CryoKarst
La criosfera sotterranea è costituita da depositi o materiali congelati presenti al di sotto della superficie terrestre. Il termine internazionale usato per caratterizzare questo tipo di terreni è quello di permafrost, definito come un materiale che presenti permanentemente una temperatura inferiore a 0°C, ovvero per almeno due anni consecutivi. Per definizione, quindi, il permafrost è descritto dallo stato termico del materiale e non dalla presenza di ghiaccio nel sottosuolo.
Nelle aree carsiche site in zone non caratterizzate dalla presenza di permafrost continuo, lo stato termico della roccia, la morfologia delle cavità e la circolazione delle masse d’aria possono portare alla formazione di depositi di ghiaccio. A seconda della sua persistenza nel tempo, il ghiaccio di grotta è definito effimero se si mantiene per giorni/settimane, stagionale se si forma solo nella stagione invernale e poi fonde in primavera/estate, interannuale se ad esempio persiste per un periodo inferiore ai 2 anni, e perenne se invece insiste per un periodo superiore ai 2 anni consecutivi. Il termine ghiaccio fossile, fin qui molto usato in ambito speleologico, è in realtà assente in letteratura scientifica ed è preferibile quindi usare la terminologia di ghiaccio perenne e poiché il ghiaccio che si rinviene nelle cavità di alta quota è tipicamente più vecchio di 2 anni, queste grotte possono essere considerate evidenze di permafrost sporadico.
Le attività di ricerca sulla criosfera sotterranea nelle aree carsiche di alta quota del Friuli Venezia Giulia sono state condotte nell'ambito di una Convenzione Quadro stipulata tra la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, come previsto dalla Delibera di Giunta Regionale 202/2021. L’accordo operativo che ne è conseguito ha permesso di sviluppare il progetto CryoKarst (Cryosphere in the Karstic environments of Friuli Venezia Giulia) guidato dall'Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP) e dal Catasto Speleologico Regionale (CSR) del Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Il progetto ha previsto lo sviluppo di tecniche innovative di rilevamento in ambienti glaciali ipogei e l'implementazione della scheda “Ghiaccio/Neve” nel catasto speleologico regionale, la stesura di un protocollo di rilevamento dei depositi di ghiaccio e neve in grotta, il monitoraggio e studio delle interazioni clima-criosfera negli ambienti glaciali sotterranei dell'area pilota del Monte Canin (clima, paleoclima, geomorfologia ed evoluzione del permafrost), e l'evoluzione dei depositi nel corso del tempo.
La revisione del CSR ha evidenziato, secondo i dati presenti al dicembre 2022, la presenza di 177 cavità con depositi di ghiaccio e 666 con depositi di neve e ghiaccio. Tra tutti questi, 85 siti sono stati identificati come prioritari, sulla base delle loro caratteristiche. Le aree maggiormente interessate da ghiaccio di cavità sono il Canin, il Resettum, i Musi ed il Piancavallo.
L’interfaccia per l’inserimento delle informazioni inerenti la presenza e le caratteristiche della criosfera sotterranea storicizza e standarizza i rilevamenti nel tempo. Per uniformare le tecniche di osservazione e successivo inserimento dei dati, è stato realizzato un protocollo di rilevamento ad uso degli speleologi illustrato nel corso di eventi formativi appositamente organizzati.
Hanno collaborato al Piano delle Attività anche la Società Meteorologica Alpino-Adriatica ed il Parco Naturale delle Prealpi Giulie, oltre ai gruppi speleologici del Friuli Venezia Giulia.
Caverna del Ghiaccio del Monte Leupa 3595/1938FR - Panoramica del deposito di ghiaccio principale alla fine della stagione di ablazione 2022 (foto: Andrea Securo)