Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Priamo
Nome principale sloveno: Jama pod Kravjakom
Numero catasto: 947
Numero catasto locale: 3869VG
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 36 m
Sviluppo spaziale: 41 m
Profondità: 15 m
Dislivello totale: 15 m
Quota fondo: 232 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 06/07/1998
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,7143424 Lon. WGS84: 13,72056473 Est RDN2008/UTM 33N: 400421.983 Nord RDN2008/UTM 33N: 5063105.742 Quota ingresso: 247 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Carso
Area carsica: Carso (A) Morfologia: altopiano Contesto attuale: boschivo Distanza dal mare: <1000 m Distanza da fonte d'acqua: <500 m
Caratteri interni
Andamento: Semplice inclinata discendente
Pozzi: No
Planimetria: semplice: unico vano
Ampiezza piano calpestabile: 99 m
Tipologia terreno calpestabile: limoso prevalente
Crolli recenti: Sì Cavità attrezzata: No Grotta turistica: No Concrezionamento: scarso / assente Acqua interna: No Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 45,7143424
Lon. WGS84: 13,72056473
Quota ingresso: 247 m s.l.m.
Morfologia: piede di parete
Terreno superficie esterna: limoso/argilloso prevalente
Archeologia
Data
1943Autore
Luciano Saverio MedeotConservati
-Pubblicati
-Indagine
Stratigrafia: no
Cronologia: Preistoria?
Periodo: Neolitico?
Materiali
Ceramici: resti non determinati.
Antropologici: 1 scheletro
Bibliografia: Archivio Storico Catasto Regionale Grotte; Carpani 1998-99
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservata la mandibola, disperse le restanti ossa
Indirizzo deposito: Via di Donota 2, Trieste
Note
Da una lettera di Medeot datata 1954 - conservata presso l'Archivio Storico del Catasto Regionale Grotte - risulta che nel corso di lavori di adattamento della cavità a scopi militari durante la II Guerra Mondiale fu rinvenuto uno scheletro con accanto "alcuni cocci di fattura assai primitiva e molto inferiore alle consimili neolitiche …" (Carpani 1998-99, p. 240-41).Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta si apre 14m a sinistra del sentiero che da Prosecco conduce al Monte San Primo (segnavie n. 6), 400m dopo il bivio dell'osteria.
Descrizione dei vani interni della cavità
Nota da molto tempo, questa cavità durante la guerra è stata oggetto di notevoli lavori per adattarla a ricovero militare ed ha una certa importanza per il ritrovamento, in un profondo scavo effettuato a ridosso della parete terminale, di una mandibola umana la cui datazione è però incerta.
Alla fine di questo avvallamento, invaso da cespugli spinosi, alcuni gradini in pietra conducono ad una trincea che, fiancheggiando la parete Sud della dolina, conduce ad un basso passaggio, lungo un paio di metri, che sbocca nel vestibolo della grotta (punti 4, 5, 6 nel rilievo). Da qui la caverna, che è forata da un'ampia finestra la quale costituisce l'ingresso principale della cavità (punto 6), prosegue in direzione SW, con una larghezza di 2 - 3m ed un'uguale altezza, in leggera discesa; nella prima parte la volta è forata da un paio di camini ciechi che sembrano seguire l'inclinazione degli strati. Scendendo, due brevi concamerazioni in salita si aprono sulla destra: la prima - in salita accentuata - è di origine naturale e segue anch'essa l'inclinazione degli strati, è concrezionata ed è molto vicina alla superficie; la seconda, più piccola è in leggera salita ed è in buona parte artificiale. Di fronte a questa, sul lato opposto della galleria (punti 12 e 13) si apre una vasta nicchia, anch'essa in buona parte artificiale; la parete che prosegue verso l'esterno (punti 13, 7 e 6) è interessata da crolli concrezionati, nicchie e fessurazioni varie.
La parte finale della grotta è costituita da una camera quasi del tutto artificiale (punti 3 e 10) (vi si notano ancora i fori delle mine fattevi esplodere, e la volta e le pareti sono fortemente anneriti) dal suolo in leggera discesa e sormontata da un camino che presenta le stesse caratteristiche di quelli segnalati nella prima parte della cavità. Un pertugio, largo un braccio, sembra scendere ancora per qualche centimetro (punto 9) fra roccia e materiale incoerente; una leggera corrente d'aria, la cui provenienza non è stata accertata, rinfresca un po' l'ambiente.
(Nella descrizione i punti si riferiscono al rilievo del 09/07/1981)
NOTA: Cavità pulita dal Gruppo Speleologico San Giusto.
Bibliografia
Leben F.
Inštitut za arheologijo ZRC SAZU (1978)
Collocazione: Arheološki vestnik, 29: 13-35, Ljubljana (Slo)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo l'autore offre una rassegna riassuntiva sulla vita spirituale e materiale degli uomini tra il Neolitico e l'età del ferro nel territorio delle Alpi sudorientali. Sono presi in esame i rinvenimenti di sepolture o resti scheletrici e di oggetti di culto, motli riguardano grotte del Carso.