1039 | Inghiottitoio di Lasiz
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Inghiottitoio di Lasiz
Numero catasto: 1039
Numero catasto locale: 481FR
Numero totale ingressi: 2
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 10/04/2009
Presenza targhetta: No
Area geografica: Prealpi Giulie
Comune: Pulfero
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 46,16486
Lon. WGS84: 13,47903
Est RDN2008/UTM 33N: 382578.58
Nord RDN2008/UTM 33N: 5113489.188
Quota ingresso: 281 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 58 m
Profondità: 32 m
Dislivello totale: 32 m
Quota fondo: 231 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
CGEB 2009
Descrizione dei vani interni della cavità
Lo stretto ingresso dà adito al pozzo iniziale, profondo 6m, interrotto da un ripianetto in prossimità di una strettoia, dalla cui base parte, in direzione NW, una galleria molto bassa e sormontata da due camini.
La grotta è stata esplorata nuovamente nel 1983 e nel pavimento di crollo della saletta terminale della galleria che si sviluppa in direzione NE è stata rintracciata una via di prosecuzione, resa agibile dopo circa 4 ore di scavo. La fessura, aperta tra massi, dà adito ad un pozzo, impostato su frattura, profondo 11m e con il fondo, in ripida discesa, occupato da grossi massi di crollo; tra questi si apre uno stretto cunicolo, esplorato soltanto per circa 2m, fino a quando si trasforma in un meandro impraticabile.
Sotto il pozzetto d'accesso è stato forzato un cunicolo in salita, formato da una serie di allargamenti e strozzature, che diviene impraticabile dopo circa 9m, nel quale c'erano due pipistrelli.
La cavità, formata da una galleria discendente, è condizionata da una serie di fratture parallele con orientamento 320°Nord. Nel tratto intermedio si sviluppa una galleria d'interstrato, con pareti e fondo in marna grigia molto erodibile e friabile e con il soffitto più compatto, composto da strati formati in prevalenza da calcari marnosi. Nel tratto finale alcune concrezioni di modeste dimensioni, crescono lungo le fratture.
Già nel 1959 la grotta era usata come discarica di carogne di animali e di immondizie, ma nonostante l'inquinamento in essa è stato catturato un esemplare di Antisphodrus.