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Catasto Speleologico Regionale

 

Aggiornamento scheda catastale




Catasto Ragionato Informatico delle Grotte Archeologiche

504 | Grotta delle Porte di Ferro



Nomi e numeri catastali

Nome principale: Grotta delle Porte di Ferro

Nome principale sloveno: Železni prton

Numero catasto: 504

Numero catasto locale: 3027VG

Numero totale ingressi: 1

Caratteristiche

Sviluppo planimetrico: 28 m

Profondità: 8 m

Dislivello totale: 8 m

Quota fondo: 387 m

Ingresso principale

Data esecuzione posizione: 05/12/2019

Presenza targhetta: Si

Area geografica: Carso Triestino

Comune: San Dorligo della Valle / Dolina

Area provinciale: Trieste

Metodo rilevamento: STRUMENTALE -> GPS

Lat. WGS84: 45,618296

Lon. WGS84: 13,883303

Est RDN2008/UTM 33N: 412939.029

Nord RDN2008/UTM 33N: 5052245.377

Quota ingresso (s.l.m.): 395 m

Geologia e Geomorfologia


Caratteri fisiografici

Ubicazione: Carso

Area carsica: Val Rosandra (A)

Morfologia: valle

Idrologia: corso d'acqua perenne (attuale)

Contesto attuale: roccioso

Distanza dal mare: 5.000-10.000 m

Distanza da fonte d'acqua: <500 m

Caratteri interni

Andamento: Semplice orizzontale

Pozzi: Sì

Ampiezza piano calpestabile: m

Grotta turistica: No

Acqua interna: No

Note caratteri interni:

Ingressi


Ingresso 1

Lat. WGS84: 45,618296

Lon. WGS84: 13,883303

Quota ingresso: 395 m s.l.m.

Morfologia: parete

Terreno superficie esterna: roccioso affiorante/subaffiorante

Archeologia


Data

1913-14

Autore

Raffaello Battaglia

Conservati

Si

Pubblicati

Si

Indagine

Tipologia di indagine: recupero

Settore: Parte iniziale della grotta

Cronologia: Età romana

Materiali

Ceramici: anfore; piatti in terra sigillata.

Bibliografia: Durigon 1999; "Raffaello Battaglia 2013"

Depositi materiale

Situazione dei materiali: conservati

Denominazione deposito: Collezione Battaglia: Centro di Ateneo per i Musei dell'Universita' di Padova

Indirizzo deposito: Via Orto Botanico 15, Padova

Note

Fra i rinvenimenti "un frammento di vaso lavorato a mano, che sembra segnare il trapasso dalla ceramica romana a quella del tipo Burgwall" (Degrassi 1929, p. 164) e frammenti di vetro opalizzati.

Indagine

Tipologia di indagine: recupero

Cronologia: Medioevo

Materiali

Ceramici: "cocci coperti da una vernice color giallo scuro di epoca medievale, probabilmente invetriata" (Degrassi 1929, p. 6).

Bibliografia: Bin 2001-02

Note

Bin ha avuto conferma, tramite comunicazione orale di Faraone, della presenza di ceramica medievale nella grotta.

Indagine

Tipologia di indagine: recupero

Cronologia: Preistoria-Protostoria

Periodo: Neolitico - bronzo finale-primo ferro

Materiali

Ceramici: 2 olle globulari, orlo svasato, con attacchi di prese/anse e solcature con andamento ondulato; 1 tazza con ansa a nastro a profilo triangolare; scodelle a profilo troncoconico/convesso con bordo ispessito verso l'interno; 1 scodella con accenno di lobo sopraelevato.

Litici: 1 lama d'ascia in pietra levigata (eclogite).

Revisione materiali: "Raffaello Battaglia 2013"

Depositi materiale

Situazione dei materiali: conservati

Denominazione deposito: Collezione Battaglia: Centro di Ateneo per i Musei dell'Universita' di Padova

Indirizzo deposito: Via Orto Botanico 15, Padova


Data

anni 1960

Autore

Associazione XXX Ottobre - Gruppo Ricerche di Paleontologia Umana

Conservati

-

Pubblicati

-

Indagine

Tipologia di indagine: recupero

Settore: inghiottitoio sul fondo della caverna

Cronologia: preistoria-protostoria

Periodo: neolitico - età del ferro

Materiali

Bibliografia: Gherlizza, Halupca 1988

Note

I materiali rinvenuti vengono attribuiti cronologicamente ma non descritti da Gherlizza e Halupca, e sono verosimilmente rimasti inediti.

Descrizione e rilievo


Breve descrizione del percorso d'accesso

La cavità si apre in una posizione stupenda, sulla grande parete rocciosa che dalla Grotta delle Gallerie (290/420VG) si eleva fino all'altopiano di S.Lorenzo ed infatti, dal suo ingresso, è possibile ammirare un vastissimo e splendido panorama.
Per raggiungerla è opportuno osservare attentamente dal basso la posizione dell'imbocco, il quale altrimenti sarebbe difficilmente individuabile, data la complessa struttura del versante. L'accesso richiede molta prudenza soprattutto nell'ultimo tratto, costituito da una cengia ascendente, di fianco alla quale la parete strapiomba: è un breve percorso, ma la grande esposizione nel vuoto consiglia, per sicurezza, l'utilizzo di una corda non solo alle persone meno esperte.

Descrizione dei vani interni della cavità

L'ingresso è rappresentato da un foro ovale, non molto ampio, dal quale inizia una galleria rettilinea, di modeste dimensioni, lungo la quale la volta è segnata da sinuosità e dalla corrosione; nella concavità del suo pavimento roccioso si notano scarsi depositi di terra, i quali aumentano gradatamente il loro spessore verso la parte terminale della grotta. Qui il suolo scoscende bruscamente in corrispondenza di un grande scavo, iniziato dal Battaglia e continuato in varie epoche da ricercatori privati; sopra di esso la volta si eleva in un alto camino inclinato. Sul fondo della fossa si apre, nella parete, uno stretto passaggio che è l'inizio di un breve salto, alla base del quale vi è un ultimo vano, dove è stata scaricata la terra di scarto dello scavo sopra citato.
La cavità è interessante non solo per il suo deposito preistorico, il quale ha fornito reperti analoghi a quelli della sottostante e più nota Grotta delle Gallerie, ma anche per un singolare adattamento subito dal suo ingresso: esso infatti ha una forma molto regolare, ovale, con l'asse inclinato di circa 45° e presenta sul lato orientale una serie di incavi, alcuni dei quali cilindrici, scavati nel calcare; dalla parete opposta si osservano invece tracce di intonaco di cocciopesto, che la patina del tempo confonde ormai con la roccia. Da questi segni, e da resti fittili trovati nella cavità, è stato possibile dedurre che la stessa fosse stata adibita, in epoca tardo romana, a postazione militare di vedetta, per la sua particolare posizione dominante e che l'imbocco sia stato munito di una solida porta, i cui cardini erano posti appunto negli incavi, tutt'oggi visibili. A suffragare tale ipotesi, si nota inoltre un piccolo rialzo del suolo con la superficie molto levigata, che richiama perciò l'immagine suggestiva delle scolte che qui sedute sorvegliavano il territorio circostante.

Rilievo Pianta e sezione 10/10/1967

Grotta delle Porte di Ferro

Bibliografia

Val Rosandra Dolina Glinscice. Guida alla sua storia e ai suoi piccoli segreti
Maurizio Radacich
Italo Svevo (2009)
Biblioteca del CSR

Categorie: Antropospeleologia, Documentazione speleologica

Indici: Archeologia, Guide e narrativa, Leggende, folklore, culto

Keyword: Porte, Vedetta, Archeologia


Motivo della denominazione della grotta, ritrovamenti archeologici.

Grotta delle Porte di Ferro
Betic A.
Fonti e Studi per la storia della Venezia Giulia. Serie seconda: Studi. Deputazione per la Storia Patria della Venezia Giulia (2013)
Collocazione: In: Schede di Sito. Càssola Guida P., Montagnari Kokelj E. (a cura di): Raffaello Battaglia e la Collezione paletnologica dell’Università di Padova. I. Nuovi contributi alla conoscenza della Preistoria del Carso, 22: 189-195, Trieste

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


Scheda di sito in cui vengono presentati i materiali rinvenuti da Raffaello Battaglia nella grotta delle Porte di Ferro, oggi conservati nella Collezione Battaglia di Padova. L'analisi dei materiali e il loro inquadramento culturale sono preceduti da una breve descrizione del sito e dalla storia delle ricerche.

I più antichi resti umani rinvenuti nella Venezia Giulia
Battaglia R.
Società Istriana di Archeologia e Storia Patria (1949)
Collocazione: Atti e memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, n.s. 1 (53): 27-43, Venezia

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


Dopo un’ampia premessa in cui viene inquadrato lo stato attuale delle conoscenze in materia, il Battaglia descrive il cranio raccolto nel 1883 da Carlo de Marchesetti in una piccola grotta presso Mompaderno (Parenzo, Istria), comparandolo con analoghi reperti provenienti da altre grotte italiane e dalla Cavernetta degli Scheletri di San Canziano.

"Pietra verde, Neolitico e post Neolitico, Carso… lo stato della questione" 15 anni dopo
Montagnari Kokelj M., Bernardini F.
Museo Friulano di Storia Naturale (2016)
Collocazione: Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 37 (2015): 85-97, Udine

Link: https://www.civicimuseiudine.it/images/MFSN/Gortania/Gortania 37_GPP/G37_gpp_Montagnari_ Bernardini_LR.pdf

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


A distanza di quindici anni dalla pubblicazione della prima raccolta sistematica di dati sui reperti preistorici/protostorici in pietra verde (lame d’ascia, asce forate e altri manufatti in pietra levigata) provenienti da siti del Carso triestino viene presentata una nuova revisione dei materiali.

Raffaello Battaglia e le grotte del Carso triestino: alcune considerazioni alla luce delle recenti revisioni di documentazione e materiali
Montagnari Kokelj M.
Fonti e Studi per la storia della Venezia Giulia. Serie seconda: Studi. Deputazione per la Storia Patria della Venezia Giulia (2013)
Collocazione: In: Càssola Guida P., Montagnari Kokelj E. (a cura di): Raffaello Battaglia e la Collezione paletnologica dell’Università di Padova. I. Nuovi contributi alla conoscenza della Preistoria del Carso, 22: 241-272+F572, Trieste

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


Nel contributo viene presa in esame l'attività di studio e ricerca di Battaglia dalle sue prime indagini in grotta (1913-1914) fino agli anni Quaranta del secolo scorso. Numerossisissime le cavità indagate dallo studioso.

La distribuzione geografica e la cronologia degli abitati cavernicoli in Italia
Battaglia R. (1955)
Collocazione: In: Atti del V Congr. Naz. di Spel., Salerno ottobre 1951, 63-78, Salerno

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


L'A., dopo premesse di carattere generale sul popolamento umano nelle cavità nel corso della Preistoria (qui definite come "abitati trogloditici") , descrive lo stato delle conoscenze sugli insediamenti umani allora noti nelle cavità italiane, discussi in senso cronologico (dal Paleolitico Inferiore al Medioevo) e geografico. Tra i contesti regionali si sottolinea il primato della regione Venezia Giulia per l'elevato numero di cavità esplorate e abitate in antico

Le grotte carsiche nell'età romana
A. Degrassi (1929)
Collocazione: Le grotte d'Italia, ott.dic. 1929, 124.

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


L'autore mette in relazione gli incavi visibili presso l'entrata e i resti di malta romana con interventi difensivi di epoca tardoantica

L'età dei più antichi depositi di riempimento delle caverne
R. Battaglia (1933)
Collocazione: Atti del I. Congr. Spel. Naz.

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


Arheološka topografija občine dolina (Tržaška pokrajina, Italija) Topografia archeologica del comune di San Dorligo della Valle (Provincia di Trieste, Italia)
Stanko Flego - Matej Župančič
Narodna in studijska knjiznica Trst - Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste (1991)

Link: https://www.academia.edu/22599376/Stanko_Flego_Matej_Župančič_ARHEOLOŠKA_TOPOGRAFIJA_OBČINE_DOLINA_Tržaška_pokrajina_Italija_TOPOGRAFIA_ARCHEOLOGICA_DEL_COMUNE_DI_SAN_DORLIGO_DELLA_VALLE_Provincia_di_Trieste_Italia_

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia


La pubblicazione è il risultato del lavoro della Commissione per la topografia presso la Sezione storia della Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi di Trieste

Carso triestino: i rapporti fra speleologia e archeologia dall’800 al presente
Pino Guidi e Manuela Montagnari Kokelj
Commissione Grotte Eugenio Boegan (C.G.E.B.) - Trieste (2022)
Collocazione: in Atti e Memorie della Commissione Grotte “E. Boegan” Volume n.51 pp. 61 - 101

Link: https://www.boegan.it/wp-content/uploads/2022/12/Articolo-4_AM_51.pdf

Categorie: Antropospeleologia

Indici: Archeologia

Keyword: Speleologia, Archeologia, Preistoria, Carso Classico


Il retroterra di Trieste è costituito in massima parte da formazioni calcaree che ospitano un’ampia serie di fenomeni carsici, ad esempio grotte, ripari sotto roccia, campi solcati, pozzi: il Carso Classico. Alcuni di questi fenomeni – le grotte e i ripari sotto roccia – vedono accomunati nelle indagini due principali categorie di ricercatori: gli speleologi e gli archeologi, che hanno sviluppato mondi tendenzialmente separati. Tuttavia, l’esame dei rapporti fra questi due mondi, ambedue sviluppatisi a Trieste a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, ha permesso di evidenziare come in realtà le “barriere” siano state più permeabili di quanto si pensasse: questo grazie fondamentalmente alla presenza e all’intervento di singole personalità dotate di carisma e di ampie vedute, provenienti sia dalla speleologia che dall’archeologia soprattutto preistorica. Si potrebbero citare molti nomi, noti però prevalentemente all’interno degli ambienti specialistici, ma due sono sicuramente conosciuti anche al di fuori di questi: Carlo Marchesetti per l’archeologia ed Eugenio Boegan per la speleologia. I collegamenti fra i due settori di ricerca hanno avuto aspetti diversi nel susseguirsi degli anni, difformità legate sia agli sviluppi degli aspetti teorico-metodologici e tecnici propri delle due discipline, sia ai mutamenti del clima storico, sociale ed economico del territorio in esame. Nel ricostruirne la storia a chi scrive è sembrato possibile individuare una serie di cesure connesse alla combinazione di questi diversi elementi.


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