3607 | Abisso Gronda Pipote
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Abisso Gronda Pipote
Numero catasto: 3607
Numero catasto locale: 1950FR
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Alpi Giulie
Comune: Chiusaforte
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 46,38211022
Lon. WGS84: 13,49451584
Est RDN2008/UTM 33N: 384232.555
Nord RDN2008/UTM 33N: 5137605.197
Quota ingresso (s.l.m.): 1888 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 685 m
Profondità: 720 m
Dislivello totale: 720 m
Quota fondo: 1168 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La cavità si trova sul margine dell'altipiano che si estende tra il Monte Poviz e il Col Lopic.
Descrizione dei vani interni della cavità
La frattura che costituisce l'ingresso, porta ad una serie di pozzi, divisi da numerosi ponti naturali e massi incastrati, che terminano in una caverna dalla quale si diparte una prosecuzione che non fu esplorata poiché ingombra in parte da neve {luglio 80').
Dall'esterno è poi possibile accedere, sul lato SSW della frattura, tramite alcuni passaggi fra massi incastrati, ad un alto meandro discendente che dopo circa 60 metri termina su un pozzo da m.10. Dal suo fondo ci si immette in un secondo meandro, sempre di 60 metri, interrotto, a metà, da alcune strettoie. Prima che esso termini, in direzione W si incontra un sistema di cunicoli e di condotte forzate dal quale proviene una certa quantità d'acqua che accompagnerà la discesa in gran parte dei pozzi successivi. Essa è del tutto esigua normalmente, ma in periodi piovosi potrebbe portare qualche preoccupazione. Superato un altro pozzetto e un breve meandrino si perviene ad un pozzo di m.120, diviso in tre salti da due terrazzini che si incontrano circa a metà della discesa. Prima di raggiungere il primo di essi si nota, in mezzo al pozzo, un pinnacolo con un enorme masso appoggiato sulla sua cima. A 20 metri dal fondo si eleva imponente una lama d'erosione, alta circa m.8 e larga in media 1,5, che appoggia su un piedistallo di appena m.0,5 di diametro. Segue un breve tratto di galleria e un pozzo di 50 metri, impostato su un'enorme frattura N-S. Si procede poi orizzontalmente sul suo fondo, immettendosi così in un comodo meandro interrotto da due pozzetti. Dopo circa 150 metri, si accede tramite due passaggi, a un pozzo circolare di m.71 dal fondo costituito da una piattaforma di m.7-8 di diametro. Dopo un ulteriore meandrino di m.25 si giunge all'imbocco di un pozzo di 102 metri seguito subito da uno di m.62. Entrambi richiedono maggior attenzione rispetto ai pozzi precedenti per evitare la caduta di pietre. Da qui la cavità piega bruscamente verso E, a differenza di prima che manteneva perlopiù un andamento verso S, o eventualmente in brevi tratti verso W, e prosegue per una serie di pozzi poco fondi interrotti da ripiani o meandrini e in un punto anche da una strettoia (allargata con facile lavoro di scavo) giungendo così sull'orlo dell'ultimo pozzo, di 16 metri. Alla sua base l'acqua scompare in una fessura impenetrabile. Segue un'alta caverna orizzontale il: cui fondo dapprima è ingombrato da massi e poi da un'ingente quantità di fango nero. Superata ancora una strettoia ed un ultimo cunicoletto si arriva ad una cavernetta con una pozzanghera di acqua melmosa.
Merita ancora un'ulteriore indagine il primo pozzo fondo di 120 m, dal quale si sviluppano due rami laterali. Il primo di essi, rilevato approssimativamente, inizia dal secondo terrazzo, ed è costituito da una serie di tre pozzi divisi da brevi meandri, e termina sull'orlo del pozzo d m.50. Il secondo ha inizio poco sopra la grande lama d'erosione.