6114 | Magico Alverman
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Magico Alverman
Numero catasto: 6114
Numero catasto locale: 3509FR
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Prealpi Carniche
Comune: Verzegnis
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 46,38617067
Lon. WGS84: 12,93715113
Est RDN2008/UTM 33N: 341385.314
Nord RDN2008/UTM 33N: 5139022.879
Quota ingresso: 746,5 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 1084 m
Dislivello positivo: 27 m
Profondità: 36 m
Dislivello totale: 63 m
Quota fondo: 710,5 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Si segue la strada asfaltata che da Assais conduce agli Stavoli Chiampaman fino al ponte che supera il Rio Muart ed a questo punto si risale il letto del rio superando lastroni orizzontali e risalite a gradino.
La forra, che intaglia profondamente la faggeta, si restringe progressivamente divenendo più tortuosa; dopo circa 15 minuti si incontra un saltino anch'esso gradinato, alto circa 6-7m. Immediatamente dopo la forra gira bruscamente a sinistra ed in corrispondenza di un piccolo bacino, prosegue con un salto strapiombante incassato insuperabile.
Alla base di questo salto ha inizio il Magico Alverman. L'avvicinamento nella forra richiede 15- 20 minuti ed il superamento di passaggi di 1° e 2° grado.
Nei periodi piovosi, a causa della scivolosità della roccia, può essere conveniente seguire, lungo il bosco, il margine sinistro idrografico del rio fino al saltino gradinato di 7m; una traccia abbastanza comoda, che comunque conviene attrezzare con una corda di 40m, permette di scendere fino alla base del saltino.
Descrizione dei vani interni della cavità
RAMO PRINCIPALE:
La grotta inizia con una galleria squadrata larga 3m ed alta circa 2m dapprima in leggera salita e poi discendente, che progressivamente si riduce in sezione fino a risultare completamente intasata da ciottoli e ghiaie frammisti a legno marcescente. Un collegamento "a voce" ha dimostrato che il tratto finale della galleria dista solo pochi metri dalla sorgentella sita nel cunicolo delle "Buone Speranze". Sulla sinistra, uno stretto passaggio permette di accedere ad un pozzettino circolare, dal diametro di circa 3m, con volta a campana alta 5-7m.
Ad una decina di metri dall'ingresso, sulla sinistra, ha inizio uno stretto e malagevole cunicolo (Fuga da Alcatraz). Dopo alcune curve, al di là di una pozza d'acqua (Il Sifoncino), il cunicolo è interrotto, in alto, da una strettoia angusta che porta in una saletta circolare dal diametro di 3-4m. Questa piccola sala è la base di un camino alto 18m, facilmente arrampicabile, (2°-3° grado) diviso a metà da un ponte di roccia, che chiude in frana. Nella sala è presente un forte stillicidio. Ad una decina di metri di altezza, una finestrella, sul lato Ovest, porta in una minuscola condotta, dal fondo fangoso, ricoperto da un livello di concrezione e con alcune pozze che rendono penoso il procedere. Dopo una decina di metri la condottina sbuca in un'altra saletta, nella quale si trova una venuta d'acqua, che chiude con fessure impenetrabili. Tutto il settore, nel quale è avvertibile una discreta corrente d'aria, è concrezionato. Un lastrone di roccia, verticale, nasconde un minuscolo saltino che immette in un cunicolo discendente, alto mediamente 80-120cm (Buone Speranze). In questo tratto della cavità, dall'andamento abbastanza regolare, si trovano degli strani crostoni costituiti dall'unione di più dischi concentrici; alcune di queste formazioni si trovano anche a livello delle pareti.
Dopo una quarantina di metri, sulla sinistra, uno slargo molto ricco di micro-vaschette è interessato da in copioso stillicidio proveniente da uno stretto camino circolare; in questa zona dovrebbe innestarsi la galleria ingombra di ghiaia dell'ingresso.
La condotta si riduce ora progressivamente in sezione e dopo una ventina di metri sbuca in una sala circolare concrezionata, di circa 5m di diametro ed alta 12m, chiamata "Sala dell'Eco ". Sulla parete opposta, una larga fessura permette l'accesso ad uno stretto e basso meandrino, ingombro di lame e ciottoli, che dopo pochi metri porta in una saletta concrezionata, senza possibilità di prosecuzione.
Pochi metri prima della Sala dell'Eco, sul lato sinistro della galleria, un basso passaggio discendente tra ghiaia e massi di crollo (di tanto in tanto questo tratto viene semi ostruito dalla ghiaia) permette di raggiungere il sistema di grandi gallerie della cavità.
La comoda galleria di sinistra, nella quale sono presenti crolli vari e fine detrito, termina, dopo una ventina di metri, oltrepassato un vistoso punto di assorbimento, con uno spesso tappo di ghiaie cementate, dove un pertugio fa intravedere una prosecuzione impercorribile. Non è da escludere che anche questo tratto un tempo fosse in collegamento con la galleria ghiaiosa iniziale.
Con la galleria di destra ha inizio, invece, il ramo principale della cavità, che presenta dapprima accumuli di sabbia e ghiaia e due sifoni fossili; il fondo del secondo dei due è ricoperto da uno strato di fango di un discreto spessore. Nei pressi, si può notare come una delle pareti della galleria sia in realtà uno specchio di faglia. Poco prima del sifone fangoso una profonda spaccatura sul suolo della galleria raccoglie una venuta d'acqua.
La galleria inizia ora a risalire: superata la base di un camino con forte stillicidio, si risale una ripida china pietrosa raggiungendo un vasto ambiente con grandi massi, improvvisamente ostruito da una frana. Uno scavo sulla destra raggiunge, dopo qualche metro, la sommità della frana, in una vasta sala crollo.
La sala, che misura approssimativamente 20m X 8m ed è alta circa 6m, è una delle più ampie della grotta: in leggera salita, è ovunque ricoperta di massi spigolosi di ogni dimensione. Verso l'alto sono presenti alcune caratteristiche macchie bianche; sul pavimento si trovano alcune grandi spaccature cieche.
Andando in direzione dell'ingresso, un basso cunicolo porta alla sommità del camino, dall'andamento obliquo, incontrato dove la galleria comincia a salire e che porta poco oltre al sifone di fango; la galleria chiude qualche metro dopo il pozzo.
Risalita la sala e superata una brusca strozzatura, la cavità prosegue con una larga galleria dalla sezione inclinata, che sulla destra presenta un inghiottitoio e che dopo una quarantina di metri finisce in una grande sala, tra le più belle della grotta, caratterizzata da numerose stalagmiti rosse alte fino ad un metro; il soffitto è tappezzato da esilissime stalattiti.
In corrispondenza della sala, sulla destra diparte una condotta a pressione in leggera discesa, dal fondo argilloso, che termina in corrispondenza di una saletta-camino cieca.
Proseguendo lungo il ramo principale si superano, in salita, vari ammassi di crollo e la galleria diventa ampia. Sulla volta si trovano alcune anguste fratture. In seguito la galleria si fa discendente e svolta verso destra; il suolo è costituito da un'unica colata concrezionale che in alcuni punti ha bloccato, in posizione verticale, delle sottili lame di roccia cadute dalla volta (si tratta di alcuni piani di strato molto sottili).
Lasciato sulla sinistra un basso laghetto arginato da una diga di calcite (inizio del Ramo delle Vaschette), la cavità prosegue con alcune rampe in discesa, in un ambiente riccamente concrezionato; un minuscolo rigagnolo originato dal laghetto si getta, dopo una ventina di metri, in un inghiottitoio fangoso. Avanzando lungo la galleria si incontra, sulla sinistra, un grande salone senza prosecuzioni, dal suolo in salita arricchito da numerose stalagmiti alte oltre 1m; in questo tratto, come in quello immediatamente precedente, il soffitto è arricchito da stalattiti attive: di colore marrone, spugnose e molto tozze nella prima parte, tubolari, fragili e trasparenti nella seconda. Sulla destra la discesa continua, oltrepassando un bacino lungo una decina di metri. Poco più avanti la galleria viene tagliata ortogonalmente da una grandiosa frattura, generando un alto camino; la parete è ricoperta da numerose colate e delicati arabeschi di calcite. La frattura è in evidente relazione col pozzo della "Falsa Eco".
Una ripida china, con belle stalagmiti porta ora alla Sala del Quadrivio, caratterizzata dalla presenza di un grosso punto di assorbimento tra i massi del fondo. La sala dà origine a due interessanti diramazioni: il Ramo dei Pozzi ed il Pozzo della Falsa Eco.
Nella galleria principale, che si riduce un po' di sezione, dopo una decina di metri si incontra un laghetto dal livello piuttosto variabile; subito dopo un restringimento, la galleria prosegue in leggera salita, concrezionatissima. La sezione della galleria, che nel frattempo ha subito un'ulteriore riduzione, presenta una brusca svolta a destra, in corrispondenza della quale, sul lato opposto, si trova uno sprofondamento da cui diparte una minuscola condotta in discesa, ostruita dopo pochi metri.
Poco più avanti, sulla sinistra, si incontra un basso ramo laterale di una ventina di metri, il cui pavimento è un unico lastrone di calcite che termina con un piccolo laghetto. Ancora nei pressi, ma sul lato opposto della galleria principale, si sviluppa un secondo piccolo ramo, che termina con la consueta pozza d'acqua. In una galleria parallela a quella principale è possibile osservare una grossa colonna fratturata orizzontalmente: i piani di frattura sono cementati da concrezione dopo una traslazione di parecchi centimetri.
Dopo una breve discesa, tralasciato un pozzetto cieco, profondo pochi metri, impostato su una marcata frattura, la galleria riprende in salita, fino ad incontrare una saletta sbarrata da una frana. A partire dal laghetto seguente al Quadrivio, tutto il ramo è interessato da un massiccio fenomeno di concrezionamento ancora attivo, estremamente vario, che rende l'ambiente molto suggestivo: stalattiti, stalagmiti, colonne, veli, colate, gours dalle pareti ricoperte da cristalli, si susseguono ininterrottamente creando scenari sempre diversi. La posizione di alcune concrezioni evidenzia diverse età di concrezionamento.
È possibile proseguire nella bassa galleria fino ad entrare nella frana, innalzandosi tra i massi cementati fino a sbucare in un'ampia sala, oppure imboccare, qualche metro prima, in alto, sulla sinistra, una condottina circolare. Dopo un giro elicoidale, si sbuca nella stessa sala, a pochi metri dallo sbocco del passaggio in frana. La cavità continua oltre ad alcuni grossi blocchi. Sulla sinistra, prosegue con una galleria dal fondo argilloso, che si riduce progressivamente di sezione fino a raggiungere, dopo una trentina di metri, una nicchia allagata, dove una stalattite ad andamento zigzagante si è saldata ad una stalagmite emergente dall'acqua (Laghetto degli Incantesimi). In direzione opposta, sempre oltre ai grossi massi della sala, un'ampia galleria discendente, dal suolo alabastrino, prosegue con modesti saliscendi oltre ad alcune piccole pozze, in prossimità di numerosi gours.
In corrispondenza di una curva a gomito, uno slargo sulla destra nasconde un saltino, alla cui base un piano inclinato, di ghiaia cementata, porta ad un bacino di acqua sifonante.
Proseguendo in salita lungo la galleria principale, sempre più interessata da materiale di crollo, si incontra una saletta dove massi e lastre di roccia giungono al soffitto. Sulla destra, un pozzetto allagato preclude ogni possibilità di prosecuzione; andando dritti è possibile infilarsi in un cunicolo tra gli strati rocciosi della sommità della frana ed avanzare una decina di metri, fino ad un grosso masso che impedisce ogni prosecuzione ed oltre al quale la cavità potrebbe continuare.
A partire dalla sala con i massi, tutti i vari ambienti sono sempre molto concrezionati; purtroppo un leggero velo di argilla ricopre uniformemente questo tratto della cavità, a conferma della sua età senile. Al contrario del resto della grotta, in questo settore è da notare l'assenza di corrente d'aria.