1142 | Grotta 2° nella Forra del Rio Molin
Ingresso principale
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: No
Area geografica: Prealpi Carniche
Comune: Clauzetto
Area provinciale: Pordenone
Metodo rilevamento: GRAFICO -> Riconoscimento su carta
Lat. WGS84: 46,26427918
Lon. WGS84: 12,90910371
Est RDN2008/UTM 33N: 338871.135
Nord RDN2008/UTM 33N: 5125536.153
Quota ingresso: 490 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 575 m
Profondità: 27 m
Dislivello totale: 27 m
Quota fondo: 463 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
La grotta si apre nella forra del Rio Molin, sulla riva destra, poco sopra il letto del torrente, un po' più a valle del ponte sul quale corre la strada Clauzetto-Pielungo.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta è caratterizzata da una serie di gallerie interrotte da piccole sale; nel primo tratto, quasi rettilineo e cosparso di ghiaia, la volta di alza da 50cm a 4m. Dal bivio (punto 5) il ramo principale si diparte verso la destra orografica e termina dove una fessura ascendente non è più percorribile (punto 8), ma dovrebbe essere assai prossima all'esterno. Un ramo di nuova scoperta (punti 6-11) termina con un camino (punto 11A), probabilmente anch'esso prossimo all'esterno (vi è stato ritrovato un dente di orso).
Mediante lavori di sterro è stato realizzato un collegamento (punto 14 del rilievo), con la Grotta nella Forra di Rio Molin (791/337FR), il cui ingresso, costituito da un imponente antro, si apre 50m più a valle.
Una condotta forzata (punti 12-19) scarica verso il punto di collegamento con la Grotta nella forra di Rio Molin (791/337FR) (punto 14), e un altro scarico, tramite una stretta condotta discendente, si trova nel ramo principale, un po' prima del bivio (punto 4).
La condotta forzata (punti 12-19) è scavata in interstrato e porta nell'unica ampia sala della grotta; questa ha il suolo cosparso di sabbia e di alluvioni e dà in una galleria (punti 21-26), la prima parte della quale è morfologicamente simile alle precedenti, mentre la seconda, impostata lungo una frattura, è in parte occupata da detriti misti a fanghiglia. Poco più avanti si trova un laghetto (il quale rappresentava il punto finale delle precedenti esplorazioni), che costituisce anch'esso uno scarico d'acqua, senz'altro di notevole portata in quanto in questo punto si convoglia anche l'acqua del ramo nuovo che segue (punti 27-35). Il livello di questo laghetto è sempre stato trovato costante, ma si è certi che sale nel caso di piene.
Il nuovo ramo (punti 27-35) è stato reso accessibile allargando un foro di circa 10cm in una parete d'argilla. Subito oltre si trova una piccola saletta; da qui l'esplorazione è proseguita attraversando un laghetto di alcuni metri, quasi sifonante. Il nuovo ramo è sviluppato in interstrato, in costante salita; ad un certo punto una diramazione dà luogo ad un secondo percorso che forma un anello (punti 31-33-34-32) in corrispondenza del quale (punto 32) si diparte un camino inclinato che punta verso l'alto. L'esplorazione è terminata in una saletta con un sifone (punto 35); dall'esame dei rispettivi rilievi si può senza dubbio ipotizzare un collegamento con l'Inghiottitoio dell'Arco Naturale (1249/538FR), che termina a brevissima distanza.