6800 | Grotta Impossibile
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Impossibile
Numero catasto: 6800
Numero catasto locale: 6300VG
Numero totale ingressi: 3
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 12/03/2022
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,637087 Lon. WGS84: 13,84648 Est RDN2008/UTM 33N: 410098.256 Nord RDN2008/UTM 33N: 5054373.694 Quota ingresso: 368 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 4479 m
Sviluppo spaziale: 5609 m
Dislivello positivo: 0 m
Profondità: 275 m
Dislivello totale: 275 m
Quota fondo: 93 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Si apre sul lato Est della “Canna Venezia” del tunnel di Cattinara, a quota 275 metri e a circa 430 metri dall'ingresso dello stesso.
Descrizione dei vani interni della cavità
Si tratta di una cavità ad andamento misto scoperta durante i lavori per la realizzazione della Grande Viabilità Triestina. Durante le operazioni di scavo con esplosivi, una parte della parete della grotta cedette aprendo un grande varco dal quale fuoriusciva una grande quantità d’aria. L’Azienda edile provvide subito a centinare la volta con intelaiature metalliche per consolidare lo scavo in corso. Alcuni giorni dopo gli speleologi della CGEB chiamati in cantiere per esplorare altre piccole cavità che si erano aperte, si accorsero di una grande fuoriuscita d’aria da tali centine ed allargato a pavimento uno stretto passaggio si riuscì ad entrare nella grotta ( 24 novembre 2004).
Da tale ambiente dopo un breve caos di massi e un pozzo, chiaramente impostato su faglia e interessato da un notevole flusso d’aria in aspirazione, scesi circa 25 metri, fino all’imbocco di un’ampia galleria larga in media 20 metri ed alta altrettanto, interrotta da restringimenti della sezione in cui si avverte una notevole corrente d’aria.
Alla base del primo pozzo d’accesso si dipartono alcune diramazioni laterali di cui una in pozzo ed altre di dimensioni più modeste in risalita. Alla base del secondo pozzo si percorre una sala di discrete dimensioni (la prima sala), dalla quale si dipartono due gallerie, di cui una pensile e posta a circa 6 metri dal piano di calpestio. La seconda alla base della parete Est è una vera e propria bocca di circa 2 metri per 1 di altezza: è un passaggio obbligato di medie dimensioni che a causa della fortissima corrente d’aria in aspirazione è stato chiamato “passaggio Venturi”. Tramite questo si accede ad una seconda sala di discrete dimensioni caratterizzata da una grande vaschetta carsica in regime di “secca”, che presenta impressi sulle pareti i segni degli antichi livelli dell’acqua. A questa segue un’altra sala dalle caratteristiche inusuali (la prima grande sala): l’antico soffitto della galleria si perde nel buio, con una certa forma sinuosa a “meandro”: sulla sinistra una vasta cengia termina sul fianco della stessa sotto l’arrivo di un altro ramo. Ritornando indietro e disceso un piano molto inclinato costituito da una liscia colata di calcite si arriva sul fondo della sala, che presenta sulla destra una rientranza con bellissime formazioni eccentriche e un passaggio che porta ad una galleria laterale di circa 60 metri. Sulla destra senza discontinuità con la sala si imbocca una grande galleria dalle notevoli dimensioni in altezza e ingombra da grossi massi dovuti ad antichissimi giganteschi crolli: le alte pareti in questo punto sono distanti mediamente 15 m ed alte 40 m.
Percorrendo questa galleria a circa metà percorso sulla parete nord tra le colate calcitiche a pavimento e la parete venne esplorato un primo sprofondamento che tra massi di crollo e la parete stessa si sviluppa per una decina di metri senza apparenti prosecuzioni; l’esplorazione di tale sprofondamento non venne però mai successivamente approfondito e rimase solo esplorativo. I primi 400 metri della grotta si sviluppano verso Est e terminano con un ampio salone di metri 130 x 80, altezza non definita (ma oltre gli ottanta metri), dove culmina una grande stalagmite circondata da altre minori a forma di tanti piatti sovrapposti. Questa enorme caverna nell’ottobre 2008 venne dedicata, con una cerimonia cui parteciparono un centinaio speleologi, provenienti anche dalla Slovenia e dall’Austria, alla memoria di Carlo Finocchiaro.
Questa sala presenta una galleria alta a Ovest verso il punto più basso della caverna e una galleria bassa a Nord – Ovest, che rappresenta la prosecuzione: fangosa e concrezionata è raggiungibile lungo un passaggio leggermente esposto a circa una ventina di metri dal fondo della caverna. Dopo un primo tratto in condotta con un pozzo di 20 m si arriva ad un sala con varie diramazioni alte. Una lunga fessura meandro in leggera risalita estremamente regolare e con due effimere ma rugose cenge dalle pareti coperte di cristalli di calcite conduce ad un breve pozzo con una infida lama di roccia semi-staccata. Segue una sala-camino di più cospicue dimensioni, interessata da una frana dall’aspetto alquanto recente. La cavità continua lungo una galleria a meandro diretta a Nord – Ovest fino ad arrivare ad un pozzo di 37 metri (pozzo Aldo Calice), alla base del quale si trova un quadrivio formato dall’incrocio di due caverne principali. Entrambe continuano sia “a monte“ che “a valle” e compenetrano tra loro nella parte più estesa: a destra una splendida galleria di alcuni metri di sezione occhieggia in un tripudio di concrezioni; a sinistra tra i massi ed una breve e comoda risalita sprofonda un ulteriore salto; al centro in un ambiente immacolato si risale una colata di una decina di metri entrando nella così chiamata “Bocca del pescecane Pinocchio”, attraverso la quale si accede alla caverna annessa. Da qui si dipartono due diramazioni e la più eclatante si trasforma ben presto in una grande forra-galleria fossile, che prosegue attraverso un nuovo sprofondamento di 22 metri. Da questo punto una breve risalita su un pendio fangoso conduce ad un altro bivio, che discende a destra fino a raggiungere un caratteristico meandro concrezionato.
Procedendo dopo un saltino ed alcune anse si apre il pozzo profondo 50 metri, che presenta una partenza spettacolare: la campana sprofonda regolare ed il fondo è piatto circondato da pareti regolari con roccia pulita. Un passaggio scomodo posto alla base accede tramite un ulteriore pozzo, p. 19, piuttosto viscido, ad un ambiente considerevolmente più vasto e di una particolare bellezza. Il successivo sprofondamento assomiglia ad un ambiente a forra, dove un lato del fondo è ingombro da sassi e fango in posizione instabile. La parete presenta uno viscido colatoio fangoso saturo di argilla plastica.
Ritornando alla galleria posta presso il bivio vicino alla base del p. 22., dopo 50 metri di slalom su colate e tra grosse stalagmiti si accede ancora ad una vasta sala, interessata sulla sinistra da notevoli fenomeni di crolli. A Ovest Nord-Ovest ci sono alcuni arrivi ed una galleria più articolata con breve risalita, mentre a Nord si intravede al di là di un larga cengia forse una ennesima prosecuzione. Sulla parete ad Est si apre una splendida galleria ad andamento sub-orizzontale, che dopo alcune centinaia di metri immette in un nuovo settore della cavità, chiamato galleria delle “Canocie sgionfe de Barcola” per l’abbondanza esplorativa. In tale zona dopo la sala delle Colonne nel unto in cui la galleria si abbassa e costringe a procedere a carponi, sono stati trovati resti concrezionati di ossa lunghe di un piccolo mammifero probabilmente di un chirottero.
Nel mese di gennaio2005, ripresero le esplorazioni, e vennero esaminate alcune prosecuzioni individuate con i fari, tutte poste a più decine di metri dal fondo della grande caverna Finocchiaro e una promettente bocca di meandro “fossile” posto sulla parete nord della stessa. Le squadre di esplorazione erano sempre seguite da quelle topografiche, per cui con alcune settimane di lavoro lo sviluppo di questo reticolo sotterraneo di impareggiabile bellezza raggiungeva i tre chilometri.
Stante la complessità del rilievo la grotta è stata suddivisa in 10 settori principali oltre che la galleria Thomas.
Settore 1:
E’ formato dalle gallerie iniziali, sino alla Grande Caverna. Si sviluppa essenzialmente su di un asse est-ovest, ha gli ambienti più vasti di tutta la cavità, ed è interessato da parecchi piccoli pozzi laterali. Ai quasi 400 metri di sviluppo lineare a questo ramo debbono essere aggiunte alcune centinaia di metri delle varie diramazioni secondarie, nonché qualche ramo minore sito sotto i pozzetti. Questo settore era percorribile senza attrezzi in quanto a fine estate i pozzi che vi conducono erano stati da noi attrezzati con scale fisse di ferro zincato; dopo l’apertura dell’autostrada l’ingresso è stato chiuso definitivamente con una porta d’acciaio.
Settore 2:
Inizia dalla finestra posta sulla parete est della grande caverna ed è stato raggiunto con una risalita che ha impegnato gli esploratori in un lungo traverso; si sviluppa per un centinaio di metri in direzione est. A metà galleria sulla destra salendo vi è un piccolo camino già risalito in arrampicata che però chiude in concrezione. Alla fine la galleria si abbassa causa riempimenti di argilla concrezionati in superficie fino a raggiungere quasi la volta dove si procede a carponi. La prosecuzione è impedita dai depositi argillosi con crostoni soprastanti e si intravvedono piccoli vani che abbisognano di scavo per accedervi.
Settore 3 :
E’ formato dall’imponente meandro-fessura che collega la parete nord della grande caverna con la parte più estesa della grotta. Questo tratto di cavità (meandro “omaggio al Corchia”), sviluppato in direzione SE-NO, è esteticamente il più bello e il più interessante: a circa metà percorso si avanza in opposizione in fessura regolare di rara bellezza che porta su un salto di circa 40 m che ci collega con la zona più ampia e complicata della grotta, mettendo in collegamento due caverne comunicanti formanti un caratteristico bivio ad “H”, da cui si dipartono varie diramazioni, alcune delle quali risultano essere approfondimenti strutturali. Da questo “nodo” sono percorribili alcuni tratti di gallerie splendidamente concrezionate; lungo il ramo più spettacolare un salto di una ventina di metri fa ammirare l’antico percorso del fiume, dove una sezione vagamente meandriforme ci parla dell’antica forza delle acque. Dal “bivio H” in direzione verso il P.22 dopo una ventina di metri sula destra della galleria un risalita in artificiale porta su un ballatoio concrezionato e poi in una galleria riccamente concrezionata ma totalmente deturpata dagli spostamenti d’aria e vibrazioni degli esplosivi fatti brillare nell’adiacente galleria Carso dalla quale sbucano i chiodi a espansione lunghi 5 mt utilizzati per il consolidamento della volta e che sbucano nella galleria della grotta per almeno 2,5 mt; segno questo che in quel punto la parete di cemento armato della galleria autostradale si trova a solo qualche metro dalla grotta. Terminata la galleria questa sprofonda per circa 25 metri nel salone al punto 3 già esplorato. Tale percorso è un ottimo e pulito bypass per accedere alle zone remote del settore 5.
Settore 4 :
Una serie di pozzi, tra cui un cinquanta, ed un ramo parallelo scendono in direzione Nord Ovest verso la parte più profonda della cavità, raggiungendo quota 150 metri slm; questa parte della grotta è interessata da notevoli depositi di fango e argille; quest’ultime, molto viscide, rendono estremamente difficoltosa la risalita, facendo diventare quasi inutilizzabili i bloccanti. Dalla testa del pozzo con un traverso si giunge in una galleria laterale che dopo breve lavoro di disgaggio ha permesso l’esplorazione di una ulteriore breve ramo orientato a SE che chiude in tutte le sue brevi diramazioni.
Settore 5 :
Dallo snodo dei rami del fondo si risale piacevolmente su una serie di piani inclinati di liscia calcite. Alla sommità si perviene in una bella sala, riccamente ornata da colate e festoni di concrezione, da dove si raggiunge una splendida galleria la cui diramazione Est va in salita e quella Ovest invece risulta interrotta dall’intersezione con le gallerie autostradali. La prosecuzione di questo tratto al di la delle gallerie autostradali è costituita dalla Grotta dell’Illusione non più accessibile.
Settore 6 :
E’ formato dai rami vicini alla superficie raggiungibili attraverso vari collegamenti soprastanti la galleria del settore 5.
Le esplorazioni fino al 2009 :
Altri settori :
Nel corso degli anni successivi sono stati effettuate all'interno della Grotta Impossibile innumerevoli ricognizioni ed esplorazioni, che hanno portato nel 2009 alla scoperta di vari nuovi rami fra cui ricordiamo le gallerie Jagoda presso tra il settore 5 e 6 (esplorate per alcune centinaia di metri) e soprattutto il settore 9 dove si apre il ramo “Enfant Parisienne” una delle parti più interessanti e più profonde della grotta (qui si raggiunge quota 92 metri s.l.m.) e che a nostro avviso può ancora riservare delle sorprese, senza contare le diverse diramazioni laterali che però non hanno dato seguito a prosecuzioni interessanti.
Settore 10:
Sin dall’anno 2005 ci si preparava al fatto che l’ingresso autostradale prima o poi venisse chiuso e reso inagibile ad avvenuta ultimazione del cantiere autostradale in quanto l’ingresso sarebbe stato ricompreso nella grande viabilità sotterranea (galleria Carso). Da subito pertanto iniziò la ricerca di possibili ingressi alternativi dalla superficie. Sulla parete nord della grande caverna venne individuato un grande arrivo posto a 25 mt dal fondo che venne risalito in artificiale. Il portale che si presentò ai primi esploratori fu enorme e riccamente concrezionato con fiori di grotta bianchissimi e delicati sulle pareti. Con facile risalita si giunse dopo breve allargamento di una strettoia ad altra grande caverna riccamente concrezionata di stalattiti ed alte colonne sulle pareti laterali e splendide vaschette d’acqua incastonate nelle colate calcitiche a pavimento. Da tale caverna dipartono due ampi camini che risaliti in artificiale portano a circa 12 e 17 mt dalla superficie nota. Con rilevazioni ARTVA si identifico il camino risalente più prossimo alla superfice da dove si inizio nel 2006 un lungo lavoro di scavo durato oltre 4 mesi per aprire l’ingresso che oggi viene denominato ARVA 3. Detto ingresso chiamato Via Augusta venne attrezzato con scale fisse in acciaio che oggi consentono la discesa senza attrezzatura fino ad affacciarsi al grande portale che si apre sulla grande caverna Finocchiaro. Da qui la prosecuzione può avvenire solo con attrezzatura speleologica discendendo il pozzo da 30 mt. che porta alla base della caverna. Susseguenti lavori di scavo in un ramo laterale che si apre a Est della caverna non hanno dato gli esiti sperati chiudendo in concrezione. Nel medesimo ramo un pozzo di ringiovanimento porta in un ampio pozzo riempito da una grande colata calcitica che sprofonda per ulteriori 25 mt e chiude con un pavimento piatto totalmente concrezionato. Tale posizione risulta esser topograficamente vicina al sottostante meandro Omaggio al Corchia con il quale potrebbe comunicare mediante lavoro di scavo.
Il secondo ingresso anno 2010 :
Non si ha una data Ufficiale di apertura del secondo ingresso artificiale denominato ARVA 1 che si apre in prossimità della grotta 18 VG nel bosco retrostante i campi da golf. Anche questo ingresso è stato aperto a valle di un posizionamento con misurazioni ARTVA da un camino sottostante del settore 6 che indicava una quota di circa 19 mt dalla superficie. Anche in questo caso con numerosi mesi di scavo ed allargamento, si giunse finalmente ad intercettare il camino naturale della grotta che risaliva in superfice dalle gallerie del settore 6. Tale ingresso negli anni successivi è stato attrezzato con scale fisse in ferro e traversi armati in corda che consentono di raggiungere rapidamente il salone finale del Settore 5 impegnando un solo pozzo da mt 10 da armare in corda.
Le esplorazioni del 2016 :
Per molti anni la grotta Impossibile è rimasta luogo di visite speleologiche e solo nel 2016 sono state riprese le esplorazioni che hanno impegnato diverse giornate di esplorazione, osservazione e studio, dedicando a questa particolare cavità un particolare interesse viste le sue peculiarità quali la morfologia e l’habitat presente al suo interno. Nel corso di fine estate, ed inizio autunno alcuni soci della BOEGAN, hanno fermato l’attenzione su una allettante risalita ubicata nella grande caverna Finocchiaro. Ai piedi della grande stalattite sulla parete NORD-OVEST a soffitto è stato individuato un enorme arrivo al quale a fine settembre si è pervenuti con una elegante arrampicata mista, in libera ed in artificiale, ed un traverso, per uno sviluppo in altezza ed in diagonale di oltre cento metri e questo a circa cinquanta metri da terra ad una quota di circa 250/260 metri sul livello medio marino, quota importante, attorno alla quale sono stati ottenuti in passato i maggiori sviluppi dell’importante complesso sotterraneo. Dopo il traverso si giunge nei pressi di uno sprofondamento di una decina di metri a sezione circolare il cui fondo è riempito interamente da argille e pozze d’acqua con alcuni arrivi che chiudono dopo breve percorso. Sulla parete N.E di tale sprofondamento in mezzo ad una imponente colata calcitica riccamente concrezionata, una strettoia conduce alla galleria di prosecuzione ampiamente concrezionata ed il cui pavimento è riempito da delicate e fragili vaschette d’acqua ed argille fossili. Gli ambienti fossili raggiunti sono di notevoli dimensioni e rara bellezza con colonne di imponenti dimensioni che salgono alla vota fino a 10-15 mt di altezza. La galleria prosegue tra salite e discese percorribili senza difficoltà riccamente concrezionate fino ad un fondo formato da una grande colata calcitica che sembra sbarrare il passo. Sulla parete SUD-EST invece uno stretto passaggio riconduce al proseguimento della galleria dove si incontrano e fanno bella mostra di sé cospicui resti dei sondaggi geognostici (carotaggi a distruzione e tubazioni di polietilene), propedeutici alla costruzione del tunnel autostradale. L’inquinamento della cavità con materiale plastico e ferroso è un fatto che accende e turba per l’ennesima volta il sentimento per l’aspetto ecologico e della tutela delle cavità del Carso triestino. Verso la parte finale della struttura sono state individuate delle consistenti forme di depositi di pietrisco in fase di cementificazione intercalati con varie fasi di concrezionamento, nonché resti di ossa lunghe di un piccolo mammifero. La galleria termina con uno sprofondamento laterale di 8-9 mt che intercetta una frattura parallela che prosegue per NE con un galleria di minime dimensioni tutta in concrezione con un piccolo salto di 4-5 terminando in cunicolo concrezionato. Un saggio di scavo a fine cunicolo non ha dato risultati apprezzabili. Questa bellissima nuova galleria è stata intitolata alla memoria di Thomas De Marchi.
Le esplorazioni del 2022:
Il 29 gennaio del 2022 con una ulteriore risalita in artificiale di 50 mt (risalita “SEBA”) sul fondo della caverna Finocchiaro lato S, già utilizzata in parte per accedere al settore al settore n.2, è stata prolungata fino alla volta per entrare in una galleria già notata dalla base della caverna ma mai raggiunta. La galleria della lunghezza di circa 40-50 mt. Termina con un tappo di argilla ed ogni prosecuzione è impedita salvo futuri scavi. Pregevoli le concrezioni e gli speleotemi presenti.
La grotta ad oggi è quindi dotata di due ingressi artificiali di cui ARVA 3 è praticabile per le visite speleologiche mentre l’ARVA 1 è perennemente chiuso ed accessibile per le sole attività di studio ed esplorative in ragione del particolare e delicato equilibrio biologico ed ambientale di tale remota parte della grotta.
Le esplorazioni sono state effettuate dagli speleologi della Commissioni Grotte E. Boegan, dal Collegio delle guide speleologiche regionali e da speleologi ai altri gruppi della regione; alle esplorazioni condotte dalla BOEGAN hanno quindi contribuito il GGCD, il GG-XXXO, il GSSG, il CAT, il GG Talpe-Kraski Krti, il GTS e la SAS.
Le chiavi degli ingressi sono custodite dalla Commissione Grotte Eugenio Boegan di Trieste.
Le chiavi dell’ingresso sito nella galleria autostradale sono custodite dall’ANAS che gestisce l’arteria autostradale e l’accesso può avvenire solo per ragioni di studio, emergenza e l’accesso può essere concordato esclusivamente con gli Uffici dell’ANAS.
Gli studi e le ricerche scientifiche nella grotta Impossibile continuano con progetti coordinati con l’Università locale e altri centri di ricerca così come le esplorazioni speleologiche ancora in corso.