20 | Fontanon di Goriuda
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Fontanon di Goriuda
Numero catasto: 20
Numero catasto locale: 1FR
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 03/03/2012
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si
Area geografica: Alpi Giulie
Comune: Chiusaforte
Area provinciale: Udine
Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS
Lat. WGS84: 46,39159998
Lon. WGS84: 13,4357724
Est RDN2008/UTM 33N: 379736.251
Nord RDN2008/UTM 33N: 5138747.252
Quota ingresso (s.l.m.): 861 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 767,6 m
Dislivello positivo: 119 m
Profondità: 2 m
Dislivello totale: 121 m
Quota fondo: 859 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Il Fontanon di Goriuda, situato al contatto fra la formazione della “Dolomia Principale” e quella sovrastante calcarea del “Dachstein”, è una poderosa risorgiva perenne di portata variabile, che consente alle acque del sovrastante altipiano del Canin di riaffiorare nella Val Raccolana. E' stato classificato come geosito di interesse nazionale dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
L'ingresso si trova sulla sinistra orografica del torrente Raccolana, nella valle omonima in prossimità del luogo conosciuto con il toponimo di “Pian della Sega”, attualmente occupato dalle strutture ricettive dell'agriturismo “Campo Base”.
Il sentiero che sale al Fontanon di Goriuda si snoda in una bella faggeta e porta, in 20 minuti di comoda passeggiata, all'ingresso della grotta che è costituito da un ampio portale dal quale fuoriesce, perennemente, un abbondante corso d'acqua.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta si sviluppa lungo il percorso interno del torrente ed è percorribile soltanto per circa 150 m prima di trovare un lago, dal quel è possibile continuare l'esplorazione soltanto con tecniche speleo subacquee.
Gli ambienti interni sono scarsamente concrezionati, ma sono ricchi di fenomeni di erosione e di corrosione dovuti allo scorrimento dell'acqua, nonché di laghi che danno luogo a dei passaggi sifonanti che si estendono nella parte post-sifoni, raggiungibile soltanto dagli speleo sub, sono stati trovati moltissimi esempi di sedimentazione litologica, di concrezionamento e di stratificazione che sono allo studio degli specialisti, proprio per la vastità delle tipologie riscontrate.
Nel punto 7 del nostro precedente rilievo si è aperta una breve galleria in leggera salita dal fondo quasi totalmente occupato dallo scorrimento d'acqua. Acqua che va ad alimentare il torrente sotterraneo principale.
La galleria si sviluppa per 3,6 m e ha un dislivello positivo di circa 1 m. Poi diventa impraticabile per la ristrettezza del vano.
Il giorno 14 luglio 2015 Raffaele Del Bianco e Albino Dorigo, esplorano una nuova condotta secondaria (notata dal gruppo durante un’immersione precedente) che parte dalla zona superiore della cavità all’inizio del tratto inforrato del primo sifone. L’apertura, di sezione ellittica, è posizionata a circa 5 m di profondità e prosegue sommersa per circa 25 m sino a riemergere in uno stretto laminatoio che si percorre in aerea senza attrezzatura. Il laminatoio prosegue in salita sempre molto basso per circa 10-15 m sino ad arrivare ad una piccola saletta, dove, sul lato sinistro strette fratture impediscono la prosecuzione. Sul lato destro, un metro circa al di sotto della quota massima, sono presenti invece due polle (una delle quali di dimensioni di circa 1 m per 60 cm) dalle quali esce una discreta quantità di acqua che alimenta una piccola cascata; se si segue il percorso dell’acqua (attraverso una condotta quasi del tutto allagata con strettissimi passaggi sommersi) ci si ricongiunge alla zona finale del primo sifone (dove si riemerge e dove si può trovare il verricello per trasportare il materiale tra il primo ed il secondo sifone). Al di sotto delle polle si trova invece una condotta sommersa che unisce il primo con il secondo sifone (la condotta esce a circa 2 m di profondità dietro una grossa lama a pochi metri dall’inizio del secondo sifone.
Quando sopra conferma quindi un dislivello di circa 1 m tra il primo ed il secondo sifone, conferma inoltre che (durante le piene) il primo sifone viene alimentato prevalentemente da questo nuovo by-pass sommerso.
Si ringraziano: Matteo Chiarandini e Simone Antonini del Gruppo Speleologico Carnico e Adriano Chieu per il supporto prestato.