Nomi e numeri catastali
Nome principale: Grotta del Bue
Numero catasto: 872
Numero catasto locale: 3986VG
Numero totale ingressi: 1
Caratteristiche
Sviluppo planimetrico: 47,5 m
Profondità: 10,5 m
Dislivello totale: 10,5 m
Quota fondo: 282,5 m
Ingresso principale
Data esecuzione posizione: 06/03/2011
Presenza targhetta: Si Area geografica: Carso Triestino Comune: Monrupino / Repentabor Area provinciale: Trieste Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS Lat. WGS84: 45,70916037 Lon. WGS84: 13,79166525 Est RDN2008/UTM 33N: 405947 Nord RDN2008/UTM 33N: 5062444 Quota ingresso: 293 m
Geologia e Geomorfologia
Caratteri fisiografici
Ubicazione: Carso
Area carsica: Carso (A) Morfologia: altopiano Contesto attuale: boschivo Distanza dal mare: 1.000-5.000 m Distanza da fonte d'acqua: 500-1.000 m
Caratteri interni
Andamento: Tratti verticali e orizzontali alternati
Pozzi: No
Planimetria: articolata: più vani
Ampiezza piano calpestabile: m
Presenza rifiuti: Sì Grotta turistica: No Acqua interna: No Note caratteri interni:
Ingressi
Ingresso 1
Lat. WGS84: 45,70916037
Lon. WGS84: 13,79166525
Quota ingresso: 293 m s.l.m.
Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante
Archeologia
Data
1956Autore
Gruppo Triestino SpeleologiConservati
-Pubblicati
-Indagine
Tipologia di indagine: recupero
Settore: cono detritico della galleria d'accesso
Cronologia: età romana
Periodo: età tardoantica (III-VI sec. d.C.)
Materiali
Ceramici: olle in ceramica grezza; anfore di cui 20 di produzione africana e 11 di produzione orientale
Bibliografia: Durigon 1999; Gherlizza, Halupca 1988
Depositi materiale
Situazione dei materiali: conservati
Denominazione deposito: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli-Venezia Giulia
Indirizzo deposito: Piazza della Libertà 7, Trieste
Note
Molti ossi attribuiti a specie pleistoceniche solo in parte identificate furono raccolti negli altri vani della grotta.Descrizione e rilievo
Breve descrizione del percorso d'accesso
La cavità si apre molto vicina alla omonima Grotta presso Monrupino (822/3985VG) ed al sentiero segnato per Rupingrande.
Descrizione dei vani interni della cavità
La grotta inizia con un breve baratro, superabile senza attrezzatura, dal quale scende una china di detriti trattenuti da massi incastrati tra le pareti e si sviluppa quindi in varie direzioni, con cunicoli e piccoli vani dal suolo fangoso.
Il rinvenimento accidentale di alcuni cocci romani indusse ad effettuare delle indagini in altre parti della grotta e così, nel potente banco argilloso che ne occupa il fondo, venne scoperta una grande quantità di ossami, appartenenti al cervo megacero ed al bue primigenio, mentre non è stata ancora stabilita l'origine di alcune altre grandi ossa.
Bibliografia
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