1147 | Grotta della Neve
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta della Neve
Numero catasto: 1147
Numero catasto locale: 3468VG
Numero totale ingressi: 2
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 05/02/2008
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,64852633 Lon. WGS84: 13,87212365 Est RDN2008/UTM 33N: 412114.726 Nord RDN2008/UTM 33N: 5055616.147 Quota ingresso (s.l.m.): 373 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 256 m
Profondità: 34 m
Dislivello totale: 34 m
Quota fondo: 339 m
Descrizione dei vani interni della cavità
L'ingresso della grotta si trova al limitare di una pineta e al momento dell'individuazione si presentava come un foro appena praticabile, totalmente intasato da detriti e pietrame per oltre un metro di profondità.
Alla base del pozzetto d'accesso la parete SE rientra bruscamente formando la volta regolare ed uniforme di una bella sala (punto 2 del rilievo), accessibile per uno scivolo terroso e ricca di concrezioni costituite in prevalenza da basse colonnette. Uno sprofondamento del lato NE, ingombro di massi di frana, si prolunga in un corridoio la cui parete sinistra si presenta marcatamente corrosa. Dopo un breve percorso accidentato si giunge di fronte ad un restringimento (punto 3) e sul pavimento calcitico si apre uno stretto foro che dà accesso ad una modesta diramazione (punti 15 - 16): di grande interesse è il tratto di meandro che ha una perfetta sezione a T ed è percorso da un rivolo d'acqua che va a perdersi in un pozzo impraticabile. Il restringimento costituisce l'inizio di un malagevole passaggio orizzontale, che probabilmente un tempo era una condotta forzata, il quale sbocca in una galleria a profilo gravitazionale (punti 4 - 5), la cui pendenza aumenta progressivamente fino a precipitare in un pozzo verticale completamente calcificato (punto 5), a circa un metro e mezzo dal fondo del quale una bellissima cornice di concrezioni segna su tutta la circonferenza un antico livello d'acqua. Per proseguire al di là della bocca del pozzo è necessario compiere una breve traversata sulla parete destra ed è bene assicurarsi con una corda, in quanto non ci sono validi appoggi per i piedi. Si raggiunge così una sala non molto alta (punto 6) il cui suolo è ingombro di blocchi e lastre di roccia, in parte coperti da incrostazioni calcitiche; sul lato destro un crostone stalagmitico sporgente nasconde l'accesso ad alcuni vani disadorni ed invasi da argilla, mentre di fronte il suolo si eleva in una colata sparsa di piccole concrezioni, la quale si accosta alla volta dando l'impressione che da questa parte non esista alcun proseguimento (punto 8). Il passaggio si apre invece tra il soffitto ed uno scivolo fangoso e per qualche metro bisogna strisciare fin dove la volta accenna ad alzarsi leggermente. La galleria che segue (punti 8 - 9) è piuttosto bassa ed ha il suolo formato da un banco inclinato di argilla asciutta, sul quale sono cresciute molte piccole stalagmiti ialine, molto fragili; insinuandosi tra le numerose stalattiti che intralciano in qualche punto la progressione, si giunge in breve ad uno slargo (punto 9) nel quale convergono, da opposte direzioni, altre tre gallerie. Quella di destra(punti 9 - 14) si esaurisce in un vano con massi di crollo e depositi di mota, tra le pareti spaccate e nude, mentre le altre due si sviluppano in salita e sono fortemente calcificate; quella di maggiore estensione (punti 9 - 13) termina con una ripida colata, al di sopra della quale si innalza un camino ostruito da pietrame; l'altra (punti 9 - 10), più erta, è caratterizzata da una brusca svolta oltre la quale il soffitto va accostandosi al crostello che copre il suolo, fino ad impedire il passaggio. A metà di questa galleria e precisamente nel punto in cui essa muta bruscamente direzione, si incontra una bassa scarpata coperta da uno strato di concrezione scintillante, alla base della quale vi è un piccolo accumulo di pietre, anch'esse legate e rivestite dal deposito calcitico: si tratta di un gradino costruito evidentemente dall'uomo, in quanto, esaminandolo lateralmente, si può osservare la regolare disposizione del pietrame.
Una seconda testimonianza della presenza dell'uomo si trova nei pressi del quadrivio, all'inizio della bassa galleria che porta alla caverna centrale. Qui sorge un piccolo gruppo di stalagmiti non più alte di un metro e mezzo, tra le quali sono ordinatamente appoggiati alcuni tronconi di stalattiti, evidentemente raccolti al suolo e poi deposti in epoche remote.
Escludendo senza esitazione la via oggi percorsa, si può affermare con certezza quasi assoluta che l'antico ingresso corrisponde al camino intasato da pietrame che giunge a meno di tre metri dalla superficie e sotto al quale è stato rinvenuto un dente di cavallo.