184 | Grotta sopra le Sorgenti di Aurisina
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta sopra le Sorgenti di Aurisina
Numero catasto: 184
Numero catasto locale: 347VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 06/03/2011
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,745210103 Lon. WGS84: 13,668061864 Est RDN2008/UTM 33N: 396392.816 Nord RDN2008/UTM 33N: 5066601.844 Quota ingresso: 168 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 144 m
Profondità: 62 m
Dislivello totale: 62 m
Quota fondo: 106 m
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta si aperse spontaneamente nel gennaio del 1907 e sia il prolungato rotolare dei sassi che vi venivano gettati sia, soprattutto, lo strano fenomeno dei vapori che ne fuoriuscivano per qualche tempo, fecero ritenere che essa dovesse avere una rilevante profondità e giungere probabilmente al livello delle sottostanti sorgenti. L'esplorazione effettuata dalla Commissione Grotte smentì tali supposizioni, e visto che la cavità era ricca di concrezioni, il Comune di Aurisina prese in considerazione la possibilità di un suo adattamento turistico. L'ingresso venne chiuso in via provvisoria con una botola di legno, ma successivamente il progetto fu abbandonato in quanto l'onere dei lavori apparve assai rilevante e la grotta non aveva in effetti una particolare bellezza.
L'ingresso si apre al margine di una pietraia ed un primo breve scivolo viene evitato girando sulla sinistra attorno ad un pilastro calcitico. L'ambiente è subito molto ampio e vi si trovano gruppi di colonne che agevolano per un tratto la discesa. A partire dall'ultima colonna è opportuno proseguire con l'aiuto di una corda, in quanto la pendenza del suolo diviene molto pronunciata. Alla base di un grande scivolo si incontra un piano detritico che chiude la galleria, lasciando soltanto un angusto passaggio, oltre a questa strozzatura la cavità continua con un corridoio, il cui declivio, dapprima accentuato, diminuisce progressivamente, è fiancheggiato sul lato destro da una lunga serie di formazioni colonnari che sorgono da poderose colate calcitiche; quando queste si esauriscono la grotta assume più ampie proporzioni e da qui si accede ad una diramazione in ripida ascesa; superando ancora un ripido gradino si giunge su di un mobilissimo ghiaione, costituito da minuti detriti, che porta ad un abbassamento della volta ed alla fine della cavità.
Nel 1919 il Comune di Trieste aveva progettato un nuovo acquedotto per il rifornimento idrico della città ed una delle condotte che doveva portare l'acqua dal paese di Aurisina all'edificio dei filtri. durante lo scavo sotterraneo, lungo 660m, venne incontrata la parte superiore della diramazione che scende nella grotta e si approfittò di questo fatto per scaricarvi una grande quantità di detriti calcarei che invase ed ostruì l'ultimo tratto della sottostante galleria. Tale galleria attualmente è accessibile da una botola aperta nella tubatura, rimasta inutilizzata dopo la costruzione dell'Acquedotto Randaccio. La discesa da questa parte richiede però l'impiego di una corda, poichè il suolo è costituito da ripide colate povere di appigli.