Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Pettirosso
Nome principale sloveno: Lašca Jama
Numero catasto: 148
Numero catasto locale: 260VG
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 19 m
Profondità: 1 m
Dislivello totale: 1 m
Quota fondo: 120 m
Ingresso principale
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale
Lat. WGS84: 45,75845735
Lon. WGS84: 13,67072193
Est RDN2008/UTM 33N: 396624.197
Nord RDN2008/UTM 33N: 5068070.188
Quota ingresso: 121 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Carso
Area carsica: Carso (A) Morfologia: altopiano Geomorfologia: dolina Contesto attuale: prativo/arbustivo Distanza dal mare: 1000-5000 m Distanza da fonte d'acqua: <500 m
Caratteri interni
Andamento: Semplice orizzontale
Pozzi: No
Planimetria: semplice: unico vano
Ampiezza piano calpestabile: 280 m
Tipologia terreno calpestabile: limoso prevalente
Crolli recenti: Sì Grotta turistica: No Concrezionamento: scarso / assente Acqua interna: No Note caratteri interni:
Si nota:
la presenza di falò con cataste di legna pronte da ardere e i resti di vari scavi non recenti
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 45,75845735
Lon. WGS84: 13,67072193
Quota ingresso: 121 m s.l.m.
Morfologia: fondo dolina
Terreno superficie esterna: massi e/ ciottoli prevalenti
Archeologia
Data
1886, 1890, 1892-98, 1907, 1914, 1915Autore
Karl MoserConservati
-Pubblicati
SiNote
Moser fece scavi alquanto sistematici (220 giorni in totale) in questa cavità fra metà maggio 1892 e luglio 1898, mentre negli altri anni vi effettuò solo visite e sondaggi.Indagine
Tipologia di indagine: scavo stratigrafico
Stratigrafia: sì
Area indagine: parziale Settore: 1/3 ca. di tutta la superficie interna. Cronologia: Preistoria-Protostoria Periodo: Neolitico, età del rame, età del bronzo Attribuzione culturale: Neolitico dei vasi a coppa/Vlaska, Cultura di Lubiana (elementi)
Materiali
Ceramici: recipienti profondi a pareti convesse e bocca ristretta; recipienti profondi a collo; 1 bicchiere; scodelle; 2 coppe su piede decorate; piatti troncoconici; 5 frammenti probabilmente di 3 rhyta; 2 cucchiai; 1 ansa a gomito, 1 presa orizzontale impressa.
Litici: 1 lama d'ascia e 2 asce forate in pietra levigata.
Antropologici: 1 scheletro ricoperto di calcite.
Osso/Corno: manufatti in corno di cervo: zappe, asce e martelli forati. Oltre a questi, 3 reperti (2 in osso 1 in corno di cervo) con raffigurazioni incise, la cui autenticità fu oggetto di ampio dibattito già al tempo della scoperta (una sintesi della questione in Flego, Župančič 2012, p. 145-149).
Revisione materiali: Barfield 1999 (materiali conservati a Vienna).
Bibliografia: Moser Diari, 1888a, 1899, 1910b; Barfield 1999; Flego, Župančič 2012
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati parzialmente?
Denominazione deposito: Naturhistorisches Museum di Vienna; Museo Civico di Storia Naturale di Trieste; Notranjski muzej Postojna
Indirizzo deposito:
Note
Lo scheletro ricoperto di calcite rinvenuto da Moser nel 1914 insieme a 3 piccole punte di freccia in selce sarebbe stato depositato al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, dove successivamente lo avrebbe esaminato Battaglia (Flego, Župančič 2012, p. 149-150), che lo citò come proveniente da "una caverna eneolitica nei dintorni di Aurisina" (Battaglia 1949, p. 42). Flego e Župančič (ibidem) menzionano una seconda sepoltura scoperta da Moser in questa grotta, senza dare altre informazioni.Data
1886, 1890, 1892-98, 1907, 1914, 1915Autore
Karl MoserConservati
NoPubblicati
SiNote
Moser fece scavi alquanto sistematici (220 giorni in totale) in questa cavità fra metà maggio 1892 e luglio 1898, mentre negli altri anni vi effettuò visite e sondaggi.Indagine
Tipologia di indagine: scavo stratigrafico
Stratigrafia: sì
Area indagine: parziale Settore: Ca. 1/3 di tutta la superficie interna Cronologia: Età romana
Materiali
Ceramici: 1 anfora intera e frammenti di anfore vinarie
Antropologici: 1 scheletro
Osso/Corno: 1 pettine in osso
Bibliografia: Moser 1894b, 1899, 1910b; Durigon 1999
Note
I rinvenimenti di età romana sarebbero avvenuti fra il 1892 e il 1908. "Sotto un'enorme piastra calcarea... fu trovato lo scheletro di un giovane, forse risalente all'età romana" (Durigon 1999, p. 55).Data
Pre 1926Autore
Eugenio Neumann?Conservati
-Pubblicati
SiNote
Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Cronologia: Preistoria-Protostoria
Periodo: Neolitico, età del rame-bronzo antico
Attribuzione culturale: Neolitico dei vasi a coppa/Vlaska, Cultura di Lubiana (elementi)
Materiali
Ceramici: recipienti profondi a pareti convesse e bocca ristretta; recipienti profondi a collo; scodelle; 1 piatto troncoconico.
Litici: 1 residuo di nucleo, 1 bulino e 1 raschiatoio su lama, alcune lame.
Osso/Corno: 3 punteruoli in osso
Bibliografia: Battaglia 1926; "Raffaello Battaglia 2013"
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Collezione Battaglia; Centro d'Ateneo per i Musei, Padova
Indirizzo deposito: Via Orto Botanico 15, Padova
Note
Battaglia non effettuò mai indagini in questa grotta, è quindi verosimile che i materiali conservati a Padova facessero parte della collezione Neumann ("Raffaello Battaglia"2013, p. 100-101, 251).Data
1972Autore
Giorgio StaculConservati
-Pubblicati
-Note
Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Stratigrafia: no
Area indagine: parziale
Settore: Dolina antistante la grotta
Strato: I resti furono rinvenuti a 2 metri di profondità
Cronologia: Protostoria
Periodo: età del ferro
Materiali
Ceramici: manufatti non determinati
Bibliografia: Cannarella 1979
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia
Indirizzo deposito: Piazza della Libertà 7, Trieste
Note
Data
1976Autore
Sop. Arch. FVG e Università di PisaConservati
SiPubblicati
-Note
"Si è aperto un vasto scavo di circa 50 mq il quale presentava un riempimento sconvolto fino a 2 metri di profondità, dove si trovarono in posto ancora alcune sacche appartenenti al periodo neolitico, che però era povero di resti archeologici. Su tutta la superficie si è messo in luce il deposito mesolitico che è stato appena intaccato su una superficie ridottissima" (Cannarella 1975-77, p. 74).Indagine
Tipologia di indagine: scavo stratigrafico
Stratigrafia: sì
Area indagine: parziale Cronologia: Preistoria Periodo: Mesolitico, Neolitico
Materiali
Ceramici: manufatti non determinati
Litici: manufatti non determinati
Bibliografia: Cannarella 1979
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia
Indirizzo deposito: Piazza della Libertà 7, Trieste
Note
Data
1976Autore
Sop. Arch. FVG e Università di PisaConservati
SiPubblicati
SiNote
Indagine
Tipologia di indagine: scavo stratigrafico
Stratigrafia: sì
Area indagine: parziale Cronologia: età romana
Materiali
Ceramici: frammenti di anfore di produzione italica e africana; 45 frammenti di olle in ceramica grezza con tracce di decorazione (età tardoantica-altomedioevale).
Litici: blocco in calcare di Aurisina, forse parte di un'aretta votiva, con iscrizione di 2 righe, poco leggibile, ad eccezione delle lettere "D(ono) D(edit)".
Bibliografia: Maselli Scotti 1979; Durigon 1999
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia
Indirizzo deposito: Piazza della Libertà 7, Trieste
Note
Descrizione e rilievo
Descrizione dei vani interni della cavità
La caverna è conosciuta con il nome di Grotta del Pettirosso, mentre per gli indigeni è la Vlasca Jama. La spettacolare dolina che la ospita, denominata Aisa, ha i fianchi che scendono verticalmente da ogni lato e, verso Nord, un alto muraglione sorregge la Strada Statale 202 che sfiora il vasto sprofondamento.
Da questa parte la parete calcarea rientra ed accenna a formare un antro che però si presenta ostruito da un'enorme massa di pietrame, in parte caduto durante la costruzione della strada soprastante.
Il Moser, che operò assiduamente nella zona tra Duino e S.Croce, fu probabilmente il primo ad interessarsi alla cavità. Al noto ricercatore seguì un numero imprecisabile di altri scavatori privati, i lavori dei quali non furono mai condotti con criteri di serietà e metodo scientifico, avendo unicamente lo scopo di rintracciare qualche oggetto integro ed esteticamente pregevole.
Il suolo si presenta costellato di buche e fosse e tra la terra di scarto non è difficile raccogliere qualche coccio o pezzi di selce lavorata. Contrariamente ad altre grotte preistoriche della zona, la Grotta del Pettirosso è molto umida in tutte le stagioni per la presenza di un notevole stillicidio, forse dovuto al notevole spessore di roccia soprastante la caverna. Appare comunque probabile che nella dolina antistante, dove indubbiamente la comunità soggiornava più a lungo, deve trovarsi la parte più interessante del giacimento preistorico.