Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta di Santa Colomba
Numero catasto: 3004
Numero catasto locale: 1494FR
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 9 m
Dislivello totale: 0 m
Quota fondo: 297 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2000
Presenza targhetta: Si Area geografica: Prealpi Giulie Comune: Osoppo Area provinciale: Udine Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 46,26064027 Lon. WGS84: 13,08180567 Est RDN2008/UTM 33N: 352169.905 Nord RDN2008/UTM 33N: 5124795.276 Quota ingresso: 297 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Piana di Osoppo
Morfologia: rilievo collinare
Geomorfologia: versante
Contesto attuale: boschivo
Distanza dal mare: >10.000 m
Distanza da fonte d'acqua: <500 m
Note caratteri fisiografici:
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: No
Ampiezza piano calpestabile: 30 m2 m
Tipologia terreno calpestabile: depositi di crollo antichi e/o concrezioni
Crolli recenti: Sì Grotta turistica: No Concrezionamento: scarso / assente Acqua interna: No Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 46,26064027
Lon. WGS84: 13,08180567
Quota ingresso: 297 m s.l.m.
Morfologia: parete
Terreno superficie esterna: depositi di crollo/riempimento
Archeologia
Data
1976Autore
Paolo Montina, Vanni ZozConservati
-Pubblicati
-Note
Ricognizione di superficie.Indagine
Stratigrafia: no
Cronologia: Basso Medioevo
Materiali
Bibliografia: Borzacconi 2020; Montina, Zoz 1977-1978.
Note
Incerte appaiono le notizie storiche riguardo al legame tra il riparo e il culto di Santa Colomba o Coluba a cui è dedicata una chiesetta sul colle ove venne rinvenuta una lapide funeraria di epoca tardo romana (Montina Zoz 1977-1978, pp. 37-38). La concentrazione di toponimi e altre evidenze riferibili alla frequentazione umana presenti nei ripari del colle di Osoppo, per cui vedasi anche Grotta di Gasparat (fr. 1442/2853) e la Caverna di Osoppo o Grotta dallo Zumpin (fr. 86/2334), sembrano documentare un’intensa frequentazione dell’area per scopi sia abitativi che produttivi almeno per tutto il Basso Medioevo (Borzacconi 2020, p. 77).Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
Dal piazzale cementato del forte d'Osoppo, sulla sinistra, vi è un sentiero che conduce direttamente alla cavità.
Descrizione dei vani interni della cavità
Questa grotta, che meglio si può definire come riparo sotto roccia, si è formata in un banco di sedimenti a granulometria più o meno fina, a potenza centimetrica e decimetrica, che in totale forma un banco di potenza di circa 1,1m; questo è compreso tra due potenti blocchi di conglomerato oligocenico fortemente cementato.
Il riparo è chiuso da due lati da un muro e quindi è possibile che sia stato usato in passato come ricovero per le bestie o anche per persone (per la leggenda di S.Colomba vedi: leggende osoppane su Pagine Friulane del 1901).
Il fondo della cavità è stato direttamente interessato da eventi sismici; numerosi blocchi si sono staccati dalla massa centrale e il blocco che forma il letto della cavità ha subito uno spostamento rotatorio interessando il fondo della cavità con una frattura che presenta una larghezza massima di circa 60cm ed una profondità misurabile di circa 50cm. Il blocco, alto circa 10m, lungo quasi altrettanto e largo 8m, potrebbe, in seguito ad altri eventi sismici o a causa degli eventi atmosferici, franare e recare notevoli danni, soprattutto perché nei pressi è stato costruito un insediamento di case prefabbricate.
Bibliografia
Franco Gherlizza
Club alpinistico triestino- gruppo grotte (2017)
Biblioteca del CSR
Collocazione: La nostra speleologia 2017
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia, Leggende, folklore, culto
Keyword: eremiti, sante, Santa Colomba
Questa cavità è nota per leggende che l'hanno eretta a dimora si sante e eremiti.
Maddaleni P.
Museo Friulano di Storia Naturale (2017)
Collocazione: Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 38: 85-120, Udine
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Nel contributo viene offerta una prima revisione sistematica dei dati disponibili per le circa 50 principali cavità di interesse paleontologico e paletnologico attestate in Friuli. Alla ricchezza dei siti (grotte e ripari) presenti in tale comparto territoriale contraddistinto da una peculiare conformazione geologica, si associa una disomogenea e talora lacunosa disponibilità di dati, a volte inediti e spesso giunti a noi privi dei necessari riferimenti contestuali oltre che di datazioni radiometriche, in quanto frutto di ricerche datate, svoltesi a partire dalla fine dell’Ottocento-primi del Novecento. Se nella maggior parte dei casi l’inquadramento crono-culturale dei siti può oggi basarsi solo sull’analisi tipologica dei materiali a noi giunti (ceramica, industria litica in primis), casi-studio di particolare interesse sono rappresentati dal Riparo di Biarzo, Grotta di Cladrecis e alcune cavità dell’Altopiano di Pradis (Grotta del Clusantin, Grotta del Rio Secco) oggetto in anni recenti di scavi sistematici e studi post-scavo multidisciplinari. Nel contributo l’avvio della revisione della bibliografia e dell’analisi delle collezioni di materiali conservati presso diversi Istituzioni (Museo Friulano di Storia Naturale e Circolo Speleologico e Idrologico Friulano) viene inteso quale primo passo di progetto di più ampia portata focalizzato sullo studio delle grotte in Friuli che dovrà necessariamente prevedere anche la programmazione di nuove ricerche sul territorio. Nella parte conclusiva del lavoro viene fornito anche un elenco delle cavità che hanno restituito solo reperti faunistici olocenici.
Borzacconi A.
Civici Musei di Udine, Museo Archeologico e Museo Friulano di Storia Naturale. Lithostampa ed. (2020)
Collocazione: In: Muscio G., Visentini P. (a cura di), Antichi abitatori delle grotte in Friuli. La Preistoria nelle cavità delle Prealpi Giulie, Catalogo della Mostra, Castello di Udine marzo 2021- febbraio 2022, 63-81, Pasian di Prato (UD)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
L'A. propone alcune riflessioni preliminari sulla frequentazione di grotte e ripari del Friuli in un ampio orizzonte cronologico che abbraccia i secoli compresi tra il periodo tardoromano e l'età medievale. A partire dalla bibliografia specialistica disponibile, spesso connessa a indagini sul campo portate avanti da gruppi speleologici (Circolo Speleologico e Idrologico Friulano in particolare), vengono proposte alcune osservazioni tecno-tipologiche di dettaglio sui materiali ceramici, spesso inediti, rinvenuti nel corso di tali attività esplorative. Numerose sono i contesti ipogei con evidenze tardoantiche-medievali passati in rassegna, indicativi di un rinnovato interesse per le cavità da parte dell'uomo, dopo un periodo di sostanziale abbandono durante l’epoca romana, rispondente a nuove modalità insediative e a diversi criteri di organizzazione della viabilità nel territorio, in cui grotte e ripari insieme a castra e castella contribuiscono a formare un sistema difensivo integrato.
Montina P., Zoz V.
Associazione Friulana Ricerche (1977)
Collocazione: Bollettino dell'Associazione Friulana Ricerche, 2 (1977-1978): 16-39, Tarcento (Ud)
Categorie: Antropospeleologia
Indici: Archeologia
Dopo una discussione sugli aspetti geologici dell'area, gli A. riportano i risultati delle indagini condotte nel corso del 1976, dopo i tragici eventi del sisma, nelle cavità che si aprono sul Colle di Osoppo e sul Colle di S. Rocco. Da menzionare è in particolare l'esecuzione di un sondaggio di scavo, rivelatosi infruttuoso, nella Grotta di Gasparat, un riparo sottoroccia di tipo paracarsico caratterizzato, così come molte altre cavità della zona, da tracce di interventi antropici plausibilmente relativamente recenti (anche connessi agli eventi bellici). Nel suddetto riparo vennero infatti rilevati una struttura muraria, sita alla base dell'ingresso, e una piccola cisterna forse funzionale alla raccolta delle acque sotterranee, scavata nella roccia viva in corrispondenza della parete di sud-est. A conclusione del contributo gli A. riportano varie notizie storiche o desunte dalla tradizione popolare in relazione alla toponomastica e al popolamento antropico delle cavità.