285 | Abisso Carlini
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Abisso Carlini
Numero catasto: 285
Numero catasto locale: 846VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Affidabilità posizione: 1º gruppo riposizionamento regionale su CTR 1:5000 (1999)
Presenza targhetta: No
Area geografica: Carso Triestino
Comune: Sgonico / Zgonik
Area provinciale: Trieste
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 45,70936088
Lon. WGS84: 13,74909728
Est RDN2008/UTM 33N: 402634.003
Nord RDN2008/UTM 33N: 5062517.184
Quota ingresso: 248 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 22 m
Profondità: 111 m
Dislivello totale: 111 m
Quota fondo: 137 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Lo stretto ingresso della grotta si apre presso il limite della località chiamata "Campo delle Vipere" che si trova ad oriente del paese di Prosecco, al di là della Strada Statale n. 202, non lontano dal maxi- pollaio di Prosecco e precisamente tra questo e il Mobilificio Lanza.
Descrizione dei vani interni della cavità
L'abisso venne scoperto nell'anno 1897 da Antonio Covacich, valente operaio del Club Touristi Triestini ed alla grotta venne dato il nome di "Pozzo Covacich", in segno di stima e riconoscimento per l'impegno e il coraggio dimostrati in molte difficili esplorazioni. Nel 1936 alla grotta fu attribuito erroneamente il nuovo numero 3251 ed il nome di "Abisso Carlini" e come tale il rilievo fu pubblicato su "Il Timavo". La cavità è conosciuta tuttora con questo nome, mentre è del tutto ignorata l'antica e più appropriata denominazione.
L'ingresso della grotta porta ad una successione di cinque pozzi. I primi due sono divisi da un piccolo ripiano e nel secondo la parete è rotta da una grande nicchia complessa che si può raggiungere con qualche difficoltà. Il terzo salto si mantiene stretto per una quindicina di metri e prima di toccare il fondo è possibile raggiungere una finestra dalla quale scende il quarto pozzo, sormontato da un altissimo camino. In esso si incontrano a varie altezze dei massi incastrati e nella parte inferiore, dove le pareti si avvicinano progressivamente, la discesa è ostacolata non poco dal pietrame sospeso; dopo una strozzatura malagevole si giunge in un vano fangoso con grandi quinte di roccia. Qui c'è un ultimo pozzetto che prima dopo sei metri era chiuso da sassi ed argilla; nel 1957 la Commissione Grotte ne intraprese la disostruzione, incontrando un breve vuoto dopo due metri di scavo. Le ridotte dimensioni del pozzo ed il continuo pericolo di frane consigliarono l'abbandono del tentativo.