564 | Pozzo presso Precenico
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Pozzo presso Precenico
Nome principale sloveno: Jama na Brstosiušču
Numero catasto: 564
Numero catasto locale: 2710VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 20/05/2005
Affidabilità posizione: 4º gruppo riposizionamento regionale GPS (2005)
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Duino Aurisina / Devin Nabrežina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale Lat. WGS84: 45,78152797 Lon. WGS84: 13,66973686 Est RDN2008/UTM 33N: 396590.24 Nord RDN2008/UTM 33N: 5070634.644 Quota ingresso (s.l.m.): 195 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 23 m
Profondità: 21,5 m
Dislivello totale: 21,5 m
Quota fondo: 173,5 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La zona che si estende tra Precenico e Malchina presenta scarsi elementi di carsismo superficiale e profondo. Il terreno è prativo, piuttosto ondulato, con qualche limitato affioramento di calcari dolomitici e di piccoli depositi di calcite, mentre soltanto in corrispondenza di alcune doline più scoscese appaiono brevi campi carreggiati e vistose banconate calcaree. Le cavità sono molto poche e questa è la più evidente, essendo una voragine molto ampia che un tempo doveva avere una profondità certamente maggiore.
Per raggiungere la cavità, bisogna percorrere la strada che dal paese di Precenico inferiore conduce a Malchina. Superato l'abitato di Precenico inferiore, si prosegue sino a superare l'incrocio, posto sulla sinistra, per la località di Slivia. Percorsi ulteriori 250 metri troveremo, sulla destra, una strada sterrata chiusa da un cancello di legno. Si imbocca questo tratturo e percorsi un centinaio di metri ci troveremo sotto i fili della linea elettrica dell'alta tensione.
Si prosegue seguendo il tracciato aereo della linea elettrica in direzione NW (verso il paese di Malchina) e, in breve, vedremo sulla sinistra, l'ampia apertura del pozzo.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta si presenta con tre pareti verticali sulle quali si nota una cospicua presenza di felci (lingua di cervo). La parete NW, invece, consente una agevole discesa sino ad una cavernetta allargata artificialmente, durante la prima guerra mondiale, dall'esercito Austro-ungarico.
La parete che dal piano di campagna scende con un unico salto strapiombante ha un aspetto singolare: soltanto qualche piccolo foro circolare rompe l'uniformità monolitica e la compattezza della roccia, costituita da un calcare piuttosto scuro.