315 | Grotta sulla parete NW del Monte Carso
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta sulla parete NW del Monte Carso
Nome principale sloveno: Jama nad Gornjim Koncem
Numero catasto: 315
Numero catasto locale: 422VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 31/08/2001
Affidabilità posizione: 3º gruppo riposizionamento regionale GPS (2001)
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: San Dorligo della Valle / Dolina
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS differenziale
Lat. WGS84: 45,617264
Lon. WGS84: 13,86913292
Est RDN2008/UTM 33N: 411832.674
Nord RDN2008/UTM 33N: 5052146.211
Quota ingresso: 276 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 60 m
Dislivello positivo: 12 m
Dislivello totale: 12 m
Quota fondo: 276 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
I due ingressi della grotta si aprono ad altezza diversa, su di una esigua cengia intarsiata nei caratteristici costoni rocciosi che scendono, fortemente inclinati, dal Monte Carso, ma a causa delle loro ridotte dimensioni e degli arbusti che vi crescono davanti sono difficilmente individuabili. A pochi metri di distanza, sulla stessa cengia, si aprono gli imbocchi della Cavernetta sul Monte Carso (946/3684VG).
Descrizione dei vani interni della cavità
Dall'ingresso inferiore si diparte uno stretto cunicolo che va ampliandosi progressivamente fino davanti all'altra apertura, la quale si presenta alquanto bassa. Da questo punto la cavità continua con una galleria le cui dimensioni vanno diminuendo rapidamente, tanto che nell'ultimo tratto si deve procedere a carponi, giungendo ad una strettoia impraticabile, oltre la quale si scorge un ulteriore tratto di cunicolo.
Lungo tutto lo sviluppo della grotta si notano degli scavi eseguiti da ricercatori di oggetti preistorici e sembra che nel tratto mediano, dove il suolo è costituito da un banco di argilla, siano stati rinvenuti dei resti di inumati.
Questa cavità, una delle poche ascendenti della Venezia Giulia, è anche conosciuta con il nome di Grotta sopra i Molini di Bagnoli, attribuitole dal Battaglia, il quale cita tra i reperti consegnatigli dal Ceron un fischietto ricavato da un osso umano.