106 | Jama Jablenza
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Jama Jablenza
Nome principale sloveno: Jama pri jeplenki
Numero catasto: 106
Numero catasto locale: 163VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Sgonico / Zgonik
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 45,73175045
Lon. WGS84: 13,73970414
Est RDN2008/UTM 33N: 401942.055
Nord RDN2008/UTM 33N: 5065016.153
Quota ingresso (s.l.m.): 255 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 282 m
Profondità: 115 m
Dislivello totale: 115 m
Quota fondo: 140 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La cavità si trova al fondo di una dolina a lato della strada che da Gabrovizza conduce a Sgonico, sulla destra provenendo da Gabrovizza.
Descrizione dei vani interni della cavità
Il Pozzo tra Gabrovizza e Sgonico è più conosciuto con i nomi di Jablenza o Grotta del Diavolo che derivano da alcune leggende paesane, forse create spaventare i pastorelli e tenerli lontani dalla bocca pericolosa della voragine. A Sgonico si narra ancora tra i vecchi che una fanciulla, caduta nella grotta assieme alla sua mucca, venne nuovamente alla luce nei pressi di Duino. L'idea dell'esistenza di un fiume che scorre sotto il Carso era diffusa tra i contadini da tempi immemorabili e anche altri racconti lo confermano.
L'orlo del pozzo, per un buon tratto rivestito da muschi, è allungato ed è raggiungibile comodamente soltanto dal lato Ovest della dolina che presenta i fianchi troppo scoscesi dagli altri lati. Il pozzo iniziale sprofonda in verticale assoluta per 42m raggiungendo una china in ripida pendenza che prosegue in un'alta e stretta galleria. Alla fine del pendio si trova del pietrame grossolano e poi su di un piano argilloso sorgono due colonne, spezzatesi in seguito all'abbassamento del suolo. Da qui si entra in un'alta e ampia caverna disadorna, ingombra di una grande quantità di massi di crollo coperti in alcuni punti da incrostazioni calcitiche. Una cengia sulla parete Sud porta all'imbocco di una diramazione scoperta nel 1946, nella quale, contrariamente a quanto si rileva negli altri ambienti, l'umidità è notevole ed il concrezionamento è in pieno sviluppo. Vi abbondano infatti le colate ed in particolare le stalattiti, tra le quali si notano molte eccentriche di grande bellezza e strane escrescenze aggrovigliate di calcite purissima. E' questa indubbiamente la parte più suggestiva della cavità.
Sul lato opposto della caverna si apre tra i blocchi di frana lo stretto orifizio del pozzo interno, che in realtà potrebbe essere definito una galleria fortemente inclinata ed interrotta da due salti verticali.
Questo tratto è molto asciutto e poco concrezionato, mentre a metà discesa si incontra un enorme blocco incuneato tra le pareti, del volume di circa 130 metri cubi. Prima di raggiungere tale masso, traversando sulla parete Sud, si può raggiungere una breve diramazione nella quale vi è una successione di piccoli pozzi affiancati, interessati da una forte erosione.