcune fratture ben visibili dal fondo.
La base del pozzo è quasi orizzontale ed è costituita da detriti precipitati nell'interno durante i lavori di allargamento della strettoia e da uno strato cospicuo di sabbia fangosa prodotta dal taglio dei banchi di roccia con le seghe a filo elicoidale: non è escluso che questo materiale non abbia ostruito qualche passaggio ora sconosciuto.
Dalla parte opposta dal punto di arrivo si nota un alto camino che rappresenta l'unico proseguimento di questa grotta. Le pareti per una decina di metri sono facilmente arrampicabili e presentano tracce di erosione anche recente. Si nota un'assoluta mancanza di calcite ed una marmitta in formazione. Soltanto nel punto più alto raggiunto si osserva qualche bassa formazione stalagmitica. Da questo punto le pareti diventano verticali e non sono più scalabili, mentre la volta si intravede una quindicina di metri più in alto, di forma molto irregolare e forata da camini.
Fuori della sezione del rilievo, nel punto più alto raggiunto, si apre lateralmente, nella parete, un pozzetto d'erosione profondo circa tre metri, che continua verticalmente ancora per qualche metro diventando però assolutamente impraticabile.