4910 | Grotta Martina
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 14/12/2009
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: San Dorligo della Valle / Dolina Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,61659297 Lon. WGS84: 13,88512763 Est RDN2008/UTM 33N: 413078.651 Nord RDN2008/UTM 33N: 5052054.192 Quota ingresso: 280 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 1991 m
Profondità: 60 m
Dislivello totale: 60 m
Quota fondo: 224 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Si prende il sentiero che dall'ex ferrovia scende, dopo la galleria, a Bottazzo; dopo il primo tornante, una traccia di sentiero che si mantiene in quota, conduce in breve all'ingresso della cavità, che si apre a monte dello stesso ed è contrassegnata da una targhetta in ottone con il nome.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso dà accesso ad un cunicolo discendente, impostato su una frattura e di chiara origine fluviale.
A circa 10m dall'ingresso uno slargo porta ad un pozzo di circa 5m, alla base del quale un cunicolo orizzontale sbocca in una cavernetta. Qui si aprono alcuni pozzi molto stretti, ora riempiti da materiale di scavo, e due cunicoli impraticabili: uno di questi si addentra nel fianco della valle e, dopo pochi metri, raggiunge un fronte di blocchi concrezionati. Dopo un lungo lavoro di scavo, la forzatura del fronte ha consentito agli esploratori di raggiungere una cavernetta oltre alla quale si trova un'altra caverna, alta 6-7 metri, larga 5 e lunga una decina (p.to 2 del rilievo).
Nella parte alta di questa caverna si apre un pozzo di circa 7 metri, il cui fondo è formato da grandi blocchi di crollo. Una galleria in salita (Ramo alto), molto ben concrezionata, termina, dopo una quarantina di metri, con un pozzo di circa 20m che arriva in quella che è la galleria principale della grotta.
Tornando alla caverna (p.to 2 del rilievo), un passaggio basso porta direttamente alla base del precedente P7, da dove è possibile scendere uno sprofondamento di circa 8m che sbocca nella galleria principale, raggiungibile con una comoda arrampicata (p.to 4).
Questa galleria (p.ti 4-5 del rilievo), si presenta come un meandro impostato in direzione NNW, di larghezza variabile da uno a tre metri, per un'altezza di circa una decina.
Proseguendo per un centinaio di metri lungo la direttrice principale, (scavalcato un P11 che si trova quasi all'inizio della galleria), una frana di grandi blocchi concrezionati sembra chiudere il meandro ma, dopo un'arrampicata di circa 6m, un passaggio sbocca alla sommità di una grande caverna ingombra di blocchi di crollo, alla cui estremità Nord si trova un lago (1º lago) profondo circa 6m (p.to 5 del rilievo).
Sopra questo lago si apre una finestra di non facile accesso (scaletta); di fianco, un passaggio basso, una specie di by pass fangoso, permette di aggirare la finestra e riprendere la galleria principale. Una cinquantina di metri più avanti, un ampio pozzo di 6m sprofonda in un altro lago (2º lago, p.to 6 del rilievo), anche questo fondo circa 6m, che ne copre completamente il fondo. In periodo di siccità, è stato individuato un collegamento tra il primo ed il secondo lago, che formano quindi, un unico bacino.
Attraversato questo secondo lago, si approda ad una spiaggia fangosa, oltre alla quale un breve meandro finisce contro una colata di calcite rivestita di fango, come di fango, per uno spessore di un paio di centimetri, sono rivestite tutte le pareti della galleria.
Alla base della colata si trovano due vaschette piene d'acqua che, dopo un lungo periodo di siccità, scomparsa l'acqua, permettono di raggiungere un passaggio che porta in un corridoio fangoso, il cui soffitto si abbassa fino ad una vasca colma d'acqua (Vasca da bagno).
Oltre la vasca, uno stretto camino sbocca in un ramo (Ramo Christian Tamaro). Data la facilità con cui l'imbocco del Ramo Christian si riempie d'acqua, si è reso necessario aprire un by pass alto alla sommità della colata sopra citata.
Il Ramo Christian si presenta come una bella galleria che, con un susseguirsi di grandi vasche parzialmente allagate, scende dolcemente fino ad un salto di 6m. Dopo la sottostante vasca, larga 3 m e colma d'acqua, inizia un meandro alto una ventina di metri e largo da 1 a 3m. Superata una strettoia, tra due colate di calcite, è possibile continuare ancora, per un centinaio di metri fino a che la galleria è completamente invasa dall'acqua (p.to 7 del rilievo). Più avanti il fondo risale e, dopo una decina di metri all'asciutto, si trova una caverna laterale occupata da un lago (3º lago) e molto ben concrezionata. Costeggiando il lago, dopo un'arrampicata di 4m (scaletta), si ritrova il meandro, interrotto da un saltino di circa 1,5m, oltre il quale l'ambiente si rivela come uno dei più begli esempi di meandro mai visti in Carso e di cui è difficile valutare l'altezza. Il meandro si conclude, con un salto di 7m, in una caverna piuttosto ampia (10x10m), per metà occupata da un ultimo lago (4º lago, p.to 8) nel quale uno speleo sub (Massimo Baxa) è sceso fino a -8 percorrendo ancora una ventina di metri.
Sono stati esplorati tutti i pozzetti che si aprono lungo la galleria principale, senza però risultati di rilievo.
Dopo il 3º lago, dove la galleria è intersecata dal meandro che porta al 4º lago, il passaggio principale sembra ostruito da una colata di calcite alta 15m, dove si apre un vano di modeste dimensioni con alcuni passaggi poco agevoli.
Nel tratto iniziale e nella zona denominata “Il labirinto” la cavità in realtà si sviluppa su più piani sovrapposti. La visita dei piani inferiori risulta difficoltosa per la presenza di abbondanti depositi di argilla, mentre più piacevoli da visitare sono i rami superiori, spesso ben concrezionati. Nella parte superiore del corridoio-meandro si trova il “Ramo dei tre pozzetti”, abbastanza fangoso e con qualche strettoia impegnativa. Nella parte finale invece risultano interessanti da visitare il “Cunicolo delle palle” e il “Cunicolo nero”: il primo si sviluppa sotto il ramo principale in prossimità della concrezione denominata “Angelo con la spada” e presenta delle palle di cristalli di calcite di circa 5 centimetri di diametro; il secondo inizia sulla sinistra un po' prima del traverso finale ed è caratterizzato da contrasti di colore, tra tratti bianchi ben calcificati e venature nere.