114 | Grotta Mattioli
Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta Mattioli
Numero catasto: 114
Numero catasto locale: 42VG
Numero totale ingressi: 1
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 25/11/2005
Affidabilità posizione: Corretto
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Trieste Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,6664009 Lon. WGS84: 13,85392112 Est RDN2008/UTM 33N: 410724.783 Nord RDN2008/UTM 33N: 5057622.135 Quota ingresso: 432 m
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 65 m
Profondità: 42 m
Dislivello totale: 42 m
Quota fondo: 390 m
Breve descrizione del percorso d'accesso
Partendo dal paese di Gropada e proseguendo su di un sentiero che porta verso il confine di Stato (in pratica verso il paese di Lipizza), a circa 350m dalla chiesa, a sinistra, si trova il bosco Mattioli, nel quale, a circa 130m dal sentiero appena seguito, si giunge davanti ad una piccola depressione recintata con un muretto, nella cui parte settentrionale si apre la Grotta Mattioli.
Descrizione dei vani interni della cavità
Lo stretto imbocco della cavità è di solito ostruito da alcuni massi che si levano comunque facilmente. Il pozzo d'accesso ha una struttura assai complessa: dopo un breve salto, dalla forma alquanto sinuosa, ha inizio una grande colata limacciosa, la cui inclinazione si accentua progressivamente, fino a raggiungere, nell'ultimo tratto, la verticalità. Alla base del pozzo si incontra una china detritica che termina sulla soglia di una vasta caverna, dove appaiono poderose concrezioni calcitiche che fanno di questa la parte più bella dell'intera cavità. Poi si scende ancora uno scivolo, superando con l'aiuto di una corda un breve salto formato dai grandi massi di un'antica frana; più oltre il suolo risale in un accavallarsi di blocchi in parte concrezionati. La cavità ha termine in un vano dalla forma subcircolare, dove, per contrasto, le pareti sono scabre e coperte da una fanghiglia biancastra dovuta alla decalcificazione dei calcari
Dalla relazione di Eugenio Boegan, e da quanto si può ancora intravedere, risulta che la grotta era adorna di stupende concrezioni, tra le quali alcune alte esili stalagmiti; qui gli atti vandalici sono stati particolarmente frequenti ed oggi si notano solamente i monconi delle formazioni cristalline, formazioni che sono state spezzate anche nei punti meno accessibili della volta. Va rilevato che la parte terminale deve trovarsi a brevissima distanza dal fondo del Pozzo Mattioli (40 VG), con il quale doveva esistere un tempo una relazione diretta.